29 luglio 2015

Cose che non sopporto.

Sono tante, forse troppe, tant'è che farei prima ad elencare quelle che mi vanno bene, ma non è il momento di fare classifiche per cui mi limiterò a sfogarmi su una di quelle più mi fa inc...are: la stronzaggine rivoluzionaria. Mi riferisco a quelle persone che sbraitano continuamente, in ogni occasione, contro il governo, contro lo stato, contro la burocrazia, contro i privilegi e soprattutto contro la corruzione che sappiamo dilaga imperitura e ipotizzano le soluzioni più drastiche per porre fine a questo sistema che non gli permette di avere un lavoro decente e mezzi adeguati per vivere come pare a loro.
Fin qua tutto bene, hanno ragione, la stronzaggine ancora non emerge.
Poi succede che si parla un po' con uno di questi tizi e si scopre che, pur essendo lui e la moglie disoccupati da tempo, in quattro anni ha rifutato almeno 5 posti di lavoro perché non erano consoni alle sue aspettative, preferisce aspettare occasioni migliori. E anche qua potrebbe essere giusto, se uno se lo può permettere, tanto di cappello! 
Si parla un altro po' e si scopre che ha una famiglia di 4 persone con gli immancabili smartphone in dotazione, un'automobile, una moto e ogni tanto va a farsi qualche week end nella sua terra d'origine perché le radici chiamano (ecchecazzo!!!). 
Parlando parlando viene fuori che paga anche l'affitto e allora mi sorge spontanea e ingenua la domanda: COME FA? Vanno bene la cassa integrazione, la mobilità e tutti gli ammortizzatori sociali possibili. Ovvia anche la deduzione che ci siano risparmi gestiti oculatamente ed eventuali aiuti parentali, ma...poi? 
Ed ecco che viene il bello: I SUSSIDI! Nonostante abbia evidentemente una situazione economica discreta che gli permette di dire no a lavori che non gradisce, ha trovato la maniera di farsi aiutare dal comune di residenza a pagare l'affitto e le bollette, e magari gli danno pure i buoni pasto e i buoni spesa.
Divento curiosa, sollecito il suo ego e gli chiedo come c'è riuscito. E la sua risposta è la più semplice di tutte: "C'ho degli intrallazzi buoni. Lo stato me lo permette, perché non dovrei approfittarne? Basta essere un po' più furbi di qualcun altro". 
Ecco: basta essere più furbi! 
Dici che quello stato e quel governo che tanto disprezzi, che prendi teoricamente a calci nel culo ogni volta che fa una legge, che si basa sulla corruzione, non fa niente per te? Sbagli! Ti permette di sottrarre illecitamente soldi pubblici che potrebbero essere distribuiti a chi ne ha veramente bisogno. STRONZO! 

P.S. Ogni riferimento a persone esistenti e fatti realmente accaduti non è assolutamente casuale!! 

25 luglio 2015

Dal Paese della libertà l'ultimo elogio ai campi di concentramento.

Da MZ Il giornale del ribelle.
Era troppo tempo che mancavano dalle cronache; prima o poi era destino che qualcuno ne riparlasse. Ci ha pensato venerdì scorso il mitico generale Wesley Clark.
Di che sto parlando? Ma dei cari vecchi campi di concentramento, signori miei.
Dopo i Lager, i Gulag, i Campi della Morte cambogiani, quelli di rieducazione in Cina, etc. sentivamo proprio la nostalgia di questa brillante invenzione dell’ingegno umano. Ora, ci saremmo aspettati di vederla riproporre, magari, da una monarchia sanguinaria o da un arretrato dittatore africano.
Invece no.
L’ultimo elogio ai campi di concentramento ci viene – guarda caso – da The Land of the Free, la terra degli uomini liberi, gli USA. E non da un membro qualunque del Tea Party o del Ku Klux Klan, ma niente di meno che da un generale democratico, distintosi sempre per le sue posizioni progressiste. Il generale, ora in pensione, che fu anche candidato democratico alla presidenza, Wesley Clark. Laureato a Oxford in filosofia, politica ed economia.
Ma veniamo ai fatti. Venerdì scorso, nel corso di un'intervista alla MSNBC, commentando l’ennesima mattanza commessa da un sedicente terrorista a Chatanooga in Tennessee, il nostro ha fatto un discorso davvero brillante.
Seguiamo il suo pensiero.
Dunque, dice il generale, abbiamo un problema in America. Siamo in guerra.
Il nemico è il terrorismo islamico.
Questo terrorismo tende ad affascinare le persone più instabili, quelle più facilmente ‘radicalizzabili’.
Dunque bisogna individuarle e ‘tagliare la mala erba’ da subito, dall’inizio.
Come fare? Il bravo generale va anche nel dettaglio. Dice letteralmente “c’è sempre stato un certo numero di giovani alienati che non hanno un lavoro, che sono stati lasciati dalla ragazza, che non stanno bene in famiglia. Noi dobbiamo osservare questi segnali. Ci sono membri della comunità che possano entrare in contatto con queste persone e farle ravvedere e incoraggiarle a guardare le cose positive che abbiamo”.
E se non ci si riesce, se questi giovani ‘sfigati’ senza lavoro, ragazza e famiglia continuano imperterriti a scivolare verso il terrorismo? Beh, in tal caso – continua il nostro inossidabile Clark – visto che siamo in guerra, bisogna trovare una soluzione, no? “Se queste persone diventano degli estremisti e non sono dalla parte degli Stati Uniti, se sono sleali verso gli Stati Uniti, come questione di principio, bene. È un loro diritto ma è anche nostro diritto e dovere di separarli dalla comunità civile per tutta la durata del conflitto”.
Non fa una piega. Capite genitori? Se avete un figlio senza ragazza, che ha perso il lavoro e che magari si fa qualche canna di straforo – in breve il prototipo dell’’americano sleale’ - ve lo potete trovare da un giorno all’altro in un bel campo di concentramento a stelle e strisce.
Non finisce qui, il nostro generale continua imperterrito: “io credo che a livello di politica nazionale abbiamo bisogno di guardare a ciò che la radicalizzazione significa, perché siamo in guerra con questo gruppo di terroristi. Essi hanno una ideologia”.
E qui arriva la ‘perla’, il richiamo a uno dei più brillanti esempi di libertà made in USA, ma ascoltiamo Clark: “durante la seconda guerra mondiale, se qualcuno parteggiava per la Germania nazista contro gli Stati Uniti, non gli dicevamo che c’era libertà di parola, lo sbattevamo in un campo di concentramento, erano prigionieri di guerra”.
Chiaro? La guerra è guerra, amici.
Poco importa se le guerre vengono inventate per poter consentire ai governi di comportarsi come se ci fossero. Questi sono dettagli, sicuramente tirati fuori dagli ‘americani sleali’.
Finisce qui?
No, il generale ha pensato a tutti, anche agli ‘alleati’ dell’Impero in guerra.
“Penso che dovremo usare sempre maggiore durezza in questa situazione, e non solo negli Stati Uniti, ma anche i nostri alleati come la Gran Bretagna, la Germania e la Francia dovranno esaminare le loro leggi nazionali”.
Per fortuna che non ha citato l’Italia, se no con tutti gli sfigati di casa nostra non bastava una regione per internarli.

Piero Cammerinesi

22 luglio 2015

Italian job e Plutone.

In tempi non sospetti.....
Da Schegge taglienti di Alessandra Daniele (24 settembre 2012)

Sergio Marchionne ha un nuovo grande progetto imprenditoriale da proporre a governo e sindacati: si chiama ”Astronave Italia”, prevede l’investimento di ventimila miliardi di euro, e richiede la disponibilità dei lavoratori a superare obsoleti massimalismi, rigidità ideologiche, e diffidenze ingiustificate, per mettersi in gioco in un’impresa che farà ripartire l’intera economia europea.
La FIAT ha ottenuto dalla NASA la concessione per costruire i moduli della prima base terrestre che sarà assemblata e insediata su Plutone. Le strutture modulari della”PlutUno” dovranno essere realizzate in base alle condizioni climatiche e gravitazionali del pianeta, alle quali dovranno adeguarsi anche gli operai impegnati nella sua costruzione qui in Italia.

– La gravità di Plutone è meno d’un decimo di quella terrestre. Gli operai saranno perciò tenuti a sostenere un carico di lavoro più di dieci volte superiore al consueto.
– Il giorno solare di Plutone dura più di sei giorni terrestri. L’orario di lavoro sarà quindi proporzionato, con turni di 48 ore consecutive, più 720 ore di straordinario all’anno.
– La temperatura su Plutone è sempre inferiore a duecento gradi sotto zero, e l’atmosfera è composta prevalentemente da metano. Gli stabilimenti italiani FIAT dove saranno costruiti i moduli della ”PlutUno” saranno quindi privi di qualunque sistema di climatizzazione e depurazione, agli operai sarà necessario adattarsi.
– L’anno solare di Plutone dura 248 anni terrestri. L’età minima pensionabile verrà perciò raggiunta solo dopo almeno 7440 anni d’anzianità.
– La concessione NASA richiede inoltre una serie di norme di sicurezza dirette a prevenire sabotaggi, e spionaggio industriale/internazionale. Ogni operaio addetto alla fabbricazione dei moduli sarà schedato, e costantemente monitorato attraverso un microchip sottocutaneo che ne consentirà anche la rapida identificazione in caso di smarrimento. Non saranno ammesse attività che possano costituire un intralcio o una minaccia alla realizzazione del progetto, come l’appartenenza a organizzazioni sindacali e politiche non allineate.
”Astronave Italia” è assolutamente affidabile, metterne in discussione credibiltà e sostenibilità è inammissibile complottismo veterocomunista economicamente suicida.
Iniziative imprenditoriali come questa sono ciò di cui ha bisogno il paese per tornare efficiente e competitivo. Le norme contrattuali concepite per ”Astronave Italia” dovranno essere estese a tutte le altre fabbriche d’Italia, e successivamente anche a tutti gli altri contratti di lavoro.
Ancora una volta Sergio Marchionne potrà contare sul convinto appoggio del governo in merito.

21 luglio 2015

Perché ci sono sere...

Perchè ci sono sere in cui la nostalgia ti prende la gola e non ammette raziocinio.
Perché ci sono momenti in cui vorresti essere da un'altra parte, in quel mondo che credevi possibile solo perché ci credevi.
Perché vorresti sognare ancora e immaginare che...chissà se sarà ancora possibile...
Perché piangere non serve, sprechi solo lacrime per qualcosa che non esiste, come l'isola in fondo al cammino.
E allora, se sognare non è più concesso, allora non resta che fare buio, alzare il volume e...sognare ancora.


19 luglio 2015

...sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce, anche gli uccelli faranno ritorno...

Renzi: tassa sulla prima casa abolita dal 2016!
Matteo Renzi come Silvio Berlusconi dei tempi d'oro: dal 2016, promette il premier, via la tassa sulla prima casa che oggi si chiama Tasi e che ha sostituito l'Imu sull'abitazione principale, l'imposta introdotta dal governo Monti per ragioni di cassa dopo che l'ex Cavaliere con una manovra elettoralistica, elezioni 2008, l'aveva abolita (allora si chiamava Ici).
Ora Renzi ricalca quei passi con un annuncio che sembra guardare all'elettorato, secondo gli ultimi sondaggi un po' freddino con il Pd e con il gradimento nei confronti del premier in leggero calo.

http://www.soldiblog.it/post/106756/tassa-prima-casa-abolita-dal-2016-renzi

Che dire? Ci stanno solo bene le parole della canzone di Lucio Dalla:

" ...sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
ogni Cristo scenderà dalla croce
anche gli uccelli faranno ritorno.


Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno,
anche i muti potranno parlare
mentre i sordi già lo fanno.

E si farà l'amore ognuno come gli va,
anche i preti potranno sposarsi
ma soltanto a una certa età,
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
saranno forse i troppo furbi...
E i cretini di ogni età ..." 



"Esiste una stanchezza dell'intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. 
Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell'emozione. 
È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l'anima".

Fernando Pessoa | Il Libro dell'Inquietudine


18 luglio 2015

Sono sopravvissuti alla miseria e al mare attraversato, ma moriranno di fronte al nostro odio.

Volevo commentare quello che è successo a Treviso, ma anche a Roma, e forse in tanti altri posti e tante altre volte. 
Mi sono chiesta se coloro che si sono così violentemente opposti all'arrivo di uno sparuto gruppo di immigrati nei loro bei quartieri abbiano pensato a come si sentivano quelle persone scappate dall' inferno a sentirsi rifiutate come appestati. 
No, non l'hanno pensato, altrimenti li avrebbero guardati negli occhi e abbassato lo sguardo, arrendendosi alla disperazione di chi, pur di cercare di sopravvivere, affronta consapevole rischi mortali senza sapere da che parte e quando possono arrivare.
Volevo commentare, ma le parole sono sempre le stesse e si ripetono da troppo tempo uguali. 
Ed è anche inutile sperare che il tempo cambi le cose, il tempo trascorre soltanto, il resto dobbiamo farlo noi. 
E se non cambiano noi tutto rimarrà uguale.

Ecco invece le parole di Savina Dolores Massa:

Treviso, 17 luglio 2015

Avreste potuto domandargli almeno il nome
avreste potuto ascoltare la loro parlata
sapere chi avevano lasciato a casa:
una madre? un nonno? un albero.
Avete urlato
sulla loro assenza umana
un odio neppure illibato o originale
già visto mille volte nella Storia
naufragato sempre tra ossa bianche
rotule, mandibole, costole
così come possediamo tutti.
Bianche
come gigli da Prima Comunione.
Ricordate?
Voi che temete piaghe da contagio
sulla vostra perfezione di razza
oggi godetevi la vittoria
e proseguite pure
a vivere nel malaffare di Stato
al quale date il culo vile in riverenza:
più facile urlare sopra una paura
di un disorientato
muto
solo
nero
come la notte tanto bella che ammirate.
Contatevi pure le stelle in armonia
esprimete desideri
dopo aver schiacciato il sogno altrui
e ne ridete.


12 luglio 2015

La quadratura del cerchio.

Avevo fatto il tifo per il NO al referendum greco e ha vinto il NO. Mi aspettavo qualcosa, che so, un'impennata d'orgoglio, un rifiuto categorico delle imposizioni forte dell'appoggio della maggioranza della popolazione che con quel NO, consapevole dei rischi, aveva scelto di liberarsi dai diktat della UE, del FMI e della Bce.
E invece che è successo? Il governo greco ha accettato un pacchetto di misure economiche ancora più dure di quelle proposte precedentemente. Più del 61 per cento degli elettori ha respinto le misure che il governo ha adottato dopo il referendum. Quindi la domanda sorge spontanea: perché indici un referendum se poi lo vinci e sembra che lo hai perso?

Cambiano le maschere ma le bugie sono sempre le stesse. Dicono cose, sembra che sappiano di cosa parlano, sembrano convinti, si ergono a paladini, chiedono sostegno fino a che non sono al potere....e poi? Poi è tutta una manfrina, cose recitate e imparate a memoria.
In altre parole, a Tsipras è riuscito, anche grazie alle pressioni americane sull'UE, un capolavoro politico che era sfuggito ai suoi meno abili o più sfortunati predecessori: 
fare "approvare dal popolo"... il memorandum della Troika!! 
La quadratura del cerchio capitalista. 
E la quadratura del cerchio è possibile a lui grazie all'equivoco sul colore politico del governo in carica, come in Italia e altrove. E' così che si prende in giro il popolo: ad un partito e un governo che si autodefiniscono "di sinistra" è consentito fare le stesse porcherie di quelle che combina la destra senza pagare pressoché alcun pegno. 
E non mi venite a dire che non sono tutti in vendita!! 

 

07 luglio 2015

Ode a Samo


Andreas Kalvos (Zakynthos 1792- Londra 1869)

Coloro che si sentono addosso
la pesante bronzea mano della paura
si tengano pure il giogo della schiavitù;
vuole virtù e coraggio
la libertà.
Fu lei a dare le ali ad Icaro
(ché il mito nasconde un seme di verità);
e se è vero che cadde,
l’alato, e che fu soffocato
dal mare,
cadde però dall’alto del cielo,
e morì libero.
Se mai dovessi diventare
preda senza onore di un tiranno, pensa bene
a quanto sarà atroce la tua tomba.

(traduzione di sveva tedeschi)

http://ilmanifesto.info/ode-a-samo-1826/

06 luglio 2015

OXI!!! La dignità ha sconfitto la paura.

No a chi voleva mandare a fondo una intera nazione, in nome dei vincoli di bilancio. 
No a chi voleva continuare a tenere in scacco sei milioni di cittadini e cittadine di questo piccolo grande paese. 
No a chi sbagliando pretende di continuare a sbagliare, e a dettare legge a tutti.
Grande affermazione e grandi prospettive! La Grecia è arrivata a questo in completa solitudine, e ce la sta facendo. Però ora Tsipras ha il dovere di fare "qualcosa di sinistra" come aveva promesso, perché solo una politica di grande redistribuzione delle ricchezze può salvare l'Europa, e la Grecia per prima. 
Per ora diciamo un grande GRAZIE al popolo greco per la speranza che ci ha regalato.

Ah, dimenticavo: Renzino, mò la cravatta stringitela intorno al collo .... forte forte mi raccomando!

Un'altra cosa: visto che abbiamo tanto amato questa lotta per la dignità, che ne direste di mettere in pratica ciò che abbiamo imparato? 

04 luglio 2015

Il fatto è che....

Di Andrea Papi
Il fatto è che non abbiamo più a che fare con un sistema di potere unico, ben strutturato e impostato. C’è un insieme di sistemi in sinergia che tendono a conservarsi l’un l’altro, ma che sono anche in competizione fra loro. Mirano a conquistare egemonie, in tendenza permanenti e legate a situazioni specifiche. Ciò che oggi è sovrastante, in grado di esercitare il dominio su tutto, non è una classe che decide la politica economica e impone le sue scelte. È egemone invece una specie di oligarchia finanziaria, non assimilabile a nessuna struttura di classe come si supponeva per la borghesia, ma a un magma fluido, anonimo e non strutturato, che si muove in continuazione tra le fluttuazioni finanziarie al di là della concretezza cartacea del denaro. Senza comandare direttamente s’impone influenzando, ricattando, costringendo.
Come si può uscire da tutto ciò? (...uscire dall’insieme dominante dei sistemi...) Si dovrebbe creare a poco a poco un modo alternativo e rivoluzionario di essere società, con l’intento in tendenza di sostituirlo al presente. Tendere a creare "una società nella società". Un cuneo sovversivo, non autarchico né autocratico, che in seno alla vigente società fondi un altro modo di essere, di vivere e di relazionarsi, mutualisticamente e cooperativamente, con lo scopo e la prospettiva politica di espandersi fino a sommergere e sostituire l’esistente.

Oxi o Nai? Sinistra o destra? Peste o colera?

Sono d'accordo con quanto scritto nell'articolo che segue, l'unica differenza è che trovo che fare sacrifici liberi da una catena sia preferibile che farli sotto il giogo dell'imposizione.
Da Finimondo
"Nulla esplode come un pozzo di petrolio, e gli insorti tendono a dare fuoco".
Sono le parole rilasciate alcuni anni fa da un economista ad Al-Jazeera. Sono anche le parole che ci vengono in mente in questi giorni, quando l'attenzione generale è rivolta verso il paese noto per aver dato i natali alla democrazia, alla civiltà, alla filosofia. La tragedia greca del terzo millennio sta arrivando di nuovo al suo atto cruciale. Dopo anni di prestiti, tiraemolla e dilazioni che hanno permesso allo Stato ellenico di tirare una boccata d'aria, di procrastinare il momento del dramma — il naufragio definitivo — ora pare che ci siamo sul serio. La bancarotta, l'uscita dall'euro e dall'Unione Europea?, sono alle porte. E le Borse europee crollano in preda al panico.
Il governo di Syriza, sfidando le direttive dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, ha infatti respinto la proposta «straordinariamente generosa» (a detta di Merkel) dei suoi creditori internazionali, pronti a sborsare altri miliardi di euro in cambio dell'ennesimo massacro sociale. Anziché accettare e ringraziare, Tsipras ha preferito indire un referendum per il prossimo 5 luglio e lasciare che sia la «libera volontà» (?!) dei greci a decidere in merito, invitando i suoi connazionali a votare no. Diplomatici e banchieri non l'hanno presa bene, non capendo perché mai un governo dovrebbe chiedere ai suoi rappresentati di schierarsi contro una loro decisione.
E così, siamo in pieno decervellamento mediatico. Con il cuore che batte giusto sotto il portafoglio, tante persone dabbene sostengono che quel referendum è incostituzionale e ricordano ai greci che i patti sono patti, i debiti vanno saldati e chi sperpera allegramente può prendersela solo con se stesso. Con il cuore che batte giusto sotto la carta d'identità, tante persone dabbene affermano che quel debito è illegittimo e ricordano ai greci che i valori sono valori, la dignità va salvata e chi specula vergognosamente può prendersela solo con se stesso.

Per gli uni come per gli altri, per la Grecia ci sono solo due scelte a disposizione. Accettare le condizioni pretese dall'Unione Europea e dal FMI, andando incontro ad anni terribili pieni di sofferenze (che i greci potranno attribuire all'avidità di diplomatici e banchieri). Oppure dichiarare la bancarotta, andando incontro ad anni terribili pieni di sofferenze (che diplomatici e banchieri potranno attribuire alla testardaggine dei greci).
Oxi o Nai? Sinistra o destra? Peste o colera? È il dilemma a cui siamo condannati in questo eterno ritorno del presente. Finché non sarà la domanda stessa a cambiare, qualsiasi sia la risposta il risultato sarà sempre il medesimo: anni terribili pieni di sofferenze. Ecco perché ci vengono in mente le parole dette da quell'economista al media arabo. Qui in Europa non ci sono grandi giacimenti di petrolio, i pozzi non esplodono granché. Ma nulla brucia come il fuoco greco...