16 novembre 2016

I miei sì e i miei no..

Posso dire che mi sono stancata di questa diatriba che coinvolge  i due fronti del sì e del no al referendum del 4 dicembre? Sembra che da quella data dipenda chissà cosa, mentre invece io sono convinta che i giganteschi e quotidiani problemi della gente comune saranno gli stessi di prima, che non saranno né il sì né il no a modificare sostanzialmente il quadro sociale e politico. E anche se fosse vero (cosa di cui dubito fortemente e che comunque non risolverebbe nessun problema) che la vittoria del no manderebbe a casa Renzi, non è certo affidandomi a qualcun altro che mi solleverebbe il morale. 
Io posso dire sì alla partecipazione diretta, in prima persona, alla quotidiana trasformazione. E posso dire no alla delega, alla rinuncia, al disimpegno. Ma questi sì e questi no non trovano nessun riferimento nella sfida del referendum, che è giocata tutta sul piano della politica politicante. 
Non mi interessano gli aspetti superficiali di un meccanismo di potere che io contesto alla sua radice e non trovo nessun motivo che meriti una deroga alla mia convinzione: stare alla larga dalle urne.
So bene di essere considerata un'utopista, un'incapace di prendere posizione irrigidita come sono in un'ideologia del passato, ma sono così: se qualcosa non mi convince non lo faccio. E trovo questo tanto strombazzato referendum una grande operazione mediatica per coinvolgere la gente nel niente. O peggio, per farla sentire protagonista mentre i fili del potere sono manovrati da ben altri burattinai.


1 commento:

  1. Certo Gianna, ma se devono usare i fili... qualcuno li può tagliare i fili! Se poi invece tutti staranno a guardare... prima o poi non useranno più nemmeno i fili: faranno senza! Tanto protesteranno solo gli utopisti, che si sa, le prendono sempre tutte le colpe. Ma no dai, un voto più, o uno meno, questo si che non conta, ma non dirlo a nessuno che l'ho detto io.... :)

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