22 febbraio 2014

Partire.



Ho sempre amato i viaggi in treno, ma quelli lenti, con il rumore dello stantuffo, che lasciano vedere fuori senza far venire la scoliosi ottica. Alberi, pianure, montagne, mari e deserti che si rincorrono senza fretta, che mi accompagnano senza sfuggirmi. E ancora adesso ho questa fantasia, piuttosto romantica, da Orient Express. Un viaggio lungo, quasi senza meta. Decidere se e dove fermarmi......
Scappare? Forse.....motivi ce ne sarebbero, ma anche voglia di scoprire, di trovare nuovi stimoli, di ricostruire, di ripartire da zero per ricominciare la storia d’amore con me stessa. Salire sul treno e sorridere salutando. Non rimpiango niente, è stato bello, ma ciò che troverò sarà un diverso sconosciuto, da imparare, da vivere diversamente.

Freud ci sguazzerebbe in queste fantasie, ma, senza scomodare Freud, c’è sicuramente, in fondo in fondo, un’insoddisfazione latente, un cercare qualcosa che ancora non ho trovato. 
Me stessa? O un modo di essere che non trova luogo per esprimersi? 
Certo per rispondere a queste domande non ci sarebbe bisogno di andare troppo lontano, ma lo scoprire nuovi orizzonti è un desiderio che non mi lascia mai.....che siano dentro o fuori di me.

6 commenti:

  1. Gran vera verità questa che racconti in tono garbato ed elegante....il viaggio come motivo di vita lo devi avere nel dna oppure trovarlo come medicina contro il mal di vivere.Per esperienza personale ti dico che finché c'è vita c'è la speranza di raggiungere la meta agognata,ma ricorda che a ogni orizzonte ne succede uno nuovo perché il viaggio sia stimolo per un nuovo viaggio....fino alla fine

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    1. E' proprio questo che intendo: sempre nuovi stimoli per non fermarsi mai, per conoscere sempre, perchè ciò che sappiamo non è mai abbastanza. Ciao Mario. ;-)

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  2. Io no, il viaggio sì, sempre, ma sapendo dove e perchè ci andrei, e con chi, e anche con molti soldi, perchè viaggiare costa ! Dentro me stesso...? non credo di trovarci nemmeno un c... va be', ci sono da un casino di anni dentro me stesso ... preferirei stare da un'altra parte. Fantasie? Roba da ridere... con l'impossibilità materiale di viaggiare letteralmente, posso fantasticare per giornate intere... anzi è meglio frenare, potrei farmi delle illusioni. Ma sì dai... ci sto, qui, in questo mondo parallelo della virtualità si può andare oltre, anche al di là del ... fosso! (sempre che non ci caschiamo dentro...) Ohhh mica tutti i giorni ci si alza ottimisti ! Oggi mi va così... e mi va anche bene, ieri era molto peggio ! Uffa!

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    1. Vedi chei anche tu, nonostante lo scetticismo, cerchi nuovi stimoli, anche solo per fare di domani una giornata migliore di ieri.

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  3. Per me, Gianna, viaggiare è vita e patisco molto adesso che l'età e gli acciacchi me lo rendono difficile. Viaggiare…senza chiedermi il perché. Il perché lo capirò viaggiando, conoscendo altri pensieri, guardando le cose da visuali diverse. Viaggiare mi ha sempre arricchito, sia viaggiare faticosamente e lentamente da "vera" viaggiatrice, sia farlo più in fretta da "turista" e cioè viaggi organizzati, crociere, fine settimana qua e là. Di sicuro diventa una delusione se si viaggia pensando di lasciare a casa noi stessi, come molti fanno pensando di andare lontano da se.
    Viaggiare dentro di se invece è più difficile, faticoso, a volte doloroso…..spesso noioso. Con il rischi di non riuscire a vedere se stessi per come si è, ma solo come vorremmo essere.

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    1. E' vero Mariella, a volte conoscere sè stessi è faticoso, ma trovo che sia impossiblie non riuscire a vedere sè stessi per come si è. Credo che il rischio sia invece quello di nascondersi per mostrasi diversi, per apparire come vorremo essere o come gli altri ci vorrebbero.

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