27 giugno 2017

Mi lascio un po' di vuoto per certi oceani dentro...

...perché mi viene da mettermi in discussione, da chiedermi se questa che ho intrapreso con tanta convinzione sia la strada giusta o se sono stata talmente brava da riuscire nell'inganno migliore: mentire non agli altri ma a me stessa. Che qualcuno dice che è la stessa cosa, ma io a questa cosa qui non ci credo. E allora sì, ogni tanto penso che le stelle siano banali, che i tramonti non servano a niente, che le verità, quelle verità così inseguite, sbandierate, manipolate, incastrate, ribaltate non abbiano poi tutta questa importanza. Mi viene da affidarmi a quel "vada come vada", perché se il mondo inciampa, prima o poi si rialzerà, anche senza che gli presti la mia stampella. Mi viene da rivalutare la mediocrità in un'epoca di geni, talenti, santi, eroi, modelli, guru. Perché, nonostante l'accettazione dell'impotenza, non è ancora spento l'essere contro quella superbia che si alza come marea perpetrando una fede che però dinnanzi alle catastrofi vacilla e si ritira, scoprendo vulnerabilità e incapacità.
Sì, sono sempre contro, ma mi guardo le mani e interpreto quei segni, quelle macchie un po' più scure, un miscuglio di sensi e di apparenze, di vividi orizzonti e profonde acque scure. Di notte ancora mi inseguono i sogni, ma di giorno gioco a tressette e contraggo mille parole in un "sto".


03 giugno 2017

Di nuovo...

Di nuovo estate. Di nuovo quel sogno accarezzato. Il librarsi degli uccelli sminuisce il mio desiderio. Loro sì, loro sono tornati, e di nuovo se ne andranno, mentre io resterò, aggrappata ad un bisogno che di volare non avrebbe certo necessità, basterebbe mettersi in cammino con quell'impertinenza che non ritrovo più tanto spesso, così soffocata dal quieto vivere. Ma risento ancora l'odore di quell'estate, per questo il sogno continua a ripresentarsi, reale e impossibile, sollecitato e intramontabile, nonostante gli inverni che si susseguono imperterriti. Vedo ancora quella luce, quei colori. Ricordo i battiti del cuore, ansia e gioia insieme. Ricordo la speranza che tutto si avverasse a dispetto del non-senso del sentire. Ricordo la fine, ovvia e inconclusa. Sensazioni esaltanti e cieche visioni della realtà che ancora si ripercuotono contrastanti. E' ancora tempo? C'è ancora modo? Sollecito i miei pensieri nascondendomi da me stessa e avvio il rewind: forse sì, forse no, forse non dipende da me...
A te ti sento dentro come un pugno...