01 luglio 2012

Stanchezze da social network


Sono stanca, stanca delle non-discussioni. Stanca dei “mi piace” messi lì senza giustificazione, che ti lasciano mezzo soddisfatto come un atto di auto-erotismo. Stanco dei continui messaggi autopromozionali. Anche dei miei, certo. Il problema è che sono talmente stufa dei dibattiti senza costrutto, del dover regalare emozioni ed idee ai social network  così che possa infilarle nelle sue caselline e proporre un profilo di me più curato agli inserzionisti che mi accorgo, con disappunto e una punta di vergogna, che anch’io pubblico sempre più spesso quasi solo materiale promozionale. Link ai miei articoli, eventi a cui partecipo, robe così. Sono stanca anche del continuo massacro delle parole: amici, condivisione…..
Pochi giorni fa mi è stato sottoposto un elenco di presunti “amici più stretti”, che da un certo punto di vista è stato rassicurante, dall’altro mi ha fatto indignare. Mi ha rassicurato, perché dopo non so più quanto tempo che sono iscritta,  non ha capito quasi niente di me e dei mie legami veri.
Ma mi ha indignata (e un po’ schifata) questo ennesimo tentativo impudico e intollerabile di stuprare ancora una volta sentimenti ed emozioni, sporcando parole e concetti belli come quello dell’amicizia,  a fini commerciali.
Non so se mi cancellerò. L’ho detto altre volte, e ho visto altra gente che l’ha fatto arrendersi e tornare. Ma noto che ci passo già meno tempo. Preferisco il blog, il mio e quelli altrui. Vorrei fare una cernita di blog interessanti, di persone che conoscono quello di cui parlano e lo sviscerano da cima a fondo, per tornare a godere della lettura in rete e di un pensiero forte e non frammentato. Per ora affido questo sfogo a questa pagina. Poi la condividerò sui social network a cui sono iscritta, certo. Ma resterà ospitata qui, a disposizione di chiunque la voglia trovare con un motore di ricerca e condivida la mia voglia di non-superficialità, almeno qui, dove posso esprimere appieno la mia personalità, senza prostituirmi per i “mi piace” o per i “condivido”, come se i “mi piace” e “condivido” fossero uno strumento con cui misurare quanto piaccio agli altri.
Diffusione di disinformazione….. a prescindere dalla veridicità di quanto pubblica…
Utenti che intimano “Clicca mi piace prima di condividere il mio link”.
Non mi interessa quanto piaccio, è una sorta di narcisismo digitale che non mi appartiene, preferisco sempre i “pochi ma buoni”, anche se può sembrare da “puzza sotto il naso”.

6 commenti:

  1. bravissima, bella, sono d'accordissimo!

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  2. Sì, ma Gianna, se vuoi trovare anche solo un lettore vero, con cui parlare discutere, o anche condividere davvero un'idea o una speranza.... se lo vuoi trovare, dovrai selezionarne alcune centinaia di "lettori" anonimi e balbuzienti, prima di trovarne uno che abbia qualche affinità con te. E se il tuo "valore" supera di un millesimo le capacità medie dei tuoi simili... hai voglia di cercarlo il tuo lettore affine, dovrai accontentarti di... me e dell'Anonimo ... ahahahaha
    Paolo

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    1. Mi va benissimo, l'importante è la qualità, non la quantità!! Ciao Paolo!

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  3. I social network sono un fenomeno relativamente giovane. Dunque chi ne usufruisce non ha potuto ereditare quegli anticorpi che lo rendono immune da certi vomitevoli risvolti. Giusto ieri ho notato che un ragazzo che conosco solo di vista (ma che è amico di molte persone che conosco personalmente), ha condiviso una foto destroide e razzista di cui lui non capisce neanche il messaggio. Tralascio di spiegare che i destri che l'hanno realizzata lincerebbero volentieri anche lui (per motivi che tralascio di spiegare, altrimenti si potrebbe capire di chi sto parlando).
    Sono rimasto nauseato da tutto questo, e mi sono chiesto se è ammesso che in internet tutti possano pontificare (e rilanciare) su tutto. Mi sono risposto che il pericolo esiste ma impareremo a governarlo. Così come non ci stracciamo le vesti quando sentiamo certi politici che sparano kazzate a iosa, perché ci abbiamo fatto ormai il callo.
    Di fronte a quanto ho spiegato c'è una sola cosa da fare: continuare a lavorare. E contare sul fatto che la stupidità è come le bugie: ha le gambe corte.

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    1. Sì, probabilmente è così, c'è stata una specie di ubriacatura, sembrava che se non si era da qualche parte (specialmente su fb) non si avesse identità e i blog sono passati in second'ordine. Anch'io ho avuto questa ubriacatura, lo ammetto, ma poi mi sono infastidita non tanto dalla superficialità dei contenuti (vanno benissimo le vignette e le stronzate messe lì per passare il tempo), quanto dalla, forse involontaria, facilità cliccatoria, senza nemmeno leggere di cosa si tratta. Basta cliccare, far vedere che ci sei, o mettere un commento pieno di segni strani, anche carini se vogliamo, per mostrare la dimestichezza con i segreti della tastiera. Di parole, espressioni di un qualche pensiero personale, ci sono poche tracce. E poi c'è la frenesia, decine di cose postate in pochi secondi, segno evidente che si punta alla visibilità a tutti i costi, senza approfondire più di tanto. E allora mi sono detta: Ma cosa me ne frega se ho tanti "mi piace" se poi nessuno o pochi sanno cos'ho detto? Per questo mi piace il blog, almeno so che chi lo trova, nella maggior parte dei casi, qualcosa lo legge! E poi è un'oasi di pace, dove si può scrivere e leggere ed eventualmente commentare senza rincorrersi!
      Grazie della visita Pellizzer, te la renderò quanto prima, adesso è tempo di pensare alle misere, ma pur necessarie, faccende quotidiane!

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