16 maggio 2020

Mi sono sentita strana quel giorno.


L'avevo fatto. Avevo detto no. Un no che mi costava tanto, un no che avrebbe cambiato la mia vita senza sapere come sarebbe cambiata. Era quasi salito da solo dalla gola dopo tanti sì obbligati che lo spingevano giù. Si era arrampicato ed era cresciuto piano piano come un seme che sta germogliando e che alla fine spacca prepotente il terreno che lo teneva rinchiuso.
Mi sono sentita strana perché non lo avevo mai fatto e non sapevo di essere capace di farlo, anche se lo desideravo. Avevo sempre e solo pensato alle conseguenze, a quello che avrebbe innescato in coloro che lo avrebbero subito: incredulità, delusione, ostilità, ripudio. Tutte cose che sembravano pesare troppo di più dei miei bisogni inconfessati sulla bilancia dei sensi di colpa. 
Quel giorno l'ho detto e ho sofferto perché ho dovuto essere esattamente come gli altri mi hanno visto: fredda, determinata e anche un po' cattiva perché ho pensato solo a me stessa. Quella stessa fredda determinazione che mi ha permesso di non voltarmi più indietro e scrollarmi definitivamente di dosso i retaggi che provavano a riaffacciarsi. La mia vita è cambiata, non certo io che quel no ce l'avevo sempre avuto dentro. Gli anni mi hanno dimostrato che vale sempre la pena dire no se l'istinto è quello, se dirlo è espressione di sé, scardinamento di porte chiuse, rifiuto del perbenismo interessato, dell'ipocrisia e dell'ingiustizia. Vale sempre la pena buttare all'aria l'insostenibile e ricominciare da zero se farlo è rivalutazione personale.
Non credo di essere né fredda né cattiva, determinata sì, anche se con qualche inevitabile cedimento di percorso. Quel primo e sofferto no mi ha aiutato a dirne altri senza paura, a camminare lungo la strada che mi suggerisce la coscienza e a mantenere intatta la mia dignità. Ne è valsa davvero la pena.



2 commenti:

  1. Sto proprio leggendo il suo "viaggio in Portogallo"
    Quando ho visto il libro ho pensato -un altro mattone-
    E invece no.

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    1. Adoro Saramago. Quel "viaggio in Portogallo" non l'ho letto, ma "Cecità", "Saggio sulla lucidità" e "Caino" sono state le mie ultime letture.

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