26 marzo 2021

Scrivo.

E' passato tanto tempo e mi è tornata la voglia di scrivere su questo diario virtuale che ultimamente ho tradito per un diario cartaceo. Sì, ho voluto riprendere a scrivere a mano, con carta e penna. Mi ero accorta di avere qualche difficoltà persino nello scrivere la mia firma quando richiesta e non mi sentivo bene. Ho sempre scritto da quando ne ho avuto la capacità e pensare di non riuscire a farlo manualmente mi metteva a disagio. Per questo mi sono messa alla prova. Prova che comunque ho superato brillantemente dopo che ho riempito alcune pagine d'incertezza. Nel mio diario cartaceo scrivo tutto quello che mi viene in mente, anche sciocchezze che non pubblicherei qui sapendo che qualcuno potrebbe leggerle. Lo faccio per il solo piacere di scrivere, di riempire pagine bianche che si modificano al contatto con la penna. E mi sento libera. Lo so che può sembrare strano (in effetti lo penso anch'io) ma è così. Scrivere a mano con carta e penna ha un altro effetto, quasi terapeutico. Non credo di riuscire a spiegarlo se non con questa sensazione di libertà che credo che sia dovuta al fatto che quel diario è solo mio e non è sottoposto a giudizi. Sarà perché ho paura dei giudizi? Forse. Sarà perché lì mi esprimo senza costrizioni? Anche. Ma mi viene in mente anche l'ambizione di cui sono assolutamente priva. Non ho nessuna voglia di competere con chiunque e avere un blog comporta, anche non volendo, un mettersi in competizione con altri, esporsi ad una eventuale platea che potrebbe non essere d'accordo con me e credo di non essere in grado di sostenere nessun tipo di polemica. Primo perchè non mi piace, secondo perché non mi sento in grado. Odio le discussioni. E' un limite? Può essere. Ma sono fatta così e non ho nessuna voglia di cambiare. Non ne trovo la necessità. Alla mia età sono tante le cose che non trovo più necessarie. Ho le mie idee che ormai sono consolidate (forse incancrenite, ma che volete farci?). Però mi dispiaceva comunque lasciare in sopeso questa virtualità che, comunque, qualche soddisfazione me l'aveva data. E non ho resistito. Sono tornata qui, spinta da non so quale ispirazione, a mettermi in discussione, in un certo senso. A mettermi comunque alla prova, un'altra prova. Una delle tante a cui mi sottopongo in questo periodo della mia vita. Il periodo della pensione. Quello in cui c'è tempo. Tempo per fare quello che prima non avevo tempo di fare. Tempo in cui ci si potrebbe anche porre degli obiettivi, ma non esageratamente importanti perché le energie sono quelle che sono e lo scetticismo, figlio della disillusione, la fa da padrone. Tempo in cui ci si sente in diritto di essere sempre di più attenti a quello che si desidera senza sentirsi esageratamente responsabilizzati. Faccio quello che ho voglia di fare senza sentirmi nè in colpa nè responsabilizzta. Scrivo qui, scrivo con carta e penna, che differenza fa? Mi esprimo. Punto.

Mi esprimo perchè ho voglia di farlo.

In questo momento. 

Domani può essere diverso. 

Che importa?

Scriverò qui, scriverò da un'altra parte. 

Che importa? 

L'unica cosa importante è che provo piacere ad esprimermi.

Cercavo il consenso quando mi era imposto.

Ora non più.