29 gennaio 2022

Desideri e delusioni.

Ho aderito come fondatrice ad un Collettivo che si propone come organizzazione di volontariato ed ha come obiettivo principale la socializzazione, con particolare attenzione ai bisogni del territorio, sia come supporto alle difficoltà, sia come divulgatore di cultura. Ora, come mio solito, prendo molto sul serio le cose che faccio e mi ci metto d'impegno. Succede però che, nonostante gli entusiasmi iniziali, la mia impressione non corrisponda alle aspettative. Nel senso che le delusioni sono all'ordine del giorno perché quello che io intendo per "attenzione ai bisogni del territorio" non corrisponda esattamente a quello che intendono i miei co-fondatori.

Io aderisco alle iniziative che propongono incontri con personaggi (musicisti, scrittori, filosofi, giornalisti) che possono dare contributi, però vorrei che questi incontri (sempre che sia possibilie realizzarli vista l'entità di tali personaggi auspicati) fosse finalizzato a qualcosa di concreto, tipo qualcosa di coerente con la parola "volontariato" e "socialità" di cui ci siamo appropriati quando abbiamo deciso questa iniziativa. Invece la mia impressione è che ci si ritrovi per condividere semplicemente un desiderio, un'opportunità che singolarmente non sarebbe attuabile. Organizzare un concerto jazz o invitare Bifo o Erri De luca ad un incontro è estremamente elettrizzante ma ci deve essere uno scopo, altrimenti resta un piacere fine a se stesso con la possibilità di adesioni limitate ad estimatori.
Inoltre trovo un conformismo che non mi piace per niente. Mi spiego: siamo tutti abbastanza "anziani", provenienti da un '68 di ribellione. Alcuni hanno una militanza piuttosto importante nel partito comunista di quel tempo. Mi sarei aspettata una reazione attiva e non sicuramente passiva alla situazione odierna. Non voglio con questo definire una posizione pro vax o no o green pass o no. Vorrei semplicemente un'opinione invece che un'accettazione. Sì, lo ammetto, anche un'accettazione può essere un'opinione, ma informarsi ansiosamente quando, dove e come si può fare la terza o la quarta dose di vaccino per essere liberi di muoversi non è esattamente un'opinione. E' uniformarsi. E' accettare passivamente. E' non farsi domande. E' indifferenza. Sì, perché indifferrenza è quando non ci si chiede perché. Quando ci si lascia trasportare. Quando si accettano ricatti e compromessi per il quieto vivere. Quando pur di sopravvivere alla bell'e meglio ci si scorda degli ideali che ci avevano motivato così fortemente da riuscire a cambiare, almeno in parte, la storia. E per me, dimenticarsi o ignorare quegli ideali è una profonda delusione. Io c'ho vissuto e basato le mie scelte di vita con quegli ideali e non riesco a dimenticarli o a metterli da parte perché qualcuno mi dice come mi devo comportare per vivere liberamente. NO.
E il problema nasce qui: vorrei fare qualcosa di concreto per il mio paese, per il mio territorio, per la gente che mi vive accanto, che ha bisogno di supporto, ma non riesco a farlo da sola, non ne sono in grado, non ne ho i mezzi. Possibile che non riesca a trovare il modo?
Anici miei, sono contenta di avervi ritrovato e stare insieme è sempre un piacere, ma non è che una bottiglia di vino e un lauto pasto possano cambiare qualcosa. Bisogna impegnarsi in tutti i campi e responsabilizzarsi. Sul serio.