25 aprile 2015

"Alle fronde dei salici" di Salvatore Quasimodo

E come potevamo noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore
Fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura, di ghiaccio
al lamento d’agnello dei fanciulli
all'urlo nero della madre che andava incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici per voto, 
anche le nostre cetre erano appese
oscillavano lievi al triste vento.


Si tratta di una poesia sofferta e partecipata, che rappresenta tutta l’impotenza del poeta, che vorrebbe esprimere tutto il suo dolore, ma si chiede quale sia realmente il significato ed il valore della poesia di fronte agli orrori della guerra. La risposta è negativa: di fronte all’efferatezza della guerra, che cancella persino i sentimenti più elementari di pietà e di umanità, anche i poeti non possono far altro che tacere e appendere le loro cetre, simboli del loro canto, ai rami dei salici. 

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