16 luglio 2012

Devastazione e saccheggio: lo Stato lo fa continuamente.


Una settimana dopo la sentenza Diaz la Corte di Cassazione si è pronunciata anche sui 10 manifestanti  accusati di violenze di piazza nelle giornate di scontri del 20 e del 21 luglio 2001. Due persone sono state condannate fino a 15 anni di carcere. Tre hanno ricevuto riduzione nelle loro pluriennali pene detentive da nove mesi fino ad un anno, mentre cinque possono appellarsi ancora una volta, visto che per quanto riguarda il resto degli interessati, il giudizio non può più essere impugnato in qualsiasi altro tribunale.
Quindi, cinque persone saranno chiuse nella carceri:
Alberto Funaro: 10 anni (già in carcere)
Ines Morasca 6 anni e 6 mesi
Marina Cugnaschi: 12 anni e 3 mesi (già in carcere)
Vincenzo Vecchi: 13 anni
Francesco Puglisi: 15 anni
Gli altre cinque dovranno affrontare un nuovo processo:
Carlo Arculeo: 8 anni
Carlo Cuccomarino: 8 anni
Luca Finotti: 10 anni e 9 mesi
Dario Ursino: 7 anni
Antonino Valguarnera: 8 anni
Tutti i manifestanti sono stati processati e condannati per lo stesso reato, ”saccheggio e devastazione” (apparentemente più grave del “reato” di turbare l’ordine pubblico), quindi in realtà il potere giudiziario ha applicato il cosiddetto Codice Rocco del 1930, un paragrafo che risale all’epoca del fascismo.
La conclusione è questa:
qualche mese condonato e l’avanzamento in carriera, come se nulla fosse, se si spaccano teste,
una media di dieci anni da scontare se si spaccano vetrine…
Questa non è la giustizia di un paese democratico ma quella di uno stato di polizia!
Ci sarà mai una sentenza contro chi ci devasta e saccheggia la vita ogni giorno togliendoci il lavoro e la dignità?

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