02 giugno 2016

Sarà progresso?

"Mind sharing". La tecnologia sta sempre più prendendo piede, si sta evolvendo e rinnovando giorno per giorno. Una volta bisognava andarsele a cercare fisicamente le persone: al bar, al telefono, a cena con gli amici. Si condivideva tutto lì, parlando, discutendo, ridendo, incazzandosi e dandosi le pacche sulle spalle. Oggi è immediato: si va su Facebook,Whatsapp, Instagram o altro, un click e tutto quello che si vuol far sapere si condivide col mondo intero, anche con quelli a cui non gliene frega niente. 
Non è una critica, è un dato di fatto, perché nemmeno io sono immune dalla facilità con cui si può entrare in contatto con le persone e dalle numerose possibilità che offre il progresso tecnologico, anche se ultimamente ho preso un po' le distanze dai vari social perché ho l'impressione che l'abuso superi l'uso. Anch'io mi servo di Whatsapp e lo trovo utile e divertente, ma le più belle chiacchierate non sono certo virtuali. E comunque ho sempre avuto una certa reticenza a mettere alla mercè di chissà chi certe mie personalissime informazioni o postare accadimenti, cose e pensieri che non hanno alcuna rilevanza comune. Tutto questo per dire che in me permane una certa diffidenza, un non volermi esporre oltre un certo limite perché certi pensieri preferisco rimangano solo miei e perché penso che certe sensazioni non si possano trasmettere via etere. Forse perché sono nata nel secolo scorso e sconto una certa nostalgia nei confronti delle comunicazioni lente, sfoglio ancora con piacere i libri di carta e inchiostro, adoro far scivolare su un foglio una stilografica, ricordo con una certa emozione quando scrivevamo le lettere e le imbucavamo dopo aver leccato il francobollo con l’ingenua speranza che non arrivassero troppo tardi. Credo che ben poche generazioni abbiano dovuto subire una così grande accelerazione nella comunicazione come la nostra. Ricordo ancora l’emozione del giorno in cui a casa ci consegnarono il primo televisore a colori e conservo ancora il mio primo telefono cellulare (costato uno sproposito e al confronto di quelli odierni sembra un ferro da stiro). Nonostante questo però ho sempre cercato di adattarmi all'evoluzione tecnologica, la sfrutto in tutte le occasioni che posso perché dà accesso a contenuti altrimenti difficili da reperire e semplifica la vita. 
Ma c'è una cosa che mi spaventa un po' e fa crescere la diffidenza: il "mind sharing". 
Pare che entro il 2020 avremo un dispositivo indossabile simile a uno smartphone in grado di farci comunicare con gli altri direttamente con il pensiero. Questo nuovo modo di comunicare basato sulla condivisione dei nostri pensieri è il più eclatante dei 10 trend del futuro teorizzati nel report annuale dell’Ericsson ConsumerLab, documento che analizza i nostri usi e costumi digitali cercando di lanciare lo sguardo sul mondo che verrà. Secondo gli 85 milioni di utenti di smartphone dai 15 ai 69 anni interpellati a livello globale il salto avanti dai tasti alla mente è dietro l'angolo.
Una visione estrema di un futuro ipertecnologico. Credo sia normale che spaventi un po'. Anche il primo uomo preistorico che accese la prima fiamma immagino si sia spaventato non poco. 
Sarà un progresso? Probabilmente sì, ma come ogni evoluzione può portare con sé anche qualche pericolo. Già da adesso non sappiamo più cos’è la vera privacy perché tutto è intercettato, copiato, controllato. Di libero ci rimane solo il pensiero, ma in futuro sarà ancora così? 
Ai posteri l’ardua sentenza…

1 commento:

  1. Gianna, certo che sarà ancora così! Come faccio a saperlo? E' semplice: io il cellulare lo adopero solo quando mi pare! Anche il computer. Anche la TV e anche il microonde e la lavatrice, e la lavastoviglie e la macchina,... Fai così anche tu? E allora? Il mondo cambia sempre in peggio .... ?Eeeeh, cavolo, a quel punto io non ci sarò più.... poi gli altri si arrangeranno! Per la miseria devo preoccuparmi anche di loro??? Da quando ero piccolo a oggi è successo un casino.... è cambiato tutto! in meglio e anche in peggio! EPPURE IO SONO SEMPRE LO STESSO SFIGATO!

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