15 aprile 2017

Ho bisogno di tempo.


Per fermarmi a sentire l'esistere. 
Ho bisogno di tempo per sviare l'ansia dell'inquietudine e farne bagaglio da disfare. 
Per viaggiare con la mente al di fuori delle idee, dei contratti, dei mantra e dei sodalizi. 
Per raccogliere frantumi di senso e farne mosaico.
Ho bisogno di tempo per distinguere la passione, perderla per cercarla, coccolarla e poi lasciarla andare. 
Per scegliere il vizio e farne virtù. 
Per annusare la noia e perderne il sapore.
Ho bisogno di tempo per togliere etichette e cucire la fantasia. 
Per allentare gli elastici e respirare. 
Per veder crescere una pianta e assaggiarne la gratitudine.
Per smettere l'urgenza e centellinare il desiderio.
Scusate...esco a fare due passi...forse torno...

06 aprile 2017

Un mondo sordo.

Il gas, subdolo e vile come chi lo usa. Fu creato, guarda un po', dai nazisti e usato da chi quei metodi ripercorre. Ma non è da adesso che inorridiamo di fronte a queste stragi, sono anni che si continua ad uccidere, per il potere, per il dominio o anche solo per lo sterminio. Perché il consiglio di sicurezza dell'ONU ha questa impennata di indignazione? Forse che le morti per i gas sono più gravi di quelle avvenute con altri metodi? 
Siamo di fronte ad un mondo sordo che sembra dire: "puoi uccidere ma non con le armi chimiche!"
A me viene da pensare principalmente a due cose: a quel cinismo di ritorno che ammanta le nostre vite, quelle impotenti di cittadini comuni che si rendono conto di non poter far nulla se non gridare una frustrante indignazione per la morte, i gas, le stragi, per tutte le guerre indistintamente, e a quel cinismo opportunista ben rodato dei grandi e piccoli professionisti della geopolitica, che potrebbero fermare i massacri ma decidono in base a convenienze, alleanze, circostanze e situazioni.
E’ un quadro cupo, apparentemente senza vie d’uscita. 
Come l’attuale realtà dove tutti gli attori interni ed esterni dovrebbero tornare sui propri passi, accettare censure, praticare ritiri, restituire sogni a quei bambini a cui rubano la vita. 
Ma non lo fanno.





03 aprile 2017

E' che non ho niente da dire.


Si può parlare di tutto, sempre, dovunque, gli argomenti non mancano, ma sto vivendo una specie di apatia che mi toglie la voglia di partecipare, come se tutto fosse già detto, ripetuto, consumato. Mi assale l'inutilità del reiterare e aspetto qualcosa che distolga i pensieri dalla protettiva morbidezza del quotidiano. Cerco l'originalità nello scorrere lento del tempo che sempre si ripete incurante dei miei desideri.
L'alba, il giorno, la notte cambiano la percezione del buio o della luce che li accompagna, tutto il resto è.....noia? No, l'inquietudine che mi perseguita continua a farmi domande, ma c'è una certa stanchezza disillusa nel cercare risposte che si nascondono troppo bene.
Mi siedo per trovare riposo nel mio camminare e una pioggerellina leggera mi sorprende impreparata. Forse avrei dovuto guardare il cielo prima di partire...le nuvole dicono sempre qualcosa...