03 aprile 2017

E' che non ho niente da dire.


Si può parlare di tutto, sempre, dovunque, gli argomenti non mancano, ma sto vivendo una specie di apatia che mi toglie la voglia di partecipare, come se tutto fosse già detto, ripetuto, consumato. Mi assale l'inutilità del reiterare e aspetto qualcosa che distolga i pensieri dalla protettiva morbidezza del quotidiano. Cerco l'originalità nello scorrere lento del tempo che sempre si ripete incurante dei miei desideri.
L'alba, il giorno, la notte cambiano la percezione del buio o della luce che li accompagna, tutto il resto è.....noia? No, l'inquietudine che mi perseguita continua a farmi domande, ma c'è una certa stanchezza disillusa nel cercare risposte che si nascondono troppo bene.
Mi siedo per trovare riposo nel mio camminare e una pioggerellina leggera mi sorprende impreparata. Forse avrei dovuto guardare il cielo prima di partire...le nuvole dicono sempre qualcosa...

4 commenti:

  1. Conosco questa apatia. Io nel mio blog scrivo di sociale come ben sai, ed a volte mi ritrovo a rendermi conto che certe notizie si ripetono, che certi accadimenti si verificano di nuovo ed allora ti chiedi che senso ha scriverne di nuovo, che senso ha dare opinioni o risposte che sembra nessuno voglia ascoltare. Forse la mia apatia è diversa dalla tua per certi aspetti, ma gli stati d'animo credo siano comuni e ci avvolgano come un abbraccio soffocante in certe occasioni.

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    1. Hai detto bene Daniele: "un abbraccio soffocante". Ci si chiude un po' in quel silenzio che sembra quasi proteggerci dall'inutilità del nostro "abbaiare alla luna".

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  2. Ciao cara Gianna, conosco l'apatia ne sono intrisa e impastata, direi di potermi fregiare del titolo di "esperta". Però leggendoti, e leggendo i commenti di Paolo Barilli e Daniele Verzetti capisco che ci sono diversi gradi e stili di
    apatia...(il vero apatico, secondo me, non tenta nemmeno di uscire da questa condizione, ci si crogiola...)
    Buona giornata Gianna, io ti leggo sempre con piacere (e ammirazione)

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    1. Diversi gradi e forme sicuramente. L'ho chiamata apatia ma forse avrei dovuto dire frustrazione nella vana ricerca di originalità, anche riferita a me stessa, incapace di accontentarmi e alla ricerca continua di stimoli espressivi. Ciao Mariella, grazie della costanza 😊

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