25 ottobre 2015

Janis (little girl blue)

Fa un certo effetto pensarla lì, nella camera di un motel di Los Angeles, morta di overdose a 27 anni, il 4 ottobre 1970. Janis Joplin: una delle più grandi voci della storia del rock. Fa un certo effetto perché in "Janis", film di montaggio realizzato con materiali d’archivio, a colpire sono proprio la solitudine e la fragilità di una little girl blue, di una ragazzina triste. Janis era di Port Arthur, Texas, e l’odio per le radici (ma non per la famiglia) e la rivalsa verso chi a scuola la maltrattava perché bruttina, o perché dalla parte dei neri, non se li è mai scordati. Nemmeno quando divenne una star a San Francisco, quando si esibì a Woodstock e Monterrey. Janis era furiosa verso chi l’aveva ferita, ed era capace di mollare tutto per una rimpatriata di compagni del liceo, giusto per far vedere chi era diventata. Nel film di Amy Berg c’è ovviamente molto altro: le radici soul, il rock anni 60, il Chelsea Hotel, gli amori tristi e pure un’esibizione in treno di “Me and Bobby McGee” con i Grateful Dead. Emergono dolore e spinta all’autodistruzione, la voglia di sballarsi e divertirsi come sola via di fuga da un paese che Janis non seppe mai abbandonare. Imperdibile.

 

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