08 febbraio 2014

Impressioni di Febbraio.



È una mattina qualsiasi, anzi no, è un sabato mattina diverso perché, stranamente, non devo finire nessun lavoro. Perciò scrivo, scrivo qui, in questo spazio che spesso devo trascurare per ovvi motivi logistici: non mi dà da mangiare.
È una mattina qualsiasi, dicevo, e girando in rete, non riesco ad interessarmi a niente. Sì, informazioni ne trovo tante: fra facebook, twitter e google+ ce n’è una marea, senza contare i vari aggregatori a cui sono iscritta a cui aggiungerei pure i vari giornali che ho diligentemente riunito in una cartelletta creata allo scopo.
Non riesco ad interessarmi a niente perché c’è una domanda che mi gira in testa da un po’ di tempo, da molto tempo direi, retorica, esistenzialista fin che si vuole e senza possibilità di risposta, ma ogni tanto me la faccio: perché vivo? Qual è, ora, il senso della mia esistenza, mia come individuo?
Probabilmente questa domanda si ripropone, direi ormai ciclicamente, perché ho preso ormai consapevolezza che vivo non più per realizzare i miei sogni o le mie aspirazioni, ma sono costretta a vivere solo per trovare un modo per vivere.
Le aspirazioni e i sogni ci sono ancora, non dico di no. Per esempio sogno ancora di innamorarmi di nuovo, nonostante tutto. Aspiro ancora ad un mondo diverso e vorrei poter fare qualcosa per cambiarlo, come quando, nei lontani anni ’70, mi impegnavo entusiasticamente, e forse ingenuamente, nelle lotte studentesche. Vorrei non vedere più gli scempi che quotidianamente vengono perpetrati ai danni di questa terra su cui viviamo e che così male ci sta ormai sopportando. Vorrei non vedere più odio fra le persone, ma solo amore continuo e disinteressato……………… 
sì, lo so, sono un po’ alte come aspirazioni, soprattutto per me che sono così piccola e piuttosto impotente, ma ho sempre pensato che, al di là dell’arrovellarsi quotidiano, queste cose potessero dare un senso a tutto, anche ad una dura lotta per la mera sopravvivenza.
Solo che adesso non ho più tempo……..e forse nemmeno più la voglia.
Non ho più tempo perché sono impegnata a lavorare (molto), a mangiare (poco) e a dormire (quel tanto che basta).
Non ho più voglia perché vedo troppa deriva, troppo arretramento, ostile e incoerente rispetto a tutto l’impegno messo per cercare di migliorare.
Vedo crudeltà, disinteresse, accaparramento e voglia di dominio a qualsiasi costo.
Vedo la diffidenza nei gesti e la paura negli occhi.
E scusate se è poco.
Mi toccherà trovare altre motivazioni per riuscire a tirare avanti………ma quali? 
Cercare di dimenticare il presente e rifugiarmi nel passato, in quei bei ricordi (tralasciando quelli brutti) così bene impressi nella mente?
Lo trovo piacevole ma sicuramente offre pochi vantaggi evolutivi.
Cercare (sempre) di dimenticare la situazione attuale proiettandomi in un futuro ideale ricostruito sulle macerie del presente?
Mi sa che quando e se ci arriveremo io non potrò più essere lì per godermelo, non sono e non voglio essere immortale.
Senza farmi altre domande posso concludere che dovrei, in ogni caso, dimenticarmi del presente.
Ho l’impressione che sarà dura, molto dura…….

1 commento:

  1. E' vero, credo che ce lo chiediamo tutti, dalla terza età in su, o forse no.... c'è molta gente che continua a voler vivere anche in condizioni inumane.... Vabbe', io so di continuare a vivere perché sono "costretto" da un istintiva autoconservazione. Mangio perché ho fame, respiro perché ... veramente non lo so il perché, ma i miei polmoni funzionano da soli... poi il cuore pompa altrettanto da solo... tutto funziona, male, ma funziona, e quindi vivo..Sì, vengono a mancare le prospettive, viene a mancare il tempo per programmarle, e anche le forze fisiche per farlo... ma, c'è un ma... è che non condivido del tutto quello che dici a proposito della "nostra povera terra" e dell' "amore continuo e disinteressato" tra noi umani. Ecco penso che la terra son circa ventimila anni che ci sopporta e il sistema solare imploderà con o senza di noi. Insomma sì, si potrebbe vivere meglio, ma il comportamento umano ha disboscato molto più in ventimila anni, che nel secolo scorso. Poi l'amore... le torture... può sembrare incredibile che ancora oggi qualcuno lo faccia, ma è sempre un numero molto minore di prima... ricordiamoci che fino a un paio di secoli fa la violenza privata era un "diritto" riconosciuto, per chi aveva la "potestà", dal capofamiglia al padrone al re.... Ecco mi mancano queste "motivazioni negative", per cui dire che "vorrei ma non posso lottare"... In pratica, vedo le cose molto migliori di soli cent'anni fa, ma siccome la nostra natura animalesca non è ancora del tutto addomesticata... ci vorranno ancora alcuni secoli, ma sicuramente domani, gli altri non io, staranno molto meglio di oggi. Questa mia convinzione fa la differenza tra me e te, ma non cambia il fatto che anch'io me lo chiedo: ecchecazzocistoafareioquiadesso?

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