Ultimo giorno di un 2107, anno in saldo
e d'occasione che sfuma, bonario e crudele come lo sconosciuto che lo
sostituirà. Un anno di sguardi, parole, segnali che intrecciano i
giorni che sono trascorsi, albe e tramonti, sempre uguali e sempre
diversi, un alternarsi di successi e sconfitte. Un anno che si
aggiunge nella scatola della memoria, fra quaderni ingialliti e
immagini sbiadite.
L'ho già detto, non mi piacciono i
bilanci, mi rattristano, ma è inevitabile pensare che un altro anno
è passato e un altro pezzettino di vita mi è scivolato fra le dita.
Non mi sento vecchia, ho ancora quel po' di energia vitale utile a
non abbandonarmi alla senescenza. Mi sento però diversa da qualche
anno fa, finito il disincanto ho il cuore che si lecca tante ferite, ma anche la mente più spalancata e gli occhi più vigili. Si cambia e ciò che lo definisce sono proprio le cose
impolverate che stanno nella scatola dei ricordi, che fanno la nostra
storia e che portano ad avere nuove prospettive, a porsi in modo
diverso rispetto ai sentieri che si sono percorsi.
Ora, se credessi davvero che quel
numero in più sul calendario potesse essere foriero di qualcosa di
positivo, mi augurerei semplicemente di mantenere viva la curiosità
e di non lasciarmi contagiare dall'indifferenza. Vorrei avere ancora
una piccola regia nel film della mia vita per poter dire con orgoglio
che il destino potrà anche starmi accanto ma non avrà certo mano
libera. Per il resto va bene tutto, con queste premesse posso
affrontare molte cose, compreso il senso di inutilità e impotenza
che a volte fa capolino.
Per un augurio corale ribadisco quello
che ho scritto aderendo all'iniziativa del Cavaliere oscuro:
Vorrei che ognuno trovasse il coraggio
di fare delle scelte autonome, senza appoggiarsi al precostituito o
delegare.
Vorrei che si tornasse ad assaggiare il
sapore della responsabilità, nel bene e nel male, il senso umano
dell'agire secondo coscienza.
Vorrei che si tornasse a pensare, un
esercizio che pare dimenticato a vantaggio dei condizionamenti e
vorrei infine che le persone si tornassero a parlare e ad ascoltare
mostrandosi senza maschere, liberi di essere sé stessi.
Sembra un'utopia...e forse lo è...ma
non è peccato sognare...
E continuando a sognare mi adeguo alla ritualità e finisco con un brindisi, che sia portatore di una ventata di aria nuova, spogliandoci di qualcosa di vecchio che stagna dentro di noi e sperando di riscoprire, tutti insieme, l'unico sentimento che ci
salva da tutte le derive: l'amore, così che non si sentano rumori di bombe ma solo di baci e musica.
Post profondo che sento anche molto mio in certi punti. Ti auguro il.meglio e che il tuo augurio si realizzi. Buon anno Gianna.
RispondiEliminaGrazie Daniele, così sia anche per te.
Eliminacara Gianna, detto bene un anno se ne va e il prossimo speriamo di farlo tutto!!!
RispondiEliminaCiao e buona domenica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Grazie Tomaso, un grande abbraccio anche per te, che tutto sia come lo desideri...e anche di più!!
RispondiEliminaTi auguro un sereno e felice anno nuovo.
RispondiEliminaGrazie Vincenzo, buon anno anche a te.
EliminaNon è l'anno a fare la differenza ma, come hai detto tu, cosa facciamo.
RispondiEliminaE allora diamoci da fare!
Un abbraccio :-)
Già, è quello che dovremmo fare tutti. Un abbraccio a te!
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