17 settembre 2018

Domande.

Ammettiamo che esista un grande libro su cui ognuno di noi può scrivere una domanda e ricevere una risposta, qualsiasi tipo di domanda ma una sola. Che domanda fareste? Può sembrare un po' sciocco, ma pensateci un attimo. Fareste una "grande" domanda o semplicemente qualcosa che stuzzica la fantasia in quel momento? 
Ok, è un gioco, ma credo sia importante fare e farsi domande. La maggior parte delle grandi scoperte e rivelazioni sono il risultato dell’aver posto domande, grandi o piccole che siano. Le domande sono il precursore, o la causa prima, in ogni ramo della conoscenza umana e quindi di noi stessi. Quelle cose che abbiamo studiato a scuola sono derivate da domande. Domande che ci aprono a quello che prima non conoscevamo. Un modo per dissipare lo sconosciuto ed esplorare nuovi territori, un catalizzatore per la trasformazione. Per crescere, sempre, per andare oltre.
Detto questo, faccio una domanda: non avete l'impressione che fare domande non venga incoraggiato? Che tutti ci crogioliamo in granitiche certezze di cui nessuno è certo? Nell'istante in cui ci si fa una domanda e si cerca una risposta, si apre la porta ad un campo di possibilità infinite che può condurre fuori dalla zona protetta che ci si è costruito e in cui ci si sente al sicuro. Paura delle risposte? La maggior parte della gente preferisce rimanere nella sicurezza del conosciuto piuttosto che andare in cerca di guai. Anche se vanno a sbattere direttamente contro una domanda, molto probabilmente se la danno a gambe, ficcano la testa nella sabbia o si mettono subito a fare qualcos'altro.
Il divertimento della vita (se ce n'è uno) è proprio quello di scoprire cose nuove e invece, nella nostra cultura, siamo stati condizionati a considerare il "non sapere" come qualcosa di inaccettabile e negativo, una sorta di fallimento. Per questo non ci facciamo domande? Per non far sapere che non sappiamo?
Una delle cose che rendono grande la scienza è la premessa che quello che si pensa di sapere oggi verrà probabilmente dimostrato falso domani. Le teorie del passato sono servite come piattaforma per salire più in alto. Ed è soltanto facendo domande, sfidando le presupposizioni e le "verità" date per scontate che la scienza progredisce. 
E se questo risultasse vero anche per quanto riguarda la nostra vita personale, la nostra crescita e il nostro progresso individuale?
"Io so di non sapere" diceva Socrate. Credo che in quest'era di overload comunicativo, nel quale ogni affermazione contiene in sé la presunzione di verità, si vada esattamente all'opposto di questa tesi. 
Dire "so di non sapere" significa che siamo padroni dei nostri ragionamenti e possiamo fare domande orientate e intelligenti per far progredire il nostro sapere, perché sono le domande ben poste che muovono lo sviluppo umano. E credo anche che questa capacità debba essere recuperata perché, in tempi di estrema vulnerabilità, per difenderci dall'invasione continua che riceviamo da mille canali, ci può permettere di ritrovare quella gentilezza e cura per noi stessi e per chi ci circonda che può fare di ogni cosa sconosciuta una possibile crescita reciproca.
Il non-sapere è la nostra più grande ricchezza e opportunità che smuove la creatività e ci rende capaci di cambiare, anzi di migliorare.

7 commenti:

  1. Ci sono certe domande che non si vuole siano poste (spesso sono richieste di verità e giustizia) ed altre che stimolando il libero pensiero sono considerate anch'esse una minaccia per la società e l'ordine costituito. Io ammetto molto più terra terra vorrei sapere una cosa del e sul mio futuro se dovessi fare una domanda. Inutile esplicitarla, tanto nessuno saprebbe rispondervi.

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    1. Hai ragione, fare domande (certe domande) può essere considerato destabilizzante e pericoloso per ciò che si andrebbe a scoprire. E no, per quanto riguarda il tuo futuro credo che per saperlo dovrai aspettare di viverlo. :-)

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  2. Mi ha sempre affascinata la filosofia di Socrate.
    Però una domanda io ce l'avrei...
    "E' nato prima l'uovo o la gallina?".
    Ironizziamo, va..
    Dubbi ne ho tanti, alcuni molto poco felici, ma meglio non pensarci.
    Buon inizio di settimana.
    Baci

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    1. ������L'altro giorno in radio qualcuno ha dato una risposta alla tua domanda ma non ricordo più quale. Ah la vecchiaia! Ciao Claudia e buona settimana anche a te. ��

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  3. Cara Gianna, la tua domanda richiede pure una domanda!!! Dove va l'Italia, oggi!!!
    Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Anche questa è una bella domanda! Ciao Tomaso, buona settimana anche a te. ☺

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  4. Io vorrei sapere perché così tanti che ho conosciuto sono cambiati. Non hanno più memoria di quando il possesso era diverso; di quando si poteva immaginare di vivere un'avventura e poi tornare alla vita. Si è scritto e parlato e rappresentato tanto ma non ho conosciuto una risposta decente. Suggerimenti?

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