"Welfare", che bella parola! Quelli dell'economia politica hanno invaso
il nostro dizionario di belle parole anglofone, dal suono morbido e ben
augurale. Anche questa è un artificio ingannevole.
Welfare ossia benessere, ovvero assistenza sociale.
Tutti i magnate della politica si ornano le labbra con la parola "welfare" ma intanto si coordinano per concedere alle persone di andare
in pensione a 63 anni, con una decurtazione salariale ulteriore a quella
prevista pari al 3 o 4 per cento e, in attesa del TFR da percepire
all'atto del pensionamento, ovvero alla maturazione degli anni di
contribuzione necessaria alla quiescenza, gli consentono di accedere a
un prestito bancario con un rimborso mensile agevolato. Ma che bella
pensata!
http://www.repubblica.it/economia/2016/05/05/news/pensioni_piano_governo-139109130/
Il
lavoratore (o la lavoratrice) che vorrà uscire prima per scelta
personale riceverà un prestito dalle banche a copertura dei due o tre
anni di anticipo. Il prestito sarà rimborsato a rate dall'Inps con una
trattenuta sull'assegno nel momento in cui il
lavoratore avrà maturato i requisiti per l'accesso alla pensione di
vecchiaia. Ci sono poi altri due casi: quello del lavoratore che perde
il lavoro ma non ha l'età per la pensione, e quello che invece viene
prepensionato dall'azienda nell'ambito di un piano di riorganizzazione.
Nel primo caso il costo dell'operazione Ape (anticipo pensione) sarà
sostenuto sostanzialmente dallo Stato, sempre con il meccanismo del
prestito; nel secondo ad accollarsi la spesa sarà l'azienda con un
intervento dello Stato per pagare un'assicurazione a garanzia del
rischio morte. Dunque saranno diversi i soggetti ad essere coinvolti:
dall'Inps al sistema della banche fino alle assicurazioni. E Renzi ha
annunciato ieri che si confronterà con tutti. Anche con i sindacati e le
imprese. Quasi una novità.
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