27 ottobre 2018

Pomeriggio lento...


Sabato pomeriggio pigro, un po' piove e un po' no, senza decisione. L'autunno si fa vedere in faccia con i suoi lenti movimenti di colore. Però non è male questa sensazione, una calma strana, dolce e malinconica per qualcosa che si lascia andare senza rimpianti, in attesa di quello che succederà. Strano anche questo illanguidirsi delle ore mentre i giorni si fanno sempre più corti. Volto le spalle alle cose, guardo fuori e mi rimbalza negli occhi un luccichio, gocce di pioggia sulle foglie che catturano un insinuante raggio di sole. Piccole folate di vento scompongono le chiome degli alberi che lasciano cadere a terra le sue carezze. Uno stormo in volo accompagna il mio caffè, proprio mentre un sax parla sommessamente d'amore, quasi un'addio a chi se ne va tenendosi stretta l'intensità del vissuto. C'è luce nel volo di quegli uccelli, c'è speranza, come se il viaggio riprendesse dall'inizio, a cercare di nuovo quel che si lascia. 

24 ottobre 2018

Disgusto.

Certo l'originalità non manca: Fedez festeggia il compleanno in un supermercato mettendo a disposizione degli invitati l'intero assortimento di cibi, bevande e quant'altro. Lasciatemi dire però che è un'originalità pacchiana, tanto banale quanto il successo come influencer della sua mogliettina, che ancora devo capire che razza di mestiere sia e come sia possibile che uno possa diventare ricco e famoso facendosi dei selfie, ma lasciamo perdere.. Una festa dicevo, che partiva originale (almeno nella testa dei protagonisti) e che si è poi trasformata in una disgustosa ed assoluta mancanza di rispetto e di senso civile e in una vergognosa ostentazione di lusso sfrenato.
Cibo lanciato a terra, gente nei carrelli con le scarpe, bibite bevute e poi rimesse con nonchalance al proprio posto, verdure strusciate su seni e fondoschiena, panettoni presi a calci sono solo alcune delle scene raccapriccianti condivise sui social dagli invitati. 
Ma, al di là dello scempio incommentabile, sto pensando alle migliaia di persone, giovani soprattutto, che li osannano e prendono ispirazione da questi tamarri milionari. Cosa diventeranno? Cosa ne faranno della loro vita? Dove andranno a pescare gli ideali e i valori che necessitano per un vivere civile? 
D'accordo, ci sono cose peggiori al mondo, ma questi atteggiamenti sono uno dei tanti sintomi di una malattia e la malattia è un sistema economico che permette che metà mondo soffra la fame e la sete mentre l'1% ne detenga la ricchezza complessiva. 
E non c'è niente di più esplicativo per spiegare la sostanza del capitalismo: l'immagine di un lavoratore che si spezza la schiena sotto il sole che si infrange contro quella di una parassita milionaria in un carrello, con il cibo spalmato addosso. Mi basta guardare questa immagine per capire che non c'è niente di più convincente per capire e confermare che stiamo sbagliando tutto.



18 ottobre 2018

"Ho visto cose bellissime, grazie alla diversa prospettiva suggerita dalla mia perenne insoddisfazione, e quel che mi consola ancora, è che non smetto di osservare."

Edgar Degas



09 ottobre 2018

Cronaca.

Faccio sempre più fatica a seguire l'attualità, a farmi coinvolgere dalle vicende politiche, ormai ho perso ogni velleità di riscatto e ogni speranza che certi ideali si possano concretizzare anche solo in minima parte. C'è però una cosa che squarcia questa mia desolata rassegnazione ogni volta che sento certe notizie di cronaca, un elenco che si sta allungando sempre di più: l'elenco di bambini e ragazzi vittime innocenti della furia dei padri. Non più solo testimoni abusati psicologicamente dalle violenze domestiche tra padre e madre, non più solo testimoni della violenza subita da un genitore, non più solo costretti a subirla loro stessi e comunque a vivere nel terrore di improvvise esplosioni di rabbia, ma sempre più spesso scelti come bersaglio, vittime dirette di quella violenza.
Il sanguinoso fenomeno della violenza sulle donne sempre di più si allarga alla violenza sui figli, per colpire ancora di più la donna che si vuole punire. 
Non è solo l’annullamento della donna, è un azzeramento che diventa totale.
E i figli diventano sempre più vittime di tutto questo. Vittime ancora più indifese delle donne, già troppo spesso lasciate sole.
L’episodio di Taranto, con un ragazzo di 14 anni ferito in un primo momento e la sorellina di 6 anni gettata poi dal terzo piano, nei modi e nei tempi è l’ennesimo esempio di tutto ciò. Ma è solo l'ultimo in ordine di tempo, prima ce ne sono stati tanti, già troppi altri. Piccole vittime che vengono uccise dalla mano di chi, più di ogni altro, avrebbe dovuto proteggerle. Figli e figlie ammazzati perché considerati "di proprietà". E’ impossibile quindi non correlare questi omicidi con la stessa motivazione che porta gli uomini ad uccidere le proprie partner o ex partner: 
il possesso.
C'entrano poco la follia o il raptus. Quando un padre arriva ad uccidere i propri figli lo fa per rivendicare il suo potere rispetto ad una situazione che è sfuggita al suo controllo, per un sentimento di vendetta nei confronti della partner, che si sta sganciando dalla sua morsa.
La paura che questo si verifichi è uno tra i primi concreti ostacoli che le donne vittime di violenza incontrano quando pensano di lasciare o di denunciare i loro aguzzini. Sono terrorizzate che quell'uomo possa vendicarsi nel modo più atroce ed insostenibile: uccidendo ciò che di più caro hanno al mondo.
Questi uomini sono mariti e padri, incapaci di qualsiasi empatia, incapaci di pensare all'altro come una persona, con i propri diritti e quindi la possibilità di fare scelte autonome. Un figlio altro non è che un oggetto, rispetto al quale solo loro hanno potere decisionale.
Ecco allora che il pensiero assoluto "O mia o di nessuno" viene esteso anche ai figli, che non possono avere speranza di vita lontano da quel padre o dalle sue regole.
Quello che è successo a Taranto, altro non è che l’ennesimo caso in cui non siamo stati in grado di tutelare in maniera adeguata una madre ed i suoi figli. Perché ancora troppo frequentemente succede che le donne paghino con la vita il loro tentativo di riscatto dalla violenza. Questo vale purtroppo anche per i bambini e le bambine.
E purtroppo quanto accaduto ci porta tragicamente alla politica, a riflettere su quanto poco interesse ci sia intorno a questa deriva preferendo argomenti propagandistici che niente hanno a che fare con la tutela dei più deboli. Si parla di emigrazione, di denaro e di interessi sovranazionali, di regolamentazioni, di obbligatorietà. Si fanno chiudere i centri di assistenza e si liberalizza l'uso delle armi. Si discriminano ancora le donne sul lavoro privandole di ogni alternativa alla dipendenza dal partner. 
E si potrebbe continuare all'infinito, ma ormai questi argomenti sanno quasi di stantio tanto sono secolari. 
Non li vedrò risolti nel tempo che mi resta da vivere e morirò con l'insoddisfazione di non aver avuto la forza e il coraggio, la pazienza, la rabbia e l'amore per raccontare la luce e il buio di ogni vittima capitata in questo sistema inventato da qualcuno che odiava i sogni e la ragione. 
Ma per l'amore che porto a questa immensa umanità, così bella e brutta com'è, so che prima o poi qualcuno toccherà l'orizzonte e allora noi saremo là, donne, uomini e bambini senza la paura di sperare ma solo con il coraggio di continuare.