Ogni famiglia, soprattutto in questo momento di gravi crisi
economica, sa benissimo che per far quadrare il bilancio familiare si deve dare
spazio alle priorità e tagliare le cose superflue e non necessarie. Se una cosa
superflua una famiglia non può permettersela, la si elimina, perché le priorità
sono altre. È uno dei principi basilari che ogni genitore conosce benissimo.
Principio che governo ed esponenti della maggioranza
trasversale, sotto l’egidia del presidente della Repubblica, sembrano non conoscere.
In questo momento di gravissima crisi economica, mentre moltissimi piccoli
artigiani e piccoli commercianti sono sommersi di tasse e non riescono a far
fronte alle pretese dello Stato, il governo e la maggioranza PD, PDL e Scelta
Civica, pensano di usare decine di miliardi di euro di soldi pubblici per
acquistare inutili, difettosi e superflui aerei da guerra. Ma le priorità, come
tutti sanno, sono altre. Qualsiasi buon padre di famiglia, trovandosi al
governo del paese, avrebbe applicato il principio delle priorità e lo avrebbe
fatto perché ama la sua famiglia. Qualsiasi madre dovendo governare il paese
avrebbe capito subito che le priorità sono bene altre. Lo avrebbero fatto non
per fare un dispetto al figlio che pretende il giocattolo difettoso e inutile,
ma perché sa benissimo che mangiare, garantirgli un’istruzione e delle cure
mediche, in una sanità sempre più privata, sono le priorità.
Ogni buon genitore che amministra una famiglia sa che
comprare un giocattolo costoso e difettoso solo per far arricchire un venditore
straniero di armi, non è la priorità. Ogni buon padre avrebbe messo al centro
il bene della famiglia; ogni madre avrebbe avuto a cuore il futuro del figlio.
Ogni persona di buon senso e in buona fede avrebbe optato per la salvaguardia
della famiglia e non del venditore estero. Questo non sembra farlo il governo.
Spendere 13 miliardi di euro (ma la cifra è destinata a salire sino a 15/20
miliardi di euro) frutto delle tasse dei cittadini, del sacrificio di milioni
di pensionati e lavoratori, frutto
dell’asfissiante pressione fiscali su piccole e medie imprese è
semplicemente folle. Significa non avere a cuore il bene della famiglia,
significa non rispettare la nazione nel nome della quale si dice di governare.
Stiamo parlando di uno dei più grandi sprechi di soldi
pubblici della storia repubblicana. Con quei soldi si può detassare il lavoro,
dare respiro alle piccole e medie imprese, far sentire ai piccoli commercianti
che lo stato è con loro. Non regalare quei soldi alle multinazionali delle
armi, tra le quali anche la Finmeccanica (partner di Lockheed-Martin attraverso
la controllata Alenia Aermacchi) significherebbe avere risorse per creare 150 mila
posti di lavoro per giovani, diminuire le tasse, migliorare il servizio
sanitario nazionale e aumentare le pensioni. Ci dicono che si creeranno posti
di lavoro.
Pensare di investire 15/20 miliardi di euro per 2.000 posti
di lavoro è semplicemente una presa in giro. Con gli stessi soldi, infatti, si
possono aprire 3000 asili nido: pensate a quanti posti di lavoro si creerebbero
e all’utilità che ogni asilo avrebbe. Una madre o un padre di famiglia non
avrebbe dubbi su cosa scegliere. Ma un padre e una madre di famiglia non hanno
interessi celati, se non quello di amare e proteggere la famiglia e dare un
futuro ai propri bambini. Con gli stessi soldi si potrebbero costruire 10
milioni di pannelli solari: pensate a quanti posti di lavoro si potrebbero
creare nell’energia pulita, oltre a dare un futuro meno inquinato alle future
generazioni. Ogni buon genitore non avrebbe dubbi, ma il suo agire sarebbe
dettato solo dall’amore per la famiglia e non da altri oscuri motivi. Con gli
stessi soldi si potrebbe dare un assegno di disoccupazione a tutti i precari
che hanno perso il lavoro. Anche in questo caso: chi avrebbe dubbi su come
gestire i soldi pubblici? Chi, tra quelli che sono motivati da genuini e sani
principi, avrebbe dubbi su quali siano le priorità del nostro Paese ora?
È criminale, chiedo scusa per la durezza ma nessun altro
aggettivo rende meglio l’idea, regalare i nostri soldi per comprare aerei da
guerra (difettosi). Ci sono priorità e l’occupazione, che ha raggiunto il picco
massimo dal 1977 da quando la rilevazione statistica è stata inserita, è una di
queste.
Tutti gli altri paesi, viste le difficoltà economiche, hanno
pensato di rivedere il programma: l’Olanda ha avviato un’inchiesta
parlamentare; la Danimarca e la Gran Bretagna decideranno solo dopo il 2015; la
Turchia ha rinviato l’acquisto. Tutti ci ripensano, tranne l’Italia. Napolitano
che presiede il Consiglio supremo di Difesa ha preteso che fosse il governo
(dove c’è unanimità di vedute) a decidere sui caccia F-35 e non il parlamento.
Una decisione molto discutibile. Stefano Rodotà nutre fortissimi dubbi,
Costituzione alla mano, sul tentativo di Napolitano di bloccare la discussione
parlamentare, dove SEL, M5S e alcuni esponenti del PD si dicono contrari all’acquisto,
ricordando che siamo in una Repubblica parlamentare.
Ma, ahimè, non è Rodotà il nostro presidente della
Repubblica.
Quello dei cacciabombardieri F-35, o meglio degli Joint
Strike Fighter, è solo uno dei tanti nodi sul tavolo del governo Letta. Forse,
però, uno dei più sentiti dall’opinione pubblica, che si è divisa e mobilitata
come non mai, per esempio tramite una petizione-lampo da 300 mila firme su Avaaz.com. Ci
doveva essere un voto al Senato mercoledì scorso, ma il blocco del richiesto
dal Pdl e accordato da democratici e montiani, ha fatto slittare tutto a lunedì
pomeriggio.
La voce relativa agli aerei della discordia non è però
l’unica inserita nei bilanci, spesso non chiarissimi, dei ministeri della
Difesa e dello Sviluppo economico per il 2013. E non è, a sorpresa, nemmeno la
più pesante.
Nel Rapporto 2013 dell’ Archivio Disarmo,
realizzato da Fulvio Nibali con la direzione scientifica di Luigi Barbato e consultabile
integralmente online, si può avere una visione molto più larga e
particolareggiata dei programmi militari più costosi del 2013.
Ecco la lista
della spesa per le prossime guerre sporche.....(opss!!) "missioni di
pace" e "lotte al terrorismo". Buona lettura!
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