01 gennaio 2017

Questa mattina, passeggiando nella deliziosa ed ovattata solitudine dell'alba del 1° gennaio 2017....

....mi è tornato in mente un capodanno di parecchi anni fa, passato al mare, anche lì in completa e voluta solitudine, quando ancora le crisi esistenziali mi davano molto da fare e mi spingevano a scappare da me stessa. Un treno e via, là dove il desiderio di fuga mi portava. Un mare d'inverno, grigio, ventoso e solitario anch'esso, che prendeva la malinconia delle stelle che si stavano spegnendo e l'accostava sulla sabbia, che lentamente, gentilmente, ne assorbiva l'umore e lo disperdeva nei suoi infiniti granelli. I miei passi silenziosi la trattenevano per un attimo per unirla allo sguardo sull'orizzonte ancora titubante di chiarore e goderne gli odori. Echi di vita, suoni di emozioni. Tutto in quell'attimo si raccoglieva indisturbato nel sale di una goccia, o di una lacrima, chissà. Continuavo a camminare su quei ricordi, su quel sale che mi bruciava l'anima e sembrava che bruciando si estinguessero la rabbia, il dolore e l'impotenza, fino a che la luce del giorno riusciva a ridisegnare qualche contorno. Poi sono tornata, forse un po' più docile, ma anche più decisa e consapevole. Un bagno catartico di cui avevo bisogno per non scappare più.



Uomo libero, tu amerai sempre il mare!
Il mare è il tuo specchio; 
contempli la tua anima
nello svolgersi infinito della sua onda.
E il tuo spirito non è un abisso meno amaro,
ti piace tuffarti nel seno della tua immagine.
L’accarezzi con gli occhi e con le braccia 
e il tuo cuore
si distrae a volte dal suo battito
al rumore di questa distesa indomita e selvaggia.
Siete entrambi tenebrosi e discreti.
Uomo, nulla ha mai sondato 
il fondo dei tuoi abissi.
O mare, nulla conosce le tue intime ricchezze.
Tanto siete gelosi di conservare i vostri segreti!
E tuttavia ecco che da innumerevoli secoli
vi combattete senza pietà né rimorsi,
talmente amate la carneficina e la morte.
O eterni rivali, o fratelli implacabili!
Charles Baudelaire

Credo che le poesie connotino abbastanza la persona che le sceglie per cui non si può parlare di poesie belle o meno belle, ma solo di appropriate per chi le sente risuonare in sé.


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