11 febbraio 2017

E' che a volte mi sento fuori luogo...

...con i miei valori di giustizia, ricerca della verità, equità sociale e libertà. Mi guardo intorno e sembra che tutto quello in cui ha creduto la mia generazione non abbia più un significato, addirittura sia stato dimenticato. La politica ridotta ad una lotta infinita su temi superficiali, inconcludenti ed estranei alla concretezza; il "dagli al povero disgraziato" come credo collettivo; la comunanza un termine fastidioso; il razzismo e il fascismo nascosti e mascherati in mille pieghe di egoismo; un popolo che delega, che non sa fare a meno di un guru che indichi una strada, una qualsiasi, esimendolo dalla pesante autonomia responsabile...
Forse sono vecchia davvero, forse meglio che taccia le mie ragioni per non infastidire il nuovo che avanza, forse dovrei persino dire grazie alla mia età che non mi permetterà di vederne le conclusioni e intanto mettermi al passo, rassegnarmi a quest'idea di società in cui prevale chi ha la voce più forte, dove non importa il chi e il come ma solo il quanto...
Ma non era questo che avevo sognato...


Mi dichiaro colpevole
di sognare a voce alta
di fidarmi dell’altro
di cercare la poesia.
Mi dichiaro colpevole
di dire quello che sento
di scommettere sul sentire
di credere nel detto.
Mi dichiaro colpevole
di sentire che è possibile
piangere un’assenza
lottare un incontro.
Mi dichiaro colpevole
di vivere un altro tempo
di fidarmi di un gesto
di insistere per la verità.
Mi dichiaro colpevole
Sì.
Mi dichiaro colpevole. 

Araceli Mariel Arreche: "Mi dichiaro colpevole". 

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