10 gennaio 2018

Non basterà il silenzio.

Continuano i naufragi nel Mediterraneo e nessuno ne parla più di tanto. Sì, lo dicono, ma sembra più una statistica che altro, numeri da aggiungere e basta. Come se ci fosse una certa ritrosia nel commentare questo stillicidio, come se ignorarne la gravità potesse sminuirlo, così da sentirne meno la responsabilità. Sì, perché di responsabilità si tratta, e di conseguenze derivate da strategie politiche e commerciali. Ma non mi dilungherò su questo argomento, tutti ne siamo consapevoli e colpevoli, qualcuno più di altri. 
Il pensiero che voglio esprimere è che, guardando negli occhi quelle persone, ci leggo tutta la storia della loro disperazione, le loro speranze tradite e anche la sorpresa, feroce, per la negazione di un diritto elementare: vivere. E mi sento in difetto perché non posso che rendermene conto senza poter fare niente. Quelli che avrebbero il potere di fare qualcosa non si avvicinano nemmeno, non li guardano quegli occhi, la pietà non si addice all'ambizione. Quelli che avrebbero il potere di farlo sono impegnati altrove, a rimescolare interessi e opportunità, a costruire barriere per nascondere ciò che hanno rubato, a seminare l'odio che esce dalla loro pochezza interiore. 
Voglio però consolarmi pensando che tutto questo non si fermerà. Il mondo non si fermerà, non per niente gira in tondo. Tutti siamo migranti, da sempre. Storie e colori si sono fusi e si fonderanno creando sempre nuovi arcobaleni e nuove vite da raccontare. E se non ci fosse chi si oppone al cambiamento non ci sarebbero nemmeno le vittime sacrificali. Dunque rassegnatevi signori del potere, potete ignorarli, speculare su di loro, fingere di essere al sicuro nelle vostre gabbie dorate, ma sappiate che presto o tardi qualcuno le smantellerà. 
Non basteranno il silenzio e le strategie per fermare il cambiamento perché ciò che è semplice evoluzione va avanti da sé e si spiana il cammino, con o senza di noi.



6 commenti:

  1. Un monito di dolore ed al contempo un anatema oggettivo che trova nella Storia una sua perenne collocazione ed una sua concreta riprova. Parole, le tue, colme anche di dolore e sofferenza. Come sempre arrivo qui e trovo emozione allo stato puro e riflessioni profonde.

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    1. Il dolore lo provo tutte le volte che vedo un'ingiustizia e tutte queste morti sono la più grande delle ingiustizie. D'altra parte sarebbe da stupidi ignorare la storia che non fa altro che smentire la volontà di coloro che si oppongono ad un cambiamento che è all'origine dell'evoluzione umana.

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  2. Cara Gianna, se ne parla molto!!! ma le tragedie continuano, sempre di più.
    Ciao e buon pomeriggio con un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. So di andare controcorrente, ma nessuno costringe quelle persone a riversarsi in massa in un paese come il nostro che è allo stremo e non ha niente da dare.
    Hanno dei problemi?
    Tutti li abbiamo.
    Forse è ora che comincino a risolverseli stando a casa propria.
    Perdona la durezza del commento.
    Un abbraccio.

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    1. Rispetto la tua opinione Francesca, ma non la condivido.

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