Pensieri in libertà

Ci sono giorni....
 Ci sono giorni, come questo, che pesano sul respiro.
Una pioggia pigra e sottile non permette che i pensieri scivolino sulla pelle
 Sono pigra quanto lei, non mi lascio prendere da niente.
Avrei mille cose da fare, ma distolgo lo sguardo e lo lancio nel vuoto.
Fuori è grigio come un'essenza smarrita
profumi e colori hanno seguito l'illusione,
e l'illusione s'è persa per strada.
Sembra così lontano il mattino,
quel sole vincente che rompe il grigiore,
quella luce danzante che allarga la mente.
Chissà se domani nascerà un'alba nuova....
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Per la mia mamma.....

Qualche volta, quando i rumori tacciono
e il silenzio stende un mantello caldo di ricordi,
ascolto un tempo lontano, vivido di attese e di speranze.
Erano giochi della mente, lunghe corse di una fantasia vergine di mete.
Sento ancora la tua mano, un po' forte e un po' ansiosa,
che cercava di farmi entrare in un mondo che nemmeno tu conoscevi.
Sento il suono della tua voce, vedo i gesti stanchi, sempre quelli,
che non mi permettevi di ripetere, non era lì che dovevo stare.
Era là, dove i tuoi occhi si perdevano, che volevi portarmi.
Alzavi il velo dei tuoi segreti solo quando non vedevo,
per non aprirmi il tuo scrigno di lacrime.
Mi hai accompagnato, per un tratto, indicandomi l'orizzonte,
era il tuo respiro quel vento che mi sospingeva,
era il tuo amore che disegnava fiori sul mio cammino.
Non mi sono mai voltata indietro, pensavo fossi sempre lì,
pronta ad accarezzarmi la stanchezza.
Poi il vento ha smesso di soffiare
e la tempesta ha disperso le radici.
Perdonami mamma, ma non sono riuscita a vedere quell'orizzonte,
i tuoi occhi si sono chiusi troppo presto,
non ho più il coraggio dei tuoi desideri,
né il sorriso della tua forza.
Ho perso, come te, la battaglia della vita,
e il mantello si sta raffreddando.
Credo che riaccenderò i rumori,
comincio a sentirmi sola
senza le tue lacrime nello scrigno.
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E' stato tanto tempo fa..

E’ stato tanto tempo fa. Un giorno, uguale a ieri. 
Tu con il tuo passato, io senza futuro. 
Ci siamo guardati senza chiedere, sospesi fra cielo e terra. 
Abbiamo ingannato il passato fingendo di avere un futuro. 
Abbiamo aperto gli occhi solo a metà. 
Su qualcosa che non sapevamo esistesse, 
su qualcosa che non sarebbe mai esistito. 
Ci siamo scambiati passato, presente e futuro, 
mescolando la realtà, aprendo solo i sensi. 
Parlando un linguaggio nuovo, sconosciuto, semplice, 
senza muovere labbra o mani. 
Immobili, con il cuore pieno, ci amavamo. 
Poi qualcuno ha aperto una porta, 
trascinandosi dietro vittime imploranti. 
Non era giusto per noi, per loro. 
Sarebbe stato troppo giusto per noi. 
Sarebbe stato troppo crudele per loro. 
Che non conoscevano, che non capivano. 
Abbiamo celato il presente affidandoci al passato. 
Ma non è più stata realtà, 
è solo un sipario che non calerà mai. 
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Il dubbio.

Il dubbio nasce dalla voglia, 
voglia di essere sicura, di non avere dubbi. 
Voglia di sentire il cuore, di tremito sudato, di emozione. 
Nasce dalla paura. Paura di plasmare l’occasione, 
paura di illusioni deluse, 
paura che domani sia consapevole amarezza. 
Paura di sentire il silenzio, 
di non aver voglia di sorridergli
 Ma amo il dubbio, 
amo guardare le parole negli occhi, 
amo rivivere istanti per riscoprirli spontanei. 
Amo pensare: 
ogni volta, ogni particolare, ogni impulso. 
Ogni volta che la pelle si addolcisce, 
ogni particolare che cancella l’indifferenza, 
ogni impulso che sostiene l’istinto….. 
E aspetto…
 Aspetto la voglia trepidante dell’attesa, 
aspetto l’inquieta curiosità della possibilità, 
senza smettere di essere pronta a ricominciare, 
senza rinunciare a sognare, 
nonostante tutto, nonostante il dubbio 
che il sogno non sia realtà, 
che ricominciare sia solo una fuga, 
che l’attesa serva solo a riempire dei vuoti.

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Una notte


Una notte, nemmeno intera, nata per caso, 
da una domanda, dalla timidezza. 
Pensavi ma non credevi, 
speravi ma non credevi. 
Imbarazzo di parole, di gesti trattenuti. 
Sono io che apro il sipario? Sei tu che mi dai il copione? 
Silenzio di suoni, rumori di emozioni. 
L’ultimo scalino da spogliare, poi l’istinto. 
Gesti lenti col tempo alle spalle, 
istanti allungati a coprire il cervello, 
il respiro scalato che risale la coscienza. 
E sei lì per caso, per una domanda, per timidezza. 
Anni di desideri disattesi, di domande indecise. 
Ora le risposte devono tacere, il futuro diventa domande. 
La paura fa paura, l’imprudenza fa crescere. 
Forse facciamo finta, forse non siamo così stanchi. 
Ci lasciamo trascinare da nuovi colori. 
Poi gli occhi cercano un segnale, solo i tacchi accompagnano il cuore. 
Non vuoi caricarti di parole pesanti, 
non voglio sbagliare di nuovo. 
Sabbia tenera mi accoglie, è calda e mi lusinga. 
Chiudo fuori lo scrigno dei dubbi, ho voglia di crederci. 
Paradiso desiderato, inferno velato. Le pezze si stracciano. 
Non è paradiso, non è nemmeno inferno, non sarà purgatorio. 
Non chiedo perdono, non sono vittima. 
Sarà il tempo a cercarmi. 
Ascolto il mio oggi e aspetterò il domani. 
I miei occhi apriranno il mio cuore, da fuori, per leggerci dentro.
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 Ci sono donne.....

Ci sono donne che camminano controvento da una vita…
Ci sono donne che hanno occhi profondi e sconosciuti come oceani…
Ci sono donne che cambiano pelle per amore…
Ci sono donne che donano il loro cuore, per poi ritrovarsi a raccattarne i cocci da sole…
Ci sono donne che in silenzio fanno ballare la propria anima su una spiaggia al tramonto…
Se ti fermi un istante le puoi sorprendere, mentre lottano contro il proprio istinto…
Mentre fanno passeggiare il proprio dolore a piedi nudi, affrontando onde che ad ogni mareggiata sono sempre più minacciose…
Ci sono donne che chiudono gli occhi, ascoltando una musica lenta,

che rende ancora più salate le loro lacrime…
Ci sono donne che con orgoglio ma con il nodo in gola, rinunciano alla felicità…
Ci sono donne che con i loro occhi fotografano quegli splendidi ma così fugaci attimi in cui si sentono abbracciate dall’amore,

sperando di mantenerli vivi e colorati per sempre…
Se apri gli occhi un istante le puoi osservare, mentre disseminano briciole di se stesse lungo il percorso verso quel treno che le porterà via, mentre urlano la loro rabbia contro vetri tremolanti di una casa diventata prigione…mentre sorridono di disperazione a chi le vorrebbe far tornare alla vita di sempre…
Ci sono donne che non si fermano davanti a nulla… perché non troveranno mai la fine di quel filo…
Ci sono donne che hanno fatto un nodo per ogni loro lacrima, sperando che arrivi qualcuno a scioglierli…
Non fermare il cuore di una donna, niente vale di più.
Non far piangere una donna, ogni lacrima è un po’ di lei stessa che se ne va…
Non farla aspettare da sola ed impaurita seduta sul confine della pazzia 

e se la vuoi amare, 
fallo davvero,
con tutto te stesso!
Stringila e proteggila... lotta per lei,
uccidi per lei, piangi con lei, donale il più bel raggio di sole,
ogni giorno tieni sempre accesa quella luce nei suoi occhi,
quella luce è speranza, è amore, è puro spirito. É vento, è la più bella stella di
qualsiasi notte...
 
~Chiara De Felice


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Al mio papà


Te ne sei andato, discretamente e umilmente come hai sempre vissuto. Te ne sei andato arrendendoti, come poche volte hai fatto nella tua vita, senza clamori e senza disturbare. Ho vissuto con te gli ultimi anni per alleviare la tua solitudine e per renderti meno ostico questo mondo con cui non riuscivi più a stare al passo, nonostante il tuo secolo di esperienza e la tenacia con cui lo hai sempre affrontato e criticato. Spero di esserci riuscita, anche se la tua cronica asserzione di autonomia ti impediva di lasciarti andare completamente alla protezione che ti offrivo.  


Ho imparato tanto da te, anche se spesso ti ho contestato per l’autorità eccessiva e per le pretese di obbedienza assoluta che hai messo nell’educarci e che ancora pretendevi da figli, nipoti e pronipoti. Ho imparato l’amore per la natura, a cui tu ancora dedicavi le poche forze che ti erano rimaste. Mi hai trasmesso il senso di indipendenza e giustizia, la capacità di affrontare gli ostacoli in maniera costruttiva, cercando soluzioni e percorrendo strade alternative. Mi hai insegnato l’umiltà, sinonimo non di inferiorità ma di voglia di conoscere ciò che risulta oscuro, bisogno di chiarezza nella consapevolezza dei propri limiti.


E infine ho ereditato l’onestà che in te era un tratto peculiare. Eri onesto fino al midollo, onesto al punto da subire piuttosto che venir meno ai tuoi princìpi.


E di tutto questo ti ringrazio, un’eredità simile è da tenere ben stretta. Ora che non ci sei più riprenderò in mano la mia vita con ancora maggiore consapevolezza e responsabilità.


Mi dispiace solo che tu non abbia potuto assistere, come auspicavi, alla demolizione di quei personaggi della politica che ogni tanto ti facevano bestemmiare, ma tranquillo, ci stiamo lavorando…….


Ciao papà.

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