05 ottobre 2013

"Ed a bordo cantar si sentivano tutti allegri del suo destin.....

Non ho avuto tempo di parlare della tragedia di Lampedusa. Troppo presa dal lavoro, da quella quotidianità oppressiva che non lascia altro spazio che a sé stessa, alla sopravvivenza individuale, al chiudersi dietro a labili certezze e confortanti paraocchi. Ma non può tacere la mia coscienza, non posso non dare ascolto a quell'impulso che mi fa mancare il respiro mentre gli occhi si riempiono di orrore. Sono qui, impegnata a vivere nelle mie quattro mura mentre c’è chi muore per cercare un briciolo di dignità. È la rabbia dell’impotenza. A nulla servono le lacrime, a nulla servono le parole, le bandiere a mezz'asta e le giornate di lutto: è mera ipocrisia. Il nero è nel marciume di un sistema che costringe le persone a buttarsi in braccio all'ignoto di una speranza. Su quel barcone c’erano persone che fuggivano da un orrore e ne hanno trovato un altro. È la rabbia dell’impotenza di fronte ad una politica che se ne frega di spezzare vite di uomini, donne e bambini, che condanna intere nazioni a vivere sempre  sotto la politica delle guerre. 
Giù la maschera! 
Questa tragedia ha le caratteristiche di un vero crimine e non di una semplice fatalità della natura. Ci sono precise responsabilità e sappiamo di chi sono, i colpevoli stessi sanno di esserlo. Si perseguono scopi utilizzando qualsiasi mezzo, si fanno leggi ad uso e consumo del capitale e la politica dell’indifferenza calpesta i diritti e la dignità delle persone. Non serve contarli, erano già troppi i primi, anzi, il primo, perché basta la morte di una sola persona per condannare chi avrebbe potuto evitarla e chiude il naso sul fetore della sua coscienza per continuare a produrre ricchezza. 


Quando a emigrare erano gli Italiani.......

                                             

Torna alla memoria una delle più grandi tragedie della lunga storia dell'emigrazione del nostro paese: l'affondamento della Sirio, un triste episodio da cui è stata tratta una canzone popolare: "E a bordo si sentivano/ tutti allegri del suo destin".

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