09 febbraio 2018

Poveri e disagiati costituiscono un problema didattico.

Non ho figli che devono andare al liceo ma se li avessi mi informerei sul sito del ministero dell'istruzione per decidere quale scegliere in base alle valutazioni che ciascuno da di sé. E a giudicare dalle autopromozioni potrei far istruire i miei figli in uno di questi fulgidi esempi, il Liceo classico D'Oria di Genova:

“Il contesto socio- economico e culturale complessivamente di medio- alto livello e l’assenza di gruppi di studenti con caratteristiche particolari dal punto di vista della provenienza culturale (come, ad esempio, nomadi o studenti di zone particolarmente svantaggiate) costituiscono un background favorevole alla collaborazione e al dialogo tra scuola e famiglia, nonché all'analisi delle specifiche esigenze formative nell'ottica di una didattica davvero personalizzata”.

Esempio che hanno seguito anche i più prestigiosi di Roma e Milano puntando sul classismo e facendosi un vanto del fatto di avere fra i propri iscritti una percentuale molto bassa di neri, nomadi e handicappati, cosa che, secondo loro, favorirebbe la coesione e l'apprendimento.
La denuncia è partita da Repubblica e la ministra Fedeli è insorta, ci mancherebbe. Mi viene però da chiedermi perché c'è bisogno di questa alzata di scudi. Ogni genitore dovrebbe boicottare questi istituti senza se e senza ma, isolarli e privarli dei contributi economici di cui si vantano per sostenere "l'ampliamento dell'offerta formativa". E' la prima cosa da fare che mi viene in mente per combattere questo classismo mai estinto....poi penso che siamo in un periodo di conformismo malato, di paure collettive dalle quali si pensa di scappare chiudendosi nei propri limiti. C'è diffidenza esasperata e rifiuto a priori delle differenze. E cerco di capire come qualche genitore possa sentirsi rassicurato da chi offre un processo di apprendimento al riparo dalle mescolanze, credo che pensino di proteggere i propri figli. E' ovvio che sentendo la parola "prestigio" si possa pensare ad un futuro migliore, è quello che tutti sperano. Ma poi dico no, le menti non si aprono se si percorre sempre la stessa strada in circolo. Per imparare, imparare veramente, c'è bisogno di uscire dal cerchio ristretto del "noi" e conoscere quello che c'è al di fuori, aprirsi alle mille sfumature della vita, comporre il puzzle della realtà con tutte le tessere di tutte le forme e colori.
Ora non voglio fare di tutta l'erba un fascio, le scuole sono tante, diverse e per fortuna non tutte hanno quel tipo di ambizioni ma tutte, indistintamente, dovrebbero veicolare messaggi di inclusione e uguaglianza, sono princìpi irrinunciabili che non vanno modificati, mai. 
Altrimenti diventa pura ipocrisia lo stupore per il consenso popolare del killer di Macerata.

3 commenti:

  1. Sono genovese come forse sai, ti posso dire che quel liceo è sempre stato il liceo dei "figli di papà" (io non ci sono andato, tengo a precisarlo :-))) ) e ti posso dire che questo tipo di "cultura" è sempre esistita. La differenza è che oggi viene esplicitata per "garantire" a quei soggetti quasi "contrattualmente" che quella loro "peculiarità" tesa a prendere solo figli di "buona famiglia" e non "reietti" è mantenuta e non verrà tradita. Certo vederla esplicitata nero su bianco è ancora più grave ed urta maggiormente la sensibilità di tutti noi, ma alla fine certi istituti hanno da sempre fatto "selezione": un tempo era ricchi e non poveri, oggi è italiani benestanti e non "altri"...

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  2. So che sei di Genova, l'ho messo apposta! ;) E so anche che le scuole per i ricchi ci sono sempre state, però vederle pubblicizzate in quel modo urta la sensibilità e comunque il fatto che ci siano sempre state non giustifica il fatto che ci siano. E' discriminazione e razzismo del più becero. Vantarsene orgogliosamente è mancanza di senso civico e umano. E' come dire che le donne hanno sempre subito e per questo continueranno a subire. NO. Dobbiamo smetterla di giustificare le ingiustizie con una presunta prassi consolidata. Se qualcosa non va bene abbiamo il dovere di cercare di cambiarla. Ha fatto bene la Fedeli a bacchettarli ma credo che l'indignazione, se non è seguita dai fatti, sia inutile. Costringere queste culle di esaltatori della razza pura ad adeguarsi è il minimo e anche i genitori potrebbero fare la loro parte. Già, ma che lo dico a fare...sono e rimarrò un'inguaribile utopista.

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    1. Ovviamente concordo con te, il fatto che ci siano sempre state non vuol dire che le cose non possano, anzi non debbano cambiare.

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