Ascolto Leonard Cohen da una vita e la sua presenza era quasi un'ovvietà, una dolce compagnia, un balsamo lenitivo, una conferma dell'esistenza dei sentimenti e della genialità di come possono essere descritti e cantati. Mi ha accarezzato come un'amante, con le sue canzoni ho ballato e cantato, viaggiato e sostato in lunghi tempi di riflessione. Ed era sempre lì, con la curiosità, la sensualità e l'ironia che hanno segnato tutti i suoi capolavori. Ed io sentivo un senso di appartenenza, come se, nel segreto delle mie più intime vicende, fossi legata alla sua poesia da un legame invisibile e indissolubile.
Ora non c'è più, ma io preservo il legame, anche se con una piccola lacrima in più. Queste poesie, queste canzoni mi accompagneranno ancora a lungo, mi renderanno il cammino meno impervio, la notte più accogliente, le ferite meno dolorose. Mi aiuteranno a sopportare questo tempo, un tempo in cui volgarità e tracotanza trionfano e appestano la terra, un tempo in cui la rara fiamma della bellezza e della poesia si è spenta a Montreal. You want It Darker. Ciao Leonard.
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