20 giugno 2011

Un bel messaggio??


Questa è una bella storiella che il mio amico Paolo ha ricevuto via e-mail. La posto io su commissione dello stesso inserendo anche i nostri rispettivi commenti in risposta. 

Un bel messaggio. 

“Non preoccuparti se non puoi dare ai tuoi figli il meglio di tutto...  Dai loro il meglio di te.”
( Autore sconosciuto )

Dottoresse...
Un giorno una signora di nome Anna andò a rinnovare la carta d’identità. Quando le chiesero quale fosse la sua professione,  rimase interdetta perché non sapeva come classificarsi.
L’impiegato insistette: “Quello che le chiedo è se ha un lavoro”.
“Certo che ho un lavoro!", esclamò Anna. “Sono mamma."
“Essere mamma non lo consideriamo un lavoro. Scrivo “casalinga", disse freddamente l’impiegato.
Una sua amica, di nome Marta venne a sapere quello che le era successo e si fermò a pensarci su.
Un giorno si trovò anche lei nella stessa situazione. L’impiegata era una donna in carriera, attiva e sicura di sé. Il modulo da riempire era enorme, interminabile.
La prima domanda era: “Qual è la sua professione?"
Marta ci pensò un po’ e poi senza nemmeno sapere come rispose:
“Mi occupo di sviluppo infantile e relazioni umane”.
L’impiegata fece una pausa e Marta dovette ripetere lentamente soffermandosi sulle parole più significative.
Compilato il modulo, l’impiegata volle saperne di più. “Signora, posso chiederle che cosa fa esattamente?”.
Senza la minima traccia di agitazione nella voce e con molta calma Marta spiegò: “Sviluppo un programma a lungo termine, dentro e fuori di casa." 
Pensando alla sua famiglia, continuò:
"Sono responsabile di una squadra ed ho ricevuto già quattro progetti. Lavoro in regime di coinvolgimento esclusivo 14 ore al giorno, a volte fino a 24 ore.”
Man mano che descriveva le sue responsabilità Marta notò un crescente tono di rispetto nella voce dell’impiegata.
Quando tornò a casa, Marta fu accolta dalla sua squadra: una ragazza di 13 anni, un bimbo di 7 e un altro di 3.
“Mamma, dove sono le mie scarpe? Mamma, mi aiuti ad allacciarle? Mamma il piccolino non smette di piangere. Mamma, mi vieni a prendere quando esco di scuola? Mamma vieni domani alla recita di fine d’anno? Vai a fare la spesa mamma?...Mamma....”
Mentre preparava il pranzo poté ascoltare il suo ultimo progetto: un bebè di sei mesi, che si stava esercitando a provare tutte le tonalità di voce.
Felice, Marta prese in braccio il piccolino e pensò al grande compito della maternità, con le sue innumerevoli responsabilità e interminabili ore di straordinari.
Marta si sedette e pensò: “ Io sono dottoressa in sviluppo infantile, in relazioni umane... e le nonne che professione hanno?”
E subito trovò un titolo anche per loro:
Dottoresse senior in sviluppo infantile e relazioni umane.
E le bisnonne?
Dottoresse esecutive senior.
E le zie?
Assistenti di laboratorio.
E tutte le donne, madri, mogli, amiche e compagne?
Dottoresse nell’arte di rendere la vita migliore.
In un mondo in cui si da tanta importanza ai titoli, in cui si richiede una specializzazione sempre più specifica nell’area professionale, diventa una specialista
nell’arte di amare.
Questo messaggio non è solo per le donne, ma anche per gli uomini perché possano ringraziare e riconoscere tutto il lavoro e le cure che ricevono ogni giorno dalle loro
nonne, madri, zie, sorelle o mogli.
La cosa più importante però è... non dimenticare di amare te stessa prima di tutto!

Commento di Paolo.

E' perfetta, la metafora, nell'intenzione secondaria di rilevare "l'importanza dei titoli...", ma sul significato di fondo, quello espresso da "Diventa specialista nell'arte di amare", riguardo a figli e mariti e nipoti... qui le cose sono, a mio avviso, molto più complicate e anche negative.
La "specializzazione" è prima di tutto una schiavitù, e lo si capisce: lo dice anche l'elenco descritto delle cose che deve fare la madre. Dare tutto di sé ai figli, può essere addirittura una disgrazia per i figli (che rischiano la dipendenza), oltre che per la madre: schiavizzata. La quale poi non si capisce quando mai potrà  amare soprattutto sé stessa!
Ho delle convinzioni negative sulla "meravigliosità" dell'essere madri, e anche padri, e allora vedo sempre con sospetto le amplificazioni delle qualità amatoriali delle mamme. La consapevolezza espressa, nell'insieme della storiellina,  sulla condizione femminile, e che mi piace  moltissimo, è, alla fine, vanificata dall'apprezzamento acritico di quella funzione "angelica" della mamma. Ecco, ci mette, dopo, che lei, la mamma, deve pensare, prima di tutto( ?) a sé stessa! Sono d'accordissimo, ma come può fare con il carico di competenze descritto e glorificato prima, a trovarne il tempo e la voglia? E' ovvio che non si poteva dire o fare molto di più, in una semplice storiellina simpatica, ma c'è ancora molto "mammismo" all'interno, e su questo non sono assolutamente d'accordo.

Il mio commento.

Sono d’accordo con Paolo sull’intenzione di rilevare l’importanza dei titoli: essere mamma è, fuori da ogni dubbio, un mestiere assolutamente faticoso, di grande responsabilità e soprattutto non riconosciuto né socialmente e molto spesso nemmeno nell’ambito della famiglia come “lavoro” a tutti gli effetti.
Sono sempre d’accordo con Paolo sul fatto che sia un po’ difficile pensare a sé stesse dopo aver fatto un milione di cose per gli altri se non c’è perlomeno una collaborazione da parte di un padre che nella storiella sembra essere inesistente.
Tanto di cappello quindi per la buona intenzione di glorificare un ruolo troppo spesso declassato e dato per scontato ma….io ci vedo anche altro...
Quell’ultimo incoraggiamento a diventare “specialista nell’arte di amare” mi ha fatto storcere il naso. Innanzitutto perché mi sa tanto di religione e chi mi conosce sa quanto io ne sia distante e contraria,  e poi perché mi sembra un invito alle donne ad occuparsi più della famiglia piuttosto che di una propria realizzazione in seno alla società. Oserei dire un po’ maschilista ecco: gli uomini non devono ringraziare per tutte le cure che ricevono, devono invece smetterla di riceverle passivamente e dare una grossa mano!
Altro che riconoscere e ringraziare, è troppo comodo!! Datevi da fare!!

D’altra parte che volete? Questo è un blog semiserio con tendenze sovversive…che vi aspettavate?

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