12 novembre 2016

Una piccola lacrima in più.

Ci sono persone che quando se ne vanno lasciano vuoti più vuoti di altri, persone mai conosciute se non attraverso il loro genio artistico che facciamo nostre e che andiamo a cercare quando abbiamo bisogno di conforto, come amici con cui condividere una sensibilità che altrove non riusciamo a trovare. Persone che non sapranno mai quanto bene hanno seminato e quanto amore hanno sparso.
Ascolto Leonard Cohen da una vita e la sua presenza era quasi un'ovvietà, una dolce compagnia, un balsamo lenitivo, una conferma dell'esistenza dei sentimenti e della genialità di come possono essere descritti e cantati.  Mi ha accarezzato come un'amante, con le sue canzoni ho ballato e cantato, viaggiato e sostato in lunghi tempi di riflessione. Ed era sempre lì, con la curiosità, la sensualità e l'ironia che hanno segnato tutti i suoi capolavori. Ed io sentivo un senso di appartenenza, come se, nel segreto delle mie più intime vicende, fossi legata alla sua poesia da un legame invisibile e indissolubile.
Ora non c'è più, ma io preservo il legame, anche se con una piccola lacrima in più. Queste poesie, queste canzoni mi accompagneranno ancora a lungo, mi renderanno il cammino meno impervio, la notte più accogliente, le ferite meno dolorose. Mi aiuteranno a sopportare questo tempo, un tempo in cui volgarità e tracotanza trionfano e appestano la terra, un tempo in cui la rara fiamma della bellezza e della poesia si è spenta a Montreal. You want It Darker. Ciao Leonard.




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