20 giugno 2020

Tempo e priorità.

Chiunque capiti da queste parti non si faccia ingannare dal titolo roboante. Non è una dissertazione né un'analisi filosofica. Sono solo pensieri, anche piuttosto terra terra che sto scrivendo mentre aspetto che Pucky (il mio cane) finisca di mangiare per poi portarlo a fare un giretto. 
Ho constatato che mi riesce difficile tener fede alla promessa che mi ero fatta di aggiornare in modo continuativo questo blog. Sono in pensione, ho raggiunto una certa serenità d'animo, non ho più nessuno che mi dia ordini e posso fare quello che voglio senza costrizioni o impegni indesiderati. Eppure nella scaletta delle cose che desidero fare, quelle che non potevo fare prima, scrivere su questo blog non è la priorità. Da qualche parte ho letto che è più facile scrivere quando si soffre, c'è più pathos da estrinsecare e più voglia di condividerlo per avere una seppur limitatissima possibilità di consolazione. In questo momento per me questa teoria trova conferma. Non dico di essere felice che è un concetto ben lontano dalla mia condizione attuale, però sono pacificamente immersa in un quotidiano leggero e forse anche un po' superficiale, lo ammetto, che non ha bisogno di essere esternato. Cosa si può dire quando si sta bene? Che si sta bene, ma la cosa finisce lì. Credo sia normale che non mi venga voglia di gridarlo ai quattro venti anche perché mi sembrerebbe di sminuire le tantissime situazioni di disagio e sofferenza che ogni giorno la maggior parte delle persone deve affrontare. Io sono fortunata, loro no. Quindi perché calcare la mano su una cosa che non interessa nessuno? Senza contare che ho sempre provato un certo disagio di fronte a certe espressioni esagerate di gioia di vivere, di ottimismo immotivato ad oltranza, di ringraziamento per esistere in un mondo che di positivo ha ben poco, dove per raggiungere uno status accettabile bisogna lottare con le unghie e coi denti e la sopravvivenza è un traguardo che non a tutti è concesso. Io l'ho raggiunto dopo 68 anni di sgomitamenti  forsennati e non è nemmeno il massimo, anzi, ma mi va bene così e l'unica cosa che mi viene da fare è esprimere solidarietà per coloro che ancora non ce l'hanno fatta. 
Per concludere: posto che il più delle volte questo mio diario virtuale ha connotazioni abbastanza personali e intimiste, prevedo assenze più o meno prolungate, come è sempre successo d'altra parte, non è cambiato niente. Quindi se ho voglia di scrivere lo farò, altrimenti non lo farò, semplice no? E se l'assenza dal blog comporta di conseguenza l'assenza di lettori e commentatori...pazienza, non sono mai stati numerosi e non me ne sono mai fatta un cruccio. Per fortuna ho di che occupare piacevolmente questo tempo che ora, finalmente, mi è concesso e non darò priorità a niente che non sia il desiderio del momento. E ora il mio desiderio è andarmi a godere con Pucky questa bellissima giornata finalmente estiva! 

5 commenti:

  1. Brava Gianna, concordo totalmente! Però una foto di Puki potresti metterla!!! Un abbraccio

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  2. Hai ragione ma ho voluto rispettare la sua privacy!! :))))

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  3. In pratica parli di due stati d'animo che sembrano incompatibili l'uno con l'altro. Per esempio la condizione rilassata e accettabile personale, e la le condizioni, letteralmente disperate, di una moltitudine di nostri simili. Come si fa essere contenti e tristissimi nello stesso momento? E' colpa del senso di colpa! Sì, ce l'abbiamo, ce l'ho anch'io. Ed è una bufala mostruosa. Ce l'ha rifilata qualcuno, io so chi è stato, non li nomino perchè li odio, ma è una mostruosità di gente ipocrita e in malafede. Bene , nonostante ciò NON MI SENTO COLPEVOLE , perchè i colpevoli sono i detentori del potere economico e politico mondiale! Quindi io, e tu e chiunque ne abbia voglia , possiamo goderci la nostra tranquillità, e nel contempo PROTESTARE INCAZZATI NERI, contro le ingiustizie dominanti dei delinquenti. Si può, e lo facciamo, tu lo fai sempre, qui scrivo solo per farti sapere che HAI RAGIONE! ( e se lo dico io .... fanculo a tutti quelli là, del senso di colpa...)

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    1. Ma nemmeno io mi sento colpevole, so benissimo che i colpevoli sono altri. Penso che sia una questione di sensibilità per le innumerevoli disparità e ingiustizie su cui è costruito questo sistema. Potrei fregarmene ed esserne indifferente tanto il mio personale senso di giustizia non sarà mai sufficiente contro i colossi del potere, ma ignorare e godermela beatamente non è nel mio stile e, anche se solo a parole per ovvi motivi, esprimo il mio dissenso. Poi più siamo e meglio è e se lo facciamo in tanti qualcosa si sentirà! Nel frattempo non c'è peccato nel godersi il frutto striminzito di una vita di lavoro (anche mal retribuito!!)

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  4. Ho idea che Puky abbia fatto una bella scorpacciata.
    Tanto poi ci s'incontra su FB. Ciao.

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