Estremo saluto.
Confutare
le menate dello statista di Arcore è utile come regalare un dopobarba a
Beppe Grillo. Entrambi prediligono il monologo; i toni gravi, mentre
roteano il ditino ammonitore e minacciano un patatrac davanti ai loro
fondali scenici. Lo spettacolo è tutto nella mimica, come nei vecchi
classici del cinema muto, confacenti all’età biologica dei personaggi.
A
tal proposito, nel suo sofferto videomessaggio, se non fosse per la
fissità dello sguardo più sorcino del solito, il nano catramato rasenta
persino una strana somiglianza con Mack Swain, già spalla comica nei film di Chaplin. Ed è irresistibile mentre si agita a scatti, strizzato nel suo gessato da cumenda anni ‘50 e imbolsito più che mai.
È inquietante nella sua improbabile acconciatura di capelli finti, vagamente ispirata alla pettinatura del Dracula
di Coppola, e che sembra scaturita dall’esperimento perverso di un
parrucchiere pazzo, in bilico tra un trapianto di moquette e una
pantegana morta.
Mentre si dondola sul suo seggiolone, è
difficile capire se si tratti di un pupazzo caricato a molla, o una
damigiana di cerone foderata in un doppiopetto riciclato dall’armadio di
qualche trisavolo, mentre sbiascica le parole e si ingolfa come un
vecchio diesel smarmittato.
L’impressione prevalente è quella di una salma rianimata dopo i restauri del funeral make-up.
Il risultato è ridicolo nella forma e assolutamente patetico nella sostanza.
Sarebbe ora di chiudere il sipario sul deprimente pagliaccio triste avviato al tramonto.
Nessun commento:
Posta un commento
Una tua opinione è sempre gradita...o anche un semplice saluto. ;)