Il Papa ai vescovi: "Siate sobri e rinunciate alle proprietà".
Una perla di saggezza che è stata immediatamente ripresa, diffusa e propagandata per "svolta epocale della chiesa" da tutti gli asserviti media (RAI in testa, Mediaset etc.) della Colonia del Vaticano, alias Repubblica Pontificia italiana. Il gesuita Bergoglio, in arte Papa Francesco, ha ammonito l’emiciclo dei grassi e panciuti vescovi, assisi di fronte a lui e vestiti con palandrane divine che costano decine di migliaia di euro l’una, con questo gigantesco quanto ipocrita invito. Parla di morigeratezza proprio mentre approvano il bilancio sulla destinazione dei soldi che hanno carpito al popolo italiano. E' il classico esempio di chi predica bene e razzola male: da un lato predica povertà e dall'altro continua ad accumulare ricchezze. Come parlare di dieta mentre ci si tuffa in una torta al cioccolato.
E intanto il patrimonio immobiliare della chiesa nel mondo ammonta a 2000 miliardi!
http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/notizie/2013-02-15/chiesa-2mila-miliardi-immobili-082813.shtml?uuid=Ab3cTeUH
Il suo
patrimonio mondiale è fatto di quasi un milione di complessi immobiliari
composto da edifici, fabbricati e terreni di ogni tipo con un valore
che prudenzialmente supera i 2mila miliardi di euro. Può contare sullo
stesso numero di ospedali, università e scuole di un gigante come gli
Stati Uniti. Ha oltre 1,2 milioni di "dipendenti" e quasi un miliardo e
duecento milioni di "cittadini".
Questo Paese immaginario dotato delle infrastrutture di un big
dell'economia occidentale e della popolazione della Cina va sotto il
nome di Chiesa. Un universo dietro al quale non c'è solo e unicamente il
Vaticano, ma una galassia di satelliti fatta di congregazioni, ordini
religiosi, confraternite sparse ovunque nel mondo che, direttamente o
attraverso decine di migliaia di enti morali, fondazioni e società,
possiedono e gestiscono imperi immobiliari immensi che nessuno forse è
in grado di stimare con precisione e che sono sempre in costante
metamorfosi.
Un patrimonio dove l'elenco dei beni, la maggior parte
sicuramente no-profit ma una discreta fetta anche a fini commerciali,
sembra non esaurirsi mai: chiese, sedi parrocchiali, case generalizie,
istituti religiosi, missioni, monasteri, case di riposo, seminari,
ospedali, conventi, ospizi, orfanotrofi, asili, scuole, università,
fabbricati sedi di alberghi e strutture di ospitalità per turisti e
pellegrini e tante, tantissime abitazioni civili in affitto. Un universo
intorno al quale gravitano nel mondo 412mila sacerdoti e 721mila
religiose – senza contare centinaia di migliaia di laici - che assistono
1 miliardo e 195 milioni di fedeli.
Secondo il gruppo Re, che da sempre fornisce consulenze a suore e
frati nel mattone, circa il 20% del patrimonio immobiliare in Italia è
in mano alla Chiesa. Un dato quasi in linea con una storica inchiesta
che Paolo Ojetti pubblicò sull'Europeo nel lontano 1977 dove riuscì per
la prima volta a calcolare che un quarto della città di Roma era di
proprietà della Chiesa. Un patrimonio immenso che però non si ferma
appunto alla sola capitale dove ci sono circa 10mila testamenti l'anno a
favore del clero e dove i soli appartamenti gestiti da Propaganda Fide –
finita nel ciclone di alcune indagini per la gestione disinvolta di
alcuni appartamenti – valgono 9 miliardi. La Curia vanta possedimenti
importanti un po' ovunque in Italia e concentrati, tra l'altro, in gran
numero nelle roccaforti bianche del passato come Veneto e Lombardia.
Quindi se oggi il valore del patrimonio immobiliare italiano supera
quota 6.400 miliardi di euro – come qualche giorno fa ha registrato il
rapporto sugli immobili in Italia realizzato dall'Agenzia del territorio
e dal dipartimento delle Finanze – si può stimare prudenzialmente che
solo nel nostro Paese il valore in mano alla Chiesa si aggiri perlomeno
intorno ai mille miliardi (circa il 15%). Se a questa ricchezza detenuta
in Italia – dove pesa l'eredità di un potere temporale durato per quasi
duemila anni – si aggiunge il patrimonio posseduto all'estero fatto di
circa 700mila complessi immobiliari tra parrocchie, scuole e strutture
di assistenza la stima, anche stavolta più che prudenziale, può
raddoppiare almeno a 2mila miliardi. Numeri, questi, che nessuno
conferma dall'interno della Chiesa perché per molti neanche esiste una
stima ufficiosa. Ma da ambienti finanziari interpellati la cifra sembra
apparire congrua. Cifra a cui si devono aggiungere, tra l'altro,
investimenti e depositi bancari di ogni tipo. Questi sì ancora meno
noti.
Ma quali sono i numeri più "sicuri" del patrimonio immobiliare e
quindi della ricchezza economica della Chiesa cattolica nel mondo? I
dati più dettagliati sono fotografati con precisione dalla Bibbia dei
numeri del Vaticano: l'«Annuarium statisticum ecclesiae». Che fa
risalire il suo aggiornamento a fine 2010. Secondo l'"Istat vaticano"
nelle 4.851 diocesi e 105 nunziature apostoliche sparse in tutti e
cinque i continenti del mondo ci sono la bellezza di 455.839 tra
parrocchie, missioni, chiese e altri centri religiosi che possiedono
terreni e fabbricati di ogni dimensione. A queste bisogna aggiungere
206.892 scuole cattoliche che dalla materna alle secondarie fanno
studiare la bellezza di 55 milioni di ragazzi, a cui si aggiungono altri
6 milioni che si formano negli istituti superiori e negli atenei
cattolici (circa 200 nel mondo) che si trovano spesso in edifici e sedi
storici di grande valore.
Più precisamente si contano 70.544 scuole religiose materne – 23.963,
la fetta più grande, in Europa – che sono frequentate da 6,4 milioni di
bambini, 92.847 istituti primari (23.624 nel continente americano) dove
studiano oltre 31 milioni di piccoli studenti e 43.591 scuole medie
(11.665 sempre in America) con 17 milioni di ragazzi che vanno nelle
aule gestite da preti o religiosi. Ci sono poi almeno 200 atenei
religiosi – molti concentrati in Europa e in Italia dove operano
istituti dalla storia secolare come l'università Gregoriana o quella
Lateranese – e altri centinaia di istituti superiori dove si formano
circa 6 milioni di persone, tra laici e religiosi. A tutto questo vanno
aggiunti 6mila circa tra convitti e seminari.
Infine nel patrimonio
immobiliare una voce davvero importante è quella del "welfare" dove i
numeri sono enormi e dove anche qui l'elenco non sembra esaurirsi mai:
si contano nel mondo 121.564 strutture sanitarie e di assistenza di
vario genere. La punta di diamante è rappresentata dai 5.305 ospedali
della Chiesa (basti pensare che la sanità statunitense ne ha 5.700) dove
dentro c'è un po' di tutto: dalla struttura all'avanguardia – in Italia
basta citare il polo pediatrico di Roma Bambino Gesù o la Casa del
Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo – al piccolo centro di
frontiera in Africa che fornisce l'assistenza di base. I numeri della
sanità vaticana si dividono abbastanza equamente tra i principali
continenti: in America sono 1.694 gli ospedali, in Africa 1.150, in Asia
1126, in Europa 1.145 dove l'Italia fa la parte del leone con 129
strutture sanitarie.
Ma la realtà delle cure cattoliche è anche molto più ricca: con
18.179 strutture cosiddette ambulatoriali (oltre 10mila divise tra
Africa e Americhe) che danno assistenza ai più svantaggiati e ben 17.223
strutture residenziali e assistenziali destinate alla terza età o ai
disabili. Di quest'ultime ben 8mila sono concentrate in Europa e quasi
1.600 solo nel nostro Paese.
Completano l'elenco del welfare vaticano
quasi 10mila orfanotrofi, oltre 11mila asili per i più piccoli, 15mila
consultori familiari e quasi altre 60mila strutture che forniscono
assistenza sociale e prestazioni di vario tipo.
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