"Incline alla fuga" di Sotirios Pastakas
Li voglio tutti intorno a me, a portata di mano
gli oggetti dello sconforto:
alcol, sigarette e telecomando,
per aggiunger canali e sottrarre colore,
tanto che il futuro sembra
una macchia variopinta e oscura.
Sprofondato così sul canapè dello sconforto,
disperso fra fumo, alcol e schermo nero,
mi sembra più facile ritirarmi,
abbandonare il mio involucro
senza che nessuno s’accorga che manco a me stesso,
lasciare il bicchiere pieno
e le sigarette accanto al mio corpo,
davanti al televisore acceso
senza neppure salutare, senza nemmeno dirvi
"alla prossima", "arrivederci", "see you".
poesia straordinaria, grandissimo poeta! Hai trovato una perla unica.
RispondiEliminaHai detto bene: "trovato"! Non ricordo come sono arrivata a lui ma è stata una scoperta!
EliminaBellissima e angosciante poesia, che mi ha turbata. Un abbraccio Gianna
RispondiEliminaAnche a me Mariella e in certi momenti mi ci sono ritrovata. Un abbraccio a te.
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