01 febbraio 2012

Tragedia e commedia si sovrappongono

Le notizie della giornata di oggi  che sono state  date come sensazionali sono due : l’aumento della disoccupazione e l’intervento del Presidente della  Repubblica  sul debito pubblico.
Che la disoccupazione fosse in aumento lo sapevamo senza bisogno di attendere il comunicato ufficiale ISTAT: se tutti i giorni  le fabbriche private chiudono o delocalizzano e buttano migliaia di lavoratori sul lastrico, se le aziende pubbliche fanno altrettanto, e se nessuno assume, non ci vuole tanto a calcolare di quanto possano aumentare i disoccupati, al netto di quelli che si suicidano, spesso seguiti da qualche datore di lavoro particolarmente sensibile, che preferisce la morte  all’onta di chiudere la propria fabbrichetta  e mettere sul lastrico i propri dipendenti. 
Quindi niente di sensazionale, ma ordinaria storia drammatica di tutti i giorni.
Le dichiarazioni di Napolitano sul debito sono apparse addirittura commoventi, quando ha affermato che non possiamo lasciare ai figli e alle nuove generazioni un debito così enorme.
E allora chi lo paga questo enorme debito fuori controllo e fuori da ogni logica, destinato a galoppare ulteriormente per via dei tassi di interesse a oltre il  6% ai quali vengono collocati attualmente i titoli? 
L’esercito dei  disoccupati o i cassintegrati? Forse i precari?  I taxisti o i benzinai ? O, infine, le famiglie che dopo la raffica di aumenti  su autostrade, benzina, gasolio, Iva, trasporti, e un’altra miriade di piccole tasse e balzelli, non riescono più a fare la spesa? A meno che non si speri che un contributo consistente possa arrivare dalle zone più povere e degradate del Paese, guidate dai forconi e dai camionisti messisi in moto.
Il Ministro del Lavoro ha dichiarato oggi che la sua preoccupazione maggiore è l’occupazione, mentre pensa di rendere i rapporti più fluidi ed elastici di quanto già non lo siano e rendere più facili i licenziamenti.
Certo che questo è un paese sconcertante! Mentre quotidianamente si consumano drammi veri e servirebbero risorse e fondi per arginare l’ulteriore crescita del debito pubblico  e sostenere crescita ed occupazione, tutta la classe politica, tecnica e la dirigenza nel suo complesso sembrano recitare una cinica  e sinistra commedia, sovrapponendola alla tragedia che si consuma nel Paese. Loro fanno finta di non sapere niente, di non accorgersi di niente, salvo che non arrivino i dati ufficiali dell’Istat e qualche telegiornale che  ogni tanto li rimbalza. Fanno finta di non sapere niente nemmeno della beffa che giocano sulle nostre spalle le banche italiane ed europee. La BEI (banca europea per gli investimenti) finanzia le Banche ordinarie al tasso dell’1%, queste non concedono più credito a famiglie ed imprese trovando molto più comodo, tranquillo e conveniente acquistare i titoli del Debito italiano in emissione a tassi del 6%, lucrando un comodissimo spread del 5% semplicemente muovendo qualche tasto del computer. Sono tutti contenti e soddisfatti, compreso il governo italiano, dal momento che questo perverso giochino consente di collocare i titoli senza correre il  rischio dell’inevaso.
E’ impossibile che una mente come Monti non sappia che oltre ai tassisti, ai benzinai, ai precari e alle famiglie in crisi debbano contribuire in proporzione anche le famiglie super ricche che, pur rappresentando il 10% sul totale, possiedono il 50% della ricchezza, cioè di sola ricchezza finanziaria un importo quasi pari al debito pubblico. Se poi vi si include anche quella immobiliare l’importo diventa più che doppio rispetto al debito. 
Vorrei fare una domanda molto ingenua : secondo il nostro Premier e il nostro Presidente chi compie un sacrificio maggiore? Una normale famiglia con uno stipendio dai 1500 ai 2000 € che a seguito della raffica di aumenti paga un tributo annuo di 3-400 € oppure un grosso possidente che con un patrimonio di 10 milioni, con un’aliquota del 5%, pagherebbe, una tantum, un importo di 500.000 € o ancora un possidente che, con un patrimonio di 1.000.000,  pagherebbe, con una aliquota del 2%, 20.000 €, o con l’aliquota all’1%, 10.000?

Oltre alla sobrietà , all’equità e all’etica, c'è un preciso dovere costituzionale: l’art. 53! Che recita così: 
tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Che vogliamo fare? 

Francesco Calvano 

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