27 luglio 2011

Scandali e ipocrisia.


Passerà, io sono convinta che tutto quel gran parlare che si sta facendo della Norvegia passerà, come è passata la guerra in Libia che doveva durare 3-4 settimane, poi questione di ore e via dicendo.
Passerà, perché non c’è niente di nuovo.
Perché quello che Breivik ha fatto non è altro che il risultato della propaganda dei maggiori partiti e governi borghesi che riempiono ogni giorno i media. Nella sua delirante lotta contro una società multiculturale Breivik trae sostentamento dai capi di governo dei principali paesi europei:
il cancelliere tedesco Angela Merkel, il premier britannico David Cameron e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno dichiarato che il "multiculturalismo", cioè la convivenza pacifica di persone di diverse culture, “è fallito”. Senza contare le deliranti esternazioni di casa nostra a cui preferisco soprassedere per ovvi motivi. Il senso dei programmi di molti partiti che governano attualmente in Europa, è per molti aspetti affine a quello di Breivick. Sarà forse politicamente più corretto, ma la sostanza è la stessa.

Ricordate l’11 Settembre? Ricordate quando il presidente americano George W. Bush ha fatto riferimento alla guerra in Iraq come a una "crociata"? Non è poi così lontano da un Breivik che si considera una reincarnazione moderna dei crociati. Solo che Bush, responsabile di decine di migliaia di morti, è uno statista, mentre  Breivik, data la relativa esiguità dei suoi omicidi, è un criminale. Ma le sue idee, purtroppo, non sono semplicemente la creazione della mente di un individuo malato, ma il prodotto di un sistema sociale schizoide. Era solo una questione di tempo prima che la promozione incessante di odio razziale e di sciovinismo generasse atti come quelli. E purtroppo non saranno gli ultimi.

Quindi: di che cosa ci scandalizziamo? 
Ogni giorno i discorsi contro il multiculturalismo vengono diffusi a decine di migliaia di copie e non c’è una gran differenza fra i giornali italiani e europei di destra e quelli cosiddetti progressisti, perché in quanto a fobie anti-islamiche e anticomuniste sono identici. È sufficiente sentire come vengono trattate dai media le vicende della Val di Susa, compresa l’adombrata accusa di aver attentato alla stazione ferroviaria di Roma.

Pertanto la caccia alle streghe (i diversi) non è una prerogativa dei circoli estremisti di destra, del cristianesimo buono o cattivo o dell’anti-islamismo o dell’anti-marxismo, sono i governi europei che fomentano sentimenti anti-diversità per distogliere l'attenzione dalle tensioni sociali causate dalla crisi e dai tagli. E questa propaganda, giustificata come “guerra al terrorismo”, è semplicemente la conseguenza di una guerra ideologica che favorisce la crescita di forze fasciste e reazionarie.

Mi verrebbe da dire: “chi è causa del suo mal pianga sé stesso”, ma nemmeno un proverbio ad hoc può cancellare l’orrore di una carneficina e le pesanti responsabilità di un sistema ipocrita e borghese.

24 luglio 2011

C'è sempre da imparare...


Ma quante cose si imparano leggendo i giornali cattolici! Sono una fonte inesauribile di rivelazioni! 
Ero lì nei paraggi di Tedesco (senatore PD miracolato da Padre Pio) e google mi dà anche un certo Tedeschi, Ettore Gotti Tedeschi per la precisione, emerito economista e banchiere, dal 2009 presidente dello IOR (Istituto per le opere religiose), che, nei ritagli di tempo, dispensa consigli e strategie economiche.
Così l’Osservatore Romano, sempre attento ai problemi  dell’Italia, pubblica la sua autorevole opinione sulla crisi: 

“Osservando la popolazione dei Paesi occidentali — in particolare, i Paesi che si potrebbero definire «maturi», come gli Stati Uniti e quelli che formano l’Europa dei 20, si nota che la percentuale di popolazione con un’età al di sopra dei sessant’anni continua a crescere sensibilmente. Oggi le persone comprese in quella fascia di età rappresentano circa un quarto del totale. Nei Paesi emergenti, invece, non arrivano a un decimo. E già si avverte come i costi di questa tendenza non siano in realtà sostenibili. L’invecchiamento della popolazione può essere infatti considerato la vera origine della crisi economica in atto”. […]

Quindi, secondo Gotti, dovremmo supporre che la colpa di questa crisi è dovuta al prolungamento della vita. Supponendo questa colpa, dovremmo pensare che chi non ha più l’età per lavorare, e produrre quindi ricchezza, ma rimane vivo a farsi mantenere da uno stato a cui ha pagato tasse per decenni facendosi sfruttare e spremere per benino, dovrebbe perlomeno togliersi di torno (morire???) per non causare il noto problema del debito pubblico.

Eh già, dovevo immaginarlo che sbagliavo: la vera origine della crisi economica non è il sistema capitalistico sbagliato che favorisce la speculazione finanziaria dell’economia e nemmeno il grande squilibrio sociale della ricchezza. Non sono le spese statali per gli armamenti, lo spreco sconsiderato in opere pubbliche inutili  e dannose, il sostegno alle banche fallite, le mafie e tutte le camarille della politica.
No, la vera origine della crisi economica sono gli ANZIANI
In particolar modo quelli con pensioni da fame che, non avendo il necessario per pagarsi le medicine o le cliniche private come Gotti, contribuiscono al deficit gravando sulla sanità pubblica e su quei servizi pubblici a loro dedicati che non avrebbero altrimenti ragione di esistere e di essere finanziati da uno stato già così pesantemente gravato.

Devo dirlo a mio padre. Deve sapere che sono oltre trent’anni che contribuisce alla crisi economica…
spero che se ne faccia una ragione…

Alberto Tedesco:” Mi ha salvato Padre Pio”…


Sapevo già che la nostra classe politica era una delle più miserevoli degli ultimi nonsoquanti anni.
Sapevo che ormai la differenza fra destra e sinistra o centro che sia non è più una differenza di contenuti e ideali, ma solo di interessi e clientelismi.
Sapevo che, pur di mantenere le poltrone, si arriva a dire e fare cose che non sono esattamente pertinenti alla politica.
Ma non potevo certo immaginare che Padre Pio, dall’alto della sua ubiquità e generosità, avesse tempo e modo di occuparsi anche di quei poveretti che siedono a Montecitorio, così ingiustamente perseguitati, e potesse avere un’influenza tanto determinante nelle scelte di voto.
E pensare che ci siamo arrabattati per scoprire i motivi che hanno permesso di evitare il carcere al senatore del PD! No, non c’è nessun mistero, nessuna crisi di coscienza dei suoi amici di partito, nessun giochetto della Lega! Non ci avevamo pensato, noi, poveri ateisti disgraziati, non eravamo arrivati alla più semplice delle conclusioni: a salvarlo è stato l’intervento di padre Pio, al quale l’ex vice presidente della regione Puglia è davvero molto devoto.
Lo ha candidamente confessato proprio lui, in una intervista all’insegna del misticismo a Pontifex, il sito degli integralisti cattolici generalmente poco tenero con gli esponenti del centrosinistra, ma questa volta disposto a fare una eccezione. 


Faccio una digressione: Pontifex viene classificato rosso da WOT come sito con una reputazione scadente, ma invito comunque a visitarlo perché merita, e la sua valutazione non è dovuta a virus o altro che potrebbero trovarcisi, ma perché gli utenti lo hanno classificato così:
“Contenuti pericolosamente discriminatori e omofobi "
“Totalmente pazzo, antisemita, negazionista, omofobo ed integralista. gente così andrebbe internata buttando via la chiave. "
“Un sito vergognoso di stampo clerico-fascista che spara cazzate a raffica e incita alla discriminazione. Omofobo, negazionista e stupido, dice delle cose che sono tipiche dell'ignoranza medievale. E' anche grazie a questa gente se in Italia aumentano i casi di violenza nei confronti degli omosessuali. In un articolo hanno scritto che "l’omosessualità si configura come un disturbo dell’identità sessuale di carattere patologico che può essere curato con ottimi risultati...". VERGOGNA! Patologici sono loro semmai! Loro e tutta la ciurma di preti pedofili che il Vaticano ha protetto con la menzogna e l'insabbiamento. Rendiamoci conto che questa è gente che accusa gli altri di peccati che commettono loro stessi, questa è gente che fa dell'ipocrisia la loro bandiera. Scusate per questo mio sfogo ma proprio non ce la facevo a trattenermi. Consiglio di starne alla larga. "
ecc. ecc. ecc…

Tornando al nostro senatore, riporto le parti più salienti dell’articolo con relativa intervista per chi non ha voglia di rischiare di contaminarsi leggendola sul sito. 
Le sottolineature sono mie.

Rinfrancato, pacato e allegro come sempre, il senatore barese Alberto Tedesco, la cui richiesta di arresti domiciliari è stata respinta tra le polemiche dal Senato, parla della sua esperienza umana. Non entriamo nel merito del processo (chi conosce Tedesco sa che non è persona ingenua, ma neppure di indole criminale e che nei suoi confronti dalla politica si è attuata una vera persecuzione nonostante mai si sia sottratto al processo).
Alberto, soddisfatto?
"Mi sento più sereno, ma lo ero anche prima. Io non mi sono allontanato dai giudici, ho chiesto di processarmi, il mio discorso al senato è stato chiaro, che altro dovevo fare?"
Eppure ti chiedono le dimissioni.
"Ma per quale motivo, darei ragione in questo modo all'accusa. [….]”
Sei credente e cattolico?
"lo sono sempre stato, ma non amo sbandierarlo, la fede è una cosa privata che va esercitata pubblicamente (???)e mi hanno fatto piacere le manifestazioni di solidarietà, tante, ricevute proprio da ambienti cattolici".
Insomma, la fede ti ha aiutato.
"Mi è servita a capire tante cose, a riflettere, a sapere comprendere, essere più mite ed anche saper accettare quello che sarebbe accaduto. Mi ha aiutato nella difficile arte del perdono".
Sei devoto a qualche santo nel particolare?
"Certo, a Padre Pio. Lo sento vicino, per l'esempio che ha dato di sofferenza, di umiltà, di servizio e confesso che in certi momenti difficili ho chiesto anche a lui il perché. Padre Pio mi ha aiutato, mi ha salvato altro che storie strane". […]
Bruno Volpe

Ecco, adesso qualcuno mi spieghi la differenza fra l’imbecillità di destra e quella di sinistra.

22 luglio 2011

LA TECNOLOGIA

Qualcuno la critica ancora, molti sono ecologisti, mentre i più volonterosi cercano di fargli capire, ai critici, che colpevole è l'uso che se ne fa, non la tecnologia in sé. E' notevole la perdita di tempo che l'ingenuità cretina degli uni e la ingenuità benevola degli altri, consumano per dirsi delle ovvietà. Quindi io eviterò l'argomento e dirò che i progressi, della tecnologia e delle scienze, sono una cosa meravigliosa, e li ammiro tutti, anche i più deleteri. Perché è ovvio, ad esempio, che l'invenzione della "bomba atomica" (com'erano carini una volta con le denominazioni, senza acronimi), non fu una cosa creata con scopi umanitari... E tuttavia, a quel tempo, qualcuno riuscì a dire che con le due bombe, su Hiroshima e Nagasaki ( un numero di morti incalcolabile), si erano risparmiate molte più vittime (in occidente) se la guerra fosse continuata. Questa cosa la sostenevano quelli che l'avevano sganciata, la bomba, non i giapponesi, è ovvio, ma più volte mi son chiesto: e se le cose fossero andate in modo opposto: se le avesse mollate Hitler quelle simpatiche bombette (ci mancò poco...), gli storici di ieri e di oggi avrebbero sostenuto la stessa teoria del male minore? (tra l'altro la guerra la Germania l'aveva già praticamente persa...). Per dire: anche il mio entusiasmo per la tecno ha i suoi risvolti negativi, ma continuo a pensare che stiamo molto meno peggio oggi di ieri, su questo mondo, anche se vale sicuramente la pena di lottare per stare ancora meglio, soprattutto per le minoranze, che pagano di più il "sistema" dello sviluppo ad ogni costo... ma ribadisco, si tratta di migliorare il sistema e non ti frenare la tecnologia: SEMPRE E COMUNQUE, ecco è questo che volevo dire, un'ovvietà, ma... è un'ovvietà?

11 luglio 2011

Mettiamo qualche puntino sulle i....

Ho scoperto un blog e la relativa pagina Facebook, che hanno dato nuova linfa alle mie convinzioni e, sicura che agli autori non dispiace, anzi, credo che la divulgazione sia ben accetta, voglio postare un loro articolo. Certamente non sarà questo che potrà far cambiare idea a coloro che pensano che anarchia sia sinonimo di caos e violenza, ma sicuramente un'informazione più dettagliata e approfondita potrebbe far riflettere più di una persona.

"Questo post, che ha avuto una lunga e doverosa gestazione, vuole, una volta per tutte, dimostrare come una società possa esistere senza Stato ed essere, proprio per questo motivo, estremamente florida e pacifica. Il post è indirizzato a tutti coloro che, di fronte alla saggia politica anarchica, obiettano dicendo (ipotizzando) che una società senza governo e senza Stato non potrebbe mai esistere e che, addirittura, non è mai esistita. Noi diciamo che è tempo di ricredersi o perlomeno di conoscere [....]".

Invito a leggere il post per intero e a seguire i link consigliati, è tutto molto interessante.

09 luglio 2011

La “festa” di Titti e Renato: quando la stronzaggine diventa uno stile di vita.

Mi permetto di chiamarli per nome perché ormai entrano così spesso nelle nostre giornate che mi sembrano di famiglia e sicuramente il loro matrimonio avrà la possibilità di oscurare gli altri due recenti che tanto ci hanno deliziato in questi ultimi tempi. 

Credo però che i motivi della sua risonanza mediatica saranno un po’ diversi: primo fra tutti il fatto che ci sia l’intenzione, da parte della sua “Italia peggiore” di rovinargli la festa
Poi pare che anche i poliziotti del Coisp, colpiti dai tagli e definiti più volte “panzoni”, abbiano intenzione di consegnargli, dopo averci provato per due volte in altre occasioni, il loro regalo di nozze: le loro sagome pugnalate alle spalle. 
Tutto questo, oltre che a ribadire la pessima considerazione di cui gode il nostro beneamato, renderà perlomeno difficoltoso il controllo della situazione e questo potrebbe essere già sufficiente a togliere qualche piccola soddisfazione. 

Infine c’è la particolarità della lista nozze che Dagospia mette a disposizione con dovizia di particolari. 

Che dire? Certo Titti e Renato non sono una coppia qualunque, non foss’altro che per un certo squilibrio d’altezza, ma non hanno sicuramente quella caratura che contraddistingue i reali d’Inghilterra e di Montecarlo. Ora io non ho notizie sulle liste nozze di questi ultimi, non me ne sono interessata; quello che penso davvero è che non siano paragonabili, anche se qualsiasi eccesso, anche da parte di un’aristocrazia regnante, non è giustificabile  comunque, soprattutto in tempi così vicini alle bibliche vacche magre.

Pare invece che i nostri eroi abbiano deciso di darsi al lusso sfrenato:
-54 lampade in nichel ottone e oro, da un minimo di 200 euro ad un massimo di 1.000 per un pezzo,
-10 tappeti “vintage” fino a 6.000 euro, obbligatoriamente a pelo raso sennò Renato ci si perde,
-7 tavoli da pranzo,
-6 fioriere,
-cristalliere da 5.000 euro,
-capitelli,
-due testiere da letto matrimoniale,
-tre olivi per il giardino, per un valore di 4.500 euro, uno dei quali già prenotato da Tremonti,
-due palme da 2.000 euro l’una,
-4 melograni, decisamente più economici, da 800 euro.

Non mi chiedo dove la mettono tutta ’sta roba perché immagino che il posto ce l’abbiano, e immagino pure che gli invitati alla real-cerimonia non abbiano nessun problema ad accontentare i due colombi. Anzi, più spenderanno più si meriteranno l’eterna gratitudine del ministro che avrà così modo di valutare su una base reale il grado di simpatia che riscuote fra i suoi colleghi dimenticando quell’increscioso episodio malamente strumentalizzato. 
Perché è così che si valutano le persone, in base alle loro possibilità economiche: più sono alte e più le persone sono degne di considerazione. 
E non è proprio il caso di fare polemiche se per un giorno il nostro instancabile persecutore di fannulloni e bamboccioni si dimenticherà della sua missione concedendosi un po’ di sano protagonismo con relativa abbuffata di ricchezza. 
E se quell’Italia peggiore continuerà a non essere d’accordo con i suoi metodi, pazienza.....
Che mangino delle brioches!

08 luglio 2011

Ricchezza e povertà.


Alla luce delle ultime notizie sulla Borsa di Milano, direi che non c’è bisogno di tante altre prove  per dimostrare il completo fallimento dell’attuale modo di intendere la gestione della cosa pubblica. 
Ma la Borsa per me è una cosa un po’ lontana, non conosco i meccanismi e i giochi che regolano questo mondo; io mi limito a prendere atto delle dichiarazioni che già da sole non sono affatto rassicuranti. 

Quello che invece vedo con chiarezza è la situazione dell’Italia: la ricchezza è sempre più appannaggio di una minoranza super-privilegiata mentre la stragrande maggioranza della popolazione è invischiata in una spirale perversa di impoverimento economico che trascina con sé, giocoforza, anche quello culturale, così che, un passo dopo l’altro, stiamo perdendo ogni possibilità di benessere e tutte le conquiste fatte con anni di lotta.
Ma come siamo arrivati a questo? Come è stato possibile farci derubare del senso profondo della democrazia, di quella democrazia rappresentativa che doveva essere il punto più alto della realizzazione delle libertà individuali?
Io credo che questo progressivo degrado sociale sia stato progettato accuratamente dai vari potenti di turno, e non sto parlando dei politici, ma di chi sta dietro alla politica, chi combina e chi decide davvero le sorti di una nazione manovrando quelle ridicole marionette che stanno in parlamento.
C’è un mondo, sconosciuto a noi comuni mortali, che decide le scelte d’investimento e di politica economica: la FINANZA!
Eccolo il vero nemico!
Non ha più senso illudersi di combattere  una struttura che si impone con la prepotenza di una classe dominante, non è più possibile identificare la lotta per l’emancipazione nello scontro fra struttura dominante e l’insieme degli sfruttati.
Oggi il nemico vero è complesso, ha una grande capacità di adattamento e trasformazione, non è strutturato e ha una raffinata destrezza speculativa accompagnata da un’enorme abilità nel fluttuare al di là e al di sopra delle burocrazie statali.
È questo, l’autoritarismo economico, che sta portando all’esasperazione la disuguaglianza economica e sociale e rende sempre più abissali le differenze fra chi può e chi non può, tra chi ha e chi non ha. I ricchi sono sempre più ricchi e continuano ad accumulare capitali e ricchezze che in diversi casi raggiungono quantità iperboliche, mentre i non abbienti sono sempre più poveri e aumenta la miseria e l’indigenza.
Questa è l’Italia oggi: ormai sappiamo tutti che il potere è delle lobbies che, attraverso il clientelismo politico, hanno reso endemico un livello di corruzione altissimo e, quel che più delude, praticamente accettato come prassi, che, unito all’inefficienza manageriale delle classi dirigenti, ha prodotto questa situazione.
Da democrazia espressione del popolo, come era stata concepita, si è passati a territorio politico di leader asserviti al potere economico. Il popolo non c’entra più niente, è solo un mezzo per riuscire ad entrare nel “giro”. Il popolo non vota più per dare un mandato vincolante che i delegati devono eseguire, ma solo per dare legittimità, a chi ha il potere, di decidere a sua discrezione e sotto l’effetto della droga denaro, senza dover rendere conto delle sue scelte ai deleganti.

Bene, adesso sono quasi sicura che le mie incazzature servono solamente a farmi intorcinare lo stomaco.

05 luglio 2011

L'AgCom e la prova costume.


Già durante tutto l’anno siamo invasi dalla pubblicità del dimagrimento ad oltranza (alla faccia di quelli che predicano che “grasso è bello”, che poi di solito sono magrissimi!!!), ma soprattutto in concomitanza con le ferie estive si passa da un canale all’altro e non c’è verso di levarsela di torno. C’è poi quella famosa frase che mette in ansia migliaia di donne che durante l’inverno si sono lasciate andare ai piaceri della tavola nascondendo le loro benedette esuberanze, come fossero peccati, sotto vestiti adeguatamente controllati per il bisogno: LA PROVA COSTUME!!
Che vuol dire “prova costume”?
Che il costume una se lo mette e se non va bene ne prova un altro??? Nooo!
Vuol dire che se da quel pezzettino di stoffa largo quattro dita sotto e due dita per ogni tetta fuoriescono salvagenti non propriamente di gomma, non va niente bene? Vuol dire che se non abbiamo il fisico e l’età di Belen non potremo stravaccarci sul lettino lasciando beatamente debordare le materializzazioni dei nostri buoni pranzetti e non potremo goderci le nostre meritate vacanze?
Ebbene sì!
E allora signore mie, flagellatevi senza pietà! Scontate i pranzetti, le cene a lume di candela, le strafogate antidepressione, gli anni che avete accumulato e sentitevi in colpa!
Che poi, dico io, è mai possibile che la prova costume riguardi solo noi donne? Perché gli uomini se ne possono andare in giro bellamente mostrando i segni della loro dedizione a uno dei maggiori piaceri della vita? Perché loro si possono aggirare indecorosamente con boxerini aderenti nascosti da abbondanti maniglie magari felpate senza preoccuparsi nemmeno di ustioni e spellamenti vari? Eh sì, perché pare che anche l’uso delle creme solari, secondo i pubblicitari, siano un’esclusiva femminile!

Ce n’è a sufficienza per pensare a questo tipo di pubblicità come discriminatoria.

Quasi quasi ci starebbe una segnalazione all’AgCom……..mi sembra distratta in questo periodo…….

ALLARME!!!

Condivido! L'allarme e' giustificato anche dal comportamento abituale di questi "governanti" che introducono leggi o regolamentazioni in modo subdolo e sottobanco. Mi piace anche approfittare di questa occasione per proporre un altro "modo" di pensare ai diritti d'autore:
MA PIANTATELA DI RECLAMARE DIRITTI, AUTORI E AFFINI. SE VOLETE CAMPARE FATE COME TUTTI: "LAVORATE", PRODUCETE DAL VIVO E ACCONTENTATEVI! PERCHE' SOLO QUESTO E' IL VOSTRO PROBLEMA: FARE SOLDI A PALATE SENZA FATICARE.
E se non volete essere "copiati", fate i facchini, nessuno vorrà emularvi. Sì, ce l'ho con i cosiddetti "creativi", che se non trovassero masse di poveri deficienti, che sbavano per loro, la stragrande maggioranza con la creatività non camperebbe nemmeno un giorno!

10 domande all'AgCom

Pubblico per intero l'articolo di Guido Scorza apparso su Wired

 Negli ultimi giorni il dibattito sull’ormai imminente varo da parte dell’AgCom della nuova disciplina sul diritto d’autore si è fatto incandescente ed ha assunto toni forti che – sebbene indispensabili a far comprendere all’opinione pubblica quanto grave sia la situazione – talvolta rischiano di far sfumare la possibilità di un confronto franco, leale e ragionato con gli uffici del presidente Corrado Calabrò.

In tale contesto – e proprio al fine di non rinunciare, fino all’ultimo, al dialogo con l’Autorità – sembra opportuno rivolgere al Presidente Calabrò dieci domande per verificare se l’AgCom abbia chiari gli effetti, le conseguenze e gli scenari futuri che il varo della nuova disciplina rischia di aprire.


Educazione, apertura al confronto e dovere istituzionale vorrebbero che l’AgCom rispondesse a queste domande e che se la risposta a una o più fosse negativa, l’Autorità si astenesse dal procedere nella direzione sin qui delineata, prendendo atto di non conoscere ancora a sufficienza la materia o, piuttosto, di aver, sin qui, sottovalutato le conseguenze dell’adozione della soluzione propostale dall’industria dei contenuti.


Ecco le domande:


1. Quanti procedimenti di rimozione di contenuti, in forza della nuova disciplina, l’Autorità pensa di trovarsi a gestire mensilmente?


2. In termini economici, quale è il costo che l’Autorità ha stimato per l’implementazione della nuova procedura e la sua gestione, incluso il costo per l’adeguamento dei sistemi che dovrà essere sostenuto dagli Internet service provider?


3. In termini economici di quanto l’Autorità ritiene che la nuova procedura sia idonea ad abbattere il danno da pirateria nel nostro Paese?


4. L’Autorità ritiene compatibile con il diritto alla difesa e quello a un giusto processo, un procedimento nell’ambito del quale, in meno di una settimana, si giudica della legittimità della pubblicazione di un contenuto, senza alcun coinvolgimento del soggetto che tale contenuto ha prodotto e pubblicato?


5. L’Autorità ritiene compatibile la disciplina che sta per varare ed il procedimento che attraverso essa si vorrebbe istituire con gli accordi TRIPS i quali, tra l’altro, stabiliscono che ogni eventuale procedimento d’urgenza (o cautelare) debba esser seguito a strettissimo giro da un giudizio di merito e che, il soggetto asseritamente autore della violazione in caso di "errore giudiziario" abbia diritto ad un indennizzo?


6. Quali sono, secondo l’Autorità, le ragioni per le quali un titolare di diritti d’autore dovrebbe adirla attraverso lo speciale procedimento in via di adozione piuttosto che ricorrere all’Autorità giudiziaria ordinaria?


7. L’Autorità ha, sin qui, raccolto la posizione e il parere, sul nuovo schema di delibera, della Guardia di Finanza, della Polizia e dei Giudici delle sezioni specializzate di proprietà intellettuale ovvero dei soggetti che, sin qui, hanno svolto il ruolo che essa ora intende attribuirsi?


8. L’Autorità ritiene di disporre di poteri regolamentari in materia di diritto d’autore diversi da quello a essa attribuito dal c.d. Decreto Romani e, dunque, oggi, dal testo unico sui fornitori di servizi media audiovisivi?


9. L’Autorità riterrà realizzati in violazione del diritto d’autore e disporrà, dunque, la rimozione di contenuti che siano il risultato di tecniche di creazione artistica digitale quali remix, mashup o, piuttosto, che incorporino porzioni di video tratte da trasmissioni televisive per finalità di cronaca, critica o satira politica?


10. L’Autorità ha affrontato il problema della conflittualità destinata a prodursi tra soggetti destinatari degli ordini dell’Autorità medesima [n.d.r. intermediari della comunicazione] e gli utenti, destinati a vedersi rimuovere un contenuto dall’intermediario senza alcuna possibilità di difesa?


Non resta che attendere le risposte e valutare su quelle le conoscenze della materia da parte dell’Autorità e la circostanza che quest’ultima abbia effettivamente dedicato al tema la dovuta attenzione.

02 luglio 2011

Psicoterapia sessuale.


Da un po’ di tempo non si fa che parlare, con sempre maggior coraggio e sempre minori tabù, di sesso praticato da personaggi pubblici che ne fanno un uso, pare,  indiscriminato e forse anche liberatorio. Ora, non è che ce l’ho in particolare con i vari smutandamenti di casa nostra che, a parte lo svezzamento di minorenni all’antica arte e lo sfruttamento da parte di loschi figuri della disponibilità  di giovani donzelle disposte a sacrificarsi in un talamo “qualunque” per raggiungere un obiettivo “qualunque”, nulla hanno di nuovo da raccontare, anzi, qui da noi è motivo di vanto assoluto farne tre o quattro nell’arco della giornata fra un impegno istituzionale e l’altro anche in età non particolarmente inclini . 
Sto solo notando una particolarità che non appartiene certo al presunto o presumibile maschio latino: il pentimento, vero o fasullo che sia.

Diciamo che, da Clinton in poi, succede sempre più spesso che il politico sorpreso con le mutande a mezz’asta fa una conferenza stampa, riconosce con voce contrita le sue colpe, si batte il petto e promette di farsi curare.
L’ultimo in ordine di tempo è Anthony Weiner, politico statunitense ed ex membro (?!?!) della camera dei rappresentanti per lo Stato di New York, ma più conosciuto come quello che mandava le foto con dedica del suo pisello a chiunque le richiedesse e ora dice che sta cercando aiuto presso un terapeuta per diventare una persona migliore e un marito migliore. La moglie, collaboratrice di Hillary Clinton e incinta, tace e per ora si rifiuta di accompagnarlo nel Mea Culpa Tour.

Ecco, quello che mi fa ridere è la storia della terapia. 

Weiner non è il primo e non sarà sicuramente l’ultimo a tirarla fuori (doppio senso del tutto intenzionale).
Per capire: quelli che fanno queste cose e hanno, nel contempo, una moglie o qualsiasi altra situazione che in qualche modo reprime la loro spontaneità naturale e che prevede di non mandare foto del pisello o messaggi porno a donne conosciute in rete, sono credibili o fanno solamente ridere quando dicono: “Ho sbagliato! Adesso mi faccio curare e torno più bello e più forte che pria!" (?!?!?)
Mi sono forse persa qualcosa e non ho saputo che hanno trovato una cura per la stronzaggine?? 

La psicoterapia è una gran cosa, per quelli che hanno dei problemi veri, delle sofferenze vere. Con una buona terapia si possono risolvere parecchi problemi comportamentali, disturbi da ansia e attacchi di panico, pippe, casini, dissociazioni e paranoie.
Ci sono solo due cose che la psicoterapia non fa: trasformarti in etero se sei gay, e farti diventare una brava persona se sei una testa di cazzo. Non ci vuole un terapeuta, per capire che se uno fa il cretino con qualunque cosa abbia una vagina, o dica di avercela, sei sleale verso la persona che hai sposato o con la quale hai preso un impegno. Uno si può nascondere, si nascondeva anche quello che abbiamo qua in casa, prima che la moglie si scocciasse di fare finta di niente e lo lasciasse libero di smutandarsi quanto gli pareva: il dolo esisteva anche prima che lo beccassero.
Il tentativo di trasformarlo in un problema psicologico è uguale a una di quelle difese farlocche da processo per omicidio: “Incapace di intendere e di volere perché il vicino che ha accoppato lo tirava scemo ascoltando Gigi D’Alessio a cannone a tutte le ore”.

Non c’è una cura per smettere di essere degli stronzi con troppi ormoni e poca considerazione del prossimo.
Sarà il caso che qualcuno, prima o poi, ne prenda atto.