12 giugno 2011

Se questa è arte...


Biennale di Venezia: Maurizio Cattelan espone 2.000 piccioni, imbalsamati, sparsi per cornicioni e luoghi che occuperebbero naturalmente da vivi, con tanto di guano finto.
La prima cosa che penso è ORRORE!!
La seconda è: dove li ha presi 2000 piccioni? Sembra che se li sia procurati all’estero, dove esistono leggi razziali di genocidio dei piccioni, considerati invadenti diffusori di guano e malattie, e che abbia voluto dare un riscatto creativo alle carcasse, che altrimenti sarebbero state incenerite.

Questo dice lui. 

Sarebbe questa la botta di creatività ? Usare i corpi dei piccioni piuttosto che lasciarli andare in discarica? Cattelan, invece di salvarli, ne ha riscattato i corpi. 

Sarà anche un’artista ma per me è deficiente.

Poi, come se non bastasse, scopro che esiste proprio una branca dell’arte dedicata. Un esempio: un tale Hermann Nitsch da più di cinquant’anni si vanta di fare arte usando sangue, frattaglie e addirittura, mescolando pittura e teatro, invitando gli spettatori a macellare povere creature incolpevoli finite nelle mani sbagliate.

Io la chiamo necrofilia. 

E penso che in una società sana, queste performance non dovrebbero nemmeno essere concepite. In una meno sana, anche se qualcuno le concepisse, dovrebbero essere proibite e colui che le concepisce dovrebbe essere curato da uno psichiatra.
Invece, in questa società che sana non lo è per niente, non solo vengono permesse ma vengono addirittura osannate dalla critica.
Qualcuno sicuramente dirà: “Ma sono solo piccioni!”. Come i razzisti, quando sentono notizie di negri e gay perseguitati ed oppressi dicono: “Ma sono solo negri e gay!”
Specismo e razzismo: due parole con una matrice comune, nessun rispetto né per la vita umana né per gli animali.
Mi chiedo fino a che punto sia lecito lasciare che simili idiozie vengano contrabbandate per arte e come sia possibile essere arrivati a questo. Esporre piccioni assassinati, indipendentemente dal fatto che sarebbero stati uccisi ugualmente, e pretendere di farlo passare per arte, è semplicemente assurdo, per non dire macabro, volgare e disonesto. Anche i fautori della corrida cercano di contrabbandarla per arte. Anche i cacciatori cercano di spacciare la loro passione sanguinaria per qualcos’altro: le passeggiate all’alba, i canti degli uccelli, i profumi dei fiori.  E così i vivisettori, che si presentano come salvatori dell’umanità.
Che disgusto!
Non c’è differenza tra esporre animali imbalsamati in una mostra d’arte ed esporre le teste del nemico ucciso sulle picche o sui merli dei bastioni in spregio agli assedianti. I cacciatori inchiodano corvi e cornacchie su piccole croci piantate nei campi, in spregio ad animalisti e guardiacaccia.

Mi aspetto che, alla prossima biennale, Cattelan o altri pseudo- artisti come lui, si facciano consegnare da Israele i cadaveri dei palestinesi massacrati a Gaza, li imbalsamino e li espongano nei padiglioni della mostra: affluenza di pubblico pagante e successo garantiti!!

Questi artisti sono il non plus ultra del bieco specismo industriale moderno e vogliono imporcelo come arte e addirittura come strumento di ascesi spirituale!
Meriterebbero di fare la fine dei loro soggetti.

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