Questo post è un invito ad approfondire la conoscenza della FAI e della vera
anarchia: con essa poi ci si potrà trovare legittimamente può o meno
concordi ovvero discordi, ma che di essa non si debba dire che sia un
qualcosa di incivile, rozzo, barbaro, violento o quant’altro di
insultante, perché è l’esatto opposto e di certo è idea più elevata e
sublime di molte di quelle che oggi reggono la nostra “civile” e
“libera” società contemporanea…
Noi crediamo che la più gran parte dei mali che affliggono gli uomini
dipende dalla cattiva organizzazione sociale, e che gli uomini volendo e
sapendo, possono distruggerli.
La società attuale è il risultato delle lotte secolari
che gli uomini han combattuto tra di loro. Non comprendendo i vantaggi
che potevano venire a tutti dalla cooperazione e dalla solidarietà,
vedendo in ogni altro uomo (salvo al massimo i più vicini per vincoli
di sangue) un concorrente ed un nemico, han cercato di accaparrare, ciascun
per sé, la più grande quantità di godimenti possibili,
senza curarsi degli interessi degli altri. Data la lotta, naturalmente
i più forti, o i più fortunati, dovevano vincere ed in vario
modo sottoporre ed opprimere i vinti.
Fino a che l'uomo non fu capace di produrre di più di quello
che bastava strettamente al suo mantenimento, i vincitori non potevano
che fugare e massacrare i vinti ed impossessarsi degli alimenti da essi
raccolti.
Poi, quando con la scoperta della pastorizia e dell'agricoltura un uomo
potè produrre più di ciò che gli occorreva per vivere,
i vincitori trovarono più conveniente ridurre i vinti in schiavitù e farli lavorare per loro.
Più tardi, i vincitori si accorsero che era più comodo,
più produttivo e più sicuro sfruttare il lavoro altrui con
un altro sistema: ritenere per sé la proprietà esclusiva
della terra e di tutti ì mezzi di lavoro, e lasciar nominalmente
liberi gli spogliati, i quali poi non avendo mezzi di vivere, erano costretti
a ricorrere ai proprietari ed a lavorare per conto loro, ai patti che
essi volevano.
Così, man mano, attraverso tutta una rete complicatissima di
lotte di ogni specie, invasioni, guerre, ribellioni, repressioni, concessioni
strappate, associazioni di vinti unitisi per la difesa, e di vincitori
unitisi per l'offesa, si è giunti allo stato attuale della società
in cui alcuni detengono ereditariamente la terra e tutta la ricchezza
sociale, mentre la gran massa degli uomini, diseredata di tutto, è
sfruttata ed oppressa dai pochi proprietari.
Da questo dipendono lo stato di miseria in cui si trovano generalmente
i lavoratori, e tutti i mali che dalla miseria derivano: ignoranza, delitti,
prostituzione. Da questo, la costituzione di una classe speciale (governo),
la quale, fornita di mezzi materiali di repressione, ha missione di legalizzare
e difendere i proprietari contro le rivendicazioni dei proletari; e poi
si serve della forza che ha, per creare a sé stessa dei privilegi
e sottomettere, se può, alla sua supremazia anche la stessa classe
proprietaria. Da questo, la costituzione di un'altra classe speciale (il
clero), la quale con una serie di favole sulla volontà di Dio,
sulla vita futura, ecc., cerca d'indurre gli oppressi a sopportare docilmente
l'oppressione, ed al pari del Governo oltre a fare gli interessi dei
proprietari, fa anche i suoi propri. Da questo, la formazione di una scienza
ufficiale che è, in tutto ciò che può servire agl'interessi
dei dominatori, la negazione della scienza vera. Da questo, lo spirito
patriottico, gli odi di razza, le guerre, e le paci armate talvolta più
disastrose delle guerre stesse. Da questo, l'amore trasformato in tormento
o in turpe mercato. Da ciò l'odio più o meno larvato, la
rivalità, il sospetto fra tutti gli uomini, l'incertezza e la paura
per tutti...
In fondo, da cosa è formata la nostra realtà, le nostre verità quotidiane – in tantissime circostanze – se non da utopie divenute appunto realtà? E’ curioso rileggere la storia della civiltà umana e scoprire quanti casi vi siano a dimostrazione di ciò: che la Terra girasse attorno al Sole non era considerata una grande utopia – persino riprovevole, tanto da costare al povero Galileo lunghi anni di prigione? Cristoforo Colombo non inseguì una utopia nel dirigersi verso l’ignoto cercando le Indie e trovando addirittura un nuovo continente? Non erano utopie il volo umano, la televisione, l’uomo sulla Luna – ovvero, cambiando argomenti, la pari dignità della donna in tante società, un “certo” benessere, la libertà di espressione, certi progetti sociali? Di contro, è ugualmente curioso – e oltremodo interessante – scoprire quante verità ritenute certe, assodate, indiscutibili, sulle quali si era fondato e costruito gran parte del mondo, si siano rilevate irrazionalità, assurdità, anche errori spesso fatali: per riprendere l’esempio “galileiano” prima portato, quanti scienziati nel passato, per aver scoperto e annunciato nuove verità opposte a quelle accettate dai poteri vigenti (scientifici e non), conobbero le più atroci pene?
Ma anche tanti di coloro che si batterono per nuovi e migliori sistemi sociali, appunto, che in qualche modo potessero di conseguenza migliorare la vita e l’esistenza di quelli che ne facevano parte, hanno subìto sovente una brutta fine – anche solo per il fatto che le loro teorie, buone o cattive che fossero, andavano ad intaccare l’egemonia dei poteri vigenti e dominanti; e chissà quanti meravigliosi progetti di sviluppo sociale – e non solo: politico, economico, culturale e così via – sono divenuti utopie loro malgrado, ovvero così resi dal corpus dei poteri che li avversavano e che vedevano in essi una loro potenziale condanna… Tuttavia la storia dell’umanità ci parla anche di progetti considerabilmente utopici, nella loro essenza originaria, che sono stati capaci di trovare la strada della realizzazione concreta ma che poi si sono rilevati assai diversi da quanto la loro teoria sembrava esporre, per i più svariati motivi....
..............continua su L'utopia possibile di Luca Rota