21 gennaio 2017

Una bella notizia in mezzo a tanta disperazione: sono state individuate delle persone vive dentro all'hotel Rigopiano. Vedendo il salvataggio mi sono commossa, pochi momenti sono emotivamente più coinvolgenti e umanamente più condivisibili. Sono attimi in cui la realtà mostra tutta la sua potenza vitale, annientando qualsiasi tentativo di mistificazione. Bravissimi i soccorritori che stanno facendo l'impossibile anche per tanti altri che si trovano in difficoltà in tutti quei paesini dispersi fra le montagne.
La situazione è emergenziale e credo che qualsiasi analisi e ricerca di responsabilità sia fuori luogo, bisogna capire che ci sono degli eventi eccezionali imprevedibili di cui nessuno è responsabile. Dobbiamo finirla di cercare un capro espiatorio per ogni cosa e scaricare colpe l'uno sull'altro. E' successo, una concatenazione di eventi ha fatto degenerare una situazione già critica e traballante. Ora basta, ora bisogna uscirne come meglio si può e rimediare come si può.


"Il cuore degli altri" di Franco Arminio.

Il terremoto con la neve. La sedia rotta su cui stanno seduti i paesi. Ci sono giorni in cui non ha senso pensare agli affari propri. Ci sono giorni in cui bisogna avere il cuore degli altri, il cuore tuo da solo non serve a niente. Devi stare dentro il batticuore di tutti. E invece ora siamo in questo gioco in cui ognuno si espone al mondo col suo corpo, con un pensiero, col suo niente, e in questo modo sfama la noia, in questo modo facciamo amicizia con il nulla invece di avversarlo, invece di piangere per chi trema. Adesso c’è chi ha paura di arrivare al sonno, c’è chi ha freddo. Pensate a chi in quelle terre è malato, pensate ai vecchi, pensate all’osso rotto, allo stomaco che non digerisce, pensate al tumore alla gola, pensate al lutto, pensate ai brutti, pensate a chi non si è mai trovato in un abbraccio. Oggi abbiamo fallito di nuovo come umanità, oggi abbiamo allestito una nuova Caporetto, una al giorno, una disfatta continua che disfa legami, simpatie. Ogni giorno che siamo senza dolore dovremmo gettarci con foga a salvare il mondo, salvarlo ora con gentilezza, ora con rabbia, ora in silenzio, ora gridando. Viva la foga, la furia, la forza di dimenticarsi. Oggi era un giorno per dimenticarsi. Contava solo la neve e il terremoto, nient’altro.


Scritto il 18 gennaio 2017

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