Ci sono due cose che nella società si sono perse: il sapere che, per
ottenere qualcosa sia sul piano materiale sia su quello del pensiero,
è necessario impegnarsi; senza impegno non vi è alcuna trasformazione
della nostra vita, né della società in cui viviamo; e l’altra cosa è
la capacità di riflettere su quanto accade a noi e intorno a noi in
modo critico. E questo perché i principali media cercano di
conquistare la nostra attenzione e la nostra emotività, evitando che
si possa avere il tempo di riflettere sul messaggio, e quindi di
prendere per buone le notizie che ci danno superficialmente. E la cosa
peggiore è che, dopo, prendiamo decisioni velocemente e passando
sopra ogni cosa. Dimenticando che le decisioni hanno bisogno di tempo
per essere prese.
Con le condizioni di globalizzazione che viviamo oggi, dove la
possibilità di accesso alle informazioni è semplice e veloce - con
un semplice click si possono avere migliaia di informazioni in pochi
secondi – è sconcertante che, nonostante ci siano maggiori
probabilità di acquisire nuove conoscenze, molti preferiscano ancora
il sensazionalismo, trascinati dall’impostazione dei media, senza
obiezioni; la grande maggioranza preferisce ancora basarsi su quello
che si legge sui media per sviluppare la propria opinione, e non per
quello che il pensiero critico le dice.
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