21 dicembre 2017

Eseguire gli ordini.

Io non so cosa hanno pensato quei vigili che hanno fatto la multa ad un senzatetto o che hanno fermato i volontari che cercavano di dar loro un minimo di conforto. L'hanno fatto e basta. "Eseguiamo gli ordini...facciamo solo il nostro lavoro", diceva un certo Adolf Eichmann per giustificare il suo operato di "tecnico specialista" dello sterminio di massa contro gli ebrei.
Ma davvero non c'è responsabilità in chi obbedisce agli ordini quali essi siano? Davvero non c'è un coinvolgimento della coscienza critica? No, solo una banalità di azioni di persone che hanno delegato le proprie scelte agli ordini di altri, sia che si tratti della Shoah sia che si tratti di togliere tutto a chi non ha niente. 
Però, dall'altra parte, ci sono invece persone che si riuniscono, senza ordini né obblighi, e stanno a fianco dei "colpevoli" di povertà. Sentono quella cosa che si chiama compassione (dal latino cum=insieme e patior=soffro) nel senso più profondo di questa umanissima e fondamentale emozione. Sentono la sofferenza degli altri e di conseguenza la voglia, il bisogno, il dovere morale di alleviarla come possono in termini di partecipazione, di solidarietà concrete e attive. Queste persone violano le leggi, non rispettano gli ordini e scelgono, in coscienza, ciò che a loro pare giusto e legittimo, anche se illegale. 
Dunque sono ribelli. 
E allora, cos'è un ribelle? E' colui che sente l'urgenza morale di fare di tutto per eliminare dolori e sofferenze determinati dall'ingiustizia sociale. Ne consegue che disobbedire è un dovere per chi è rimasto umano. Punto.




Da "La banalità del male" di Hannah Arendt
"Il male non ha nulla di diabolico ma apparenza e sostanza ordinarie: non si serve di mostri né ha bisogno di condizioni estreme per compiersi. Il male si nutre dell’assenza di pensiero: quando smette di pensare, di riflettere sul significato delle proprie azioni, quando soffoca la coscienza sotto il comando dell’autorità, anche l’uomo comune può macchiarsi dei crimini più efferati".




6 commenti:

  1. Un mondo che ha bisogno di ritrovare l'umanità.
    Saluti a presto.

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    1. Sono tante le cose che deve ritrovare. Ciao Vincenzo.

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  2. Pensare costa fatica, a quanto pare, ma ne vale la pena se pensando si diventa umani e si agisce facendo il giusto.
    Ti ho scoperta grazie al Cavaliere oscuro del web e sono rimasta molto colpita dal tuo blog, perciò continuerò a seguirti.
    Se vuoi passare da me, sei la benvenuta.

    https://francescavanniautrice.blogspot.it/

    Buone feste!

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  3. Ciao Francesca, felice di conoscerti e non dubitare che verrò senz'altro a trovarti! Buone feste anche a te.

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  4. Conosco quella citazione, la penso come te su tutto quello che hai scritto ma vorrei veramente proporre la standing ovation in tuo onore per questo passaggio: "E allora, cos'è un ribelle? E' colui che sente l'urgenza morale di fare di tutto per eliminare dolori e sofferenze determinati dall'ingiustizia sociale. Ne consegue che disobbedire è un dovere per chi è rimasto umano. Punto."

    Conseguenza inoppugnabile e giusta.

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    1. Addirittura la standing ovation!! Grazie Daniele, mi confondi! In realtà è solo logica, per questo è inoppugnabile ;)

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