15 maggio 2016

Cammino.


La sensazione che non siano più le parole umane a scorrere, ma le voci delle gocce e delle foglie che parlano. Per questo mi piace camminare. Soprattutto la mattina presto, quando intorno ancora non c'è il brusio dell'ansia del giorno. E mentre cammino penso, perché ho tempo e modo per pensare. Perché il battito del cuore è allineato con le cellule cerebrali e il movimento degli arti con i sensi. Respiro, annuso, ascolto e penso. Senza interferenze, senza sovrapposizioni. E' tutto un gioco di equlibri e non servono regole o consuetudini, viene spontaneo andare avanti, un passo dopo l'altro. L’equilibrio del cuore con quello del respiro: nè troppo forte, nè troppo debole. L’equilibrio delle gambe col resto del corpo: nè troppo veloce, nè troppo lento. Non ci sono mai due passi uguali, camminare non è come stare davanti alla catena di montaggio, o come ripetere le stesse infinite operazioni quotidiane davanti al computer. Si potrebbe continuare così per sempre, nella libertà più assoluta, senza padroni, ma padroni del mondo. Perché la terra, l’aria e l’acqua sono di tutti, come il sentiero, come il cammino.

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