07 gennaio 2015

Da che parte sto.

Mi si chiede spesso una definizione, una catalogazione del mio modo di pensare. A prescindere dal fatto che non amo definirmi, nè mettermi in una categoria perché farlo per me significa darmi dei confini e a me non piacciono le barriere di nessun tipo, posso ammettere che mi ritrovo più che volentieri in certe idee libertarie che appartengono, da sempre, all'anarchia. E non si creda che io abbia fatto studi approfonditi, che ne sappia di storia, di lotte e rivoluzioni. No, semplicemente vivendo, mi accorgo che il mio pensiero va in quella direzione. Ma non è una questione politica, nè un volere a tutti i costi essere "contro" o "pro", è piuttosto un modo di essere che mi appartiene, oserei dire da sempre. 
Se mi ribello all'autorità, alle imposizioni, se voglio essere io a decidere per me stessa, senza intermediari, senza che altri mi dicano cosa è meglio, non è perchè sono anarchica, ma perchè questo è il mio modo di essere. 
Se sento tutti gli esseri umani, compresi animali, piante e sassi, come appartenenti ad un unico mondo, non è perché sono anarchica, ma perché è un mio modo di sentire. 
Se odio la violenza di tutti i generi, non è perchè sono anarchica, odio la violenza e basta. 
Se non mi piace comandare, non è perché sono anarchica, è solo che non mi piace obbedire.
Se ricerco sempre e comunque la verità, non è perchè sono anarchica, è solo che non mi piace essere presa in giro.
Ecco quindi perché, piuttosto che definirmi, preferisco dire da che parte sto.
Sto dalla parte di chi porta rispetto alla persona, cosa o animale, che ha davanti, anche se rappresenta un contrario. 
Sto dalla parte di chi non si sente superiore a nessuno e porta avanti il proprio punto di vista senza adesioni di sorta, né per obbedienza né per opportunità. 
Sto dalla parte di chi difende i più deboli in virtù di un'idea, e non per logiche di identità e appartenenza. 
Sto dalla parte di chi non mette davanti a tutto il proprio interesse ma un obiettivo comune e, sulla base di ciò, agisce anche a discapito del particolare, anche proprio. 
Sto dalla parte di chi si assume fino in fondo la responsabilità del proprio agire, purché alla luce del sole e senza manipolazioni e sotterfugi.
Se tutto questo vuol dire essere anarchica...ebbene....lo sono, ma prima di tutto sono una persona che ragiona con la propria testa, è così che preferisco definirmi.

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