06 settembre 2012

Nostalgia di un abbraccio.



Dicono che quando s’invecchia si perde la memoria recente ma non quella lontana. Io non credo di essere ancora arrivata a questo punto, ma da un po’ di tempo a questa parte ho una tremenda nostalgia della mia infanzia. Ma non della situazione in sè stessa, che era sicuramente difficile e disagiata perché vivevo in campagna, quella vera, quella con i campi da coltivare e le mucche da pascolare, i miei genitori erano a mezzadria, quindi tutto tranne che benestanti e sicuramente costretti a un duro lavoro dall’alba al tramonto (si parla di quasi sessant’anni fa!!).
Ho nostalgia delle sensazioni, di quelle porte sempre aperte, di quelle corse in lungo e in largo senza ostacoli, senza pericoli apparenti. Ho nostalgia della libertà che si respirava inconsapevolmente, con le giornate scandite dai ritmi della natura e degli animali, senza bisogno di orologi. Ho nostalgia degli odori: il latte appena munto (chi si sognerebbe al giorno d’oggi di berne mentre si munge la mucca? Eppure io ci sono cresciuta!), il pane che cuoceva nel forno grande nel cortile, la marmellata, la salsa di pomodoro, tutto si faceva nel cortile, prima che arrivasse l’autunno, e tutti insieme, mentre i grandi scherzavano o raccontavano storie passate e noi piccoli potevamo sporcarci. Anche quell’odore strano che non ho più sentito che preannunciava la pioggia, o quel silenzio che svegliava alla prima nevicata, o il cuculo insistente foriero della bella stagione.
Di tutto questo ho nostalgia, del sentirmi parte di un mondo in cui, pur con delle regole ben precise ma naturali, ci si sentiva avvolti in un abbraccio fatto di comunione d’intenti fra esseri umani (compresi gli animali) e natura.
Non lo sento più questo abbraccio….e ne ho nostalgia.

3 commenti:

  1. Nostalgia...ho versato qualche lacrima anche, leggendo il tuo bel post, perchè questa tua storia assomiglia tanto alla mia che a tratti mi è parso di rivedere la mia infanzia. In quegli anni risiede il mio bisogno di tempi diversi da quelli che oggi la nostra società sembra riservarci, anche lì nasce il mio amore per gli animali che poi mi ha portata alla scelta vegana ed animalista, in quei ritmi che tanto bene tu hai descritto, in quell'appartenenza, in quell'essere parte, nel sentire il respiro del mondo la sua anima ha origine l'amore ed il rispetto per la Madre Terra. Proprio lì nel suo richiamo materno ed antico.
    Le tue parole sono andate al centro del mio cuore ed hanno dato stura alla mia memoria. Sì l'odore della terra, appena prima che piova, lo ricordo... non si sente più...
    Grazie Gianna!

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    1. Grazie a te Rosa per la sensibilità che dimostri in ogni cosa che pubblichi anche nel tuo blog.
      Queste sensazioni non mi hanno mai abbandonato, il mio legame con la terra e la natura è molto forte anche se, come tanti, abbiamo abbandonato la campagna quando ero ancora piccola. E ogni tanto la nostalgia si fa sentire un pò di più del solito...oggi è un giorno di quelli..

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  2. Dunque, sì quelle cose che dici le ho conosciute anch'io, quegli odori e quelle sensazioni me le hai rinnovate, anche a me come a Rosa. Avevo tra i 4 e i 7 anni, età da imprinting, le "cose" rimangono, e mi sono rimaste. Ma non solo le piacevoli (che poi allora mica lo sapevo che erano piacevoli...). Certo, non conoscevo la tristezza, se non momentanea, non sentivo il caldo o il freddo stagionale, non la fatica, e nemmeno la miseria o le carenze affettive... Il fatto è che le cose spiacevoli, che non sentivo allora, le ho pensate, ricordate e patite... dopo, ricordandole da grande! E' per questo che non provo la tua nostalgia Gianna, ma te la invidio, la nostalgia... poi la racconti che uno ci rimane dentro anche se non vuole! E soprattutto quegli odori, quel contatto di pelle e di anima, con la natura e con gli animali, queste "cose" sì le ricordo... e so di averle perdute.

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