15 febbraio 2014

Hanno votato....e poi?

C'è ancora chi crede in queste marionette, c'è ancora chi crede che l'opposizione si faccia nei "parlamenti". Que se vayan todos! Fra un mese, un anno, due, tre, cinque saremo di nuovo chiamati a esprimerci su un sistema che ormai non contempla più nessun tipo di espressione. Ci diranno di nuovo che l'esercizio del "voto" è l'unico mezzo di "cambiamento", che il "voto" appartiene alla "democrazia". In realtà, è ormai evidente che non esprime nulla, non viene tenuto in nessun conto, ci si inserisce soltanto in un sistema che non contempla nessuna opposizione reale, solo un avallo per permettere qualsiasi nefandezza. Lo voglio dire proprio adesso, in un momento in cui cambia "governo", quasi a nostra insaputa, senza chiederci se ci va bene o no, nel momento in cui "a palazzo" si succedono, senza nessuna perplessità, senza chiedersi se legittimati o meno, personaggi nuovi di antiche radici, sempre uguali fra loro, sempre pronti a promettere e a nascondersi, a riciclarsi e a rimpinzarsi, a mettersi una maschera dopo l'altra per camuffare il marciume.   
Ci fate r-i-d-e-r-e!
Vi sfuggirà di mano tutto quanto. 
Non avete idea di cosa voglia dire OPPORSI!
Vi scoppierà tutto in mano. 
Arriveranno degli occhi bellissimi a chiedervi il conto, e sarà un conto amaro, un conto accompagnato dalle risate.
E come sempre, quando si tratta di dire le cose in un certo modo, la musica viene in aiuto. Ecco allora un'altra canzone di Léo Ferré: 
Ils ont voté... et puis, après?
Una canzone che non sarà mai datata, come tutte le altre del resto, anche se ci sono dei riferimenti alla Francia del 1969, alle sue elezioni, alle sue "trasmissioni elettorali". 
La traduzione italiana di Riccardo Venturi, del 14 aprile 2008, ha solo leggermente adattato il testo alla situazione attuale di questo paese. Per il resto, tutto assolutamente identico.

HANNO VOTATO

A portarmi la vita sul groppone
ci ho già messo sessant'anni
senza essere né un santo né una merda.
Non valgo il benché minimo cero.
Mamma Maria, ecco tuo figlio
Crocifisso su dei manifesti
Un dito di whisky e un gin-fizz
E di tutto il resto me ne sbatto

Hanno votato…e poi, dopo?

Ho la memoria emiplegica
E i ricordi accecati
Quando mi ricordo del manganello
non me ne vengono che la metà
E voi vorreste che cercassi
la metà di un culo da prendere a calci?
In questi tempi non si vede un cazzo…
Non hanno più neanche il culo, gli italiani!

Hanno votato…e poi, dopo?

È un paese che mi fa ribrezzo,
non c'è modo di diventare inglesi,
o svizzeri o stronzi o anche insetti
dappertutto sono bipolari...
Bisogna vederli a Porta-a-Porta
questi cessi da cabina elettorale
con la scheda fra le ditazze
e il disprezzo in un manifesto

Hanno votato…e poi, dopo?

In un'Italia anarchica
farei rizzare in piedi 'sti stronzi
e gli farei fumare le schede scrutinate
fino alla cicca del mio disgusto
E poi, seduto su una sedia,
con un computer ficcato nel gozzo
canterebbero "Fratelli d'Italia"
con dei microprocessori

Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta

2 commenti:

  1. vero verissimo...ma nessuno ascolta ! forse il nostro "urlo" non arriva alle orecchie giuste ...o non abbiamo ancora toccato il fondo :(

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    1. Non so se abbiamo toccato il fondo, forse ancora no, quel che è certo è che non contiamo assolutamente niente e continuiamo invece a pensare che scegliere qualcuno al posto di qualcun altro possa fare la differenza. Non sappiamo più cosa sia davvero la libertà perchè sono secoli che ci lasciamo intontire da un sistema che ci annulla come individui e ci sfrutta come schiavi e non riusciamo a capire che non lo si può combattere con le sue stesse armi.
      Ciao Simo!

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