29 aprile 2012

Atene, banchieri in pericolo: il giustiziere è un serial killer!


Niente di reale, non cominciate ad esultare, è solo un libro, "Prestiti scaduti" di Markaris Petros, che parla di un killer spietato che si sta vendicando sull’unica categoria che è riuscita a trarre beneficio dalla situazione greca: i banchieri. Un romanzo noir su una società dominata dalle grandi forze della finanza mondiale in cui le differenze economiche si allargano sempre più. Ambientato nell’abisso nel quale sprofonda la Grecia, racconta la catastrofe sociale provocata dai tagli imposti dalla Bce e dove l’antieroe nero è un serial killer: è lui che fa pezzi, letteralmente, i “carnefici” del popolo greco. Il libro è dell'anno scorso, ma la cronaca vera da cui prende spunto, non è cambiata, anzi, direi che è peggiorata. Lo scrittore racconta come, in un clima del genere, esasperato dalla crisi, taglieggiato dalle banche, sfinito dai prestiti a strozzo, uno ha dato di matto. E allora si mette a tagliare le teste di qualche banchiere e il commissario deve indagare tra tutti coloro che, in qualche modo, possono avercela con le banche. Vale a dire chiunque, perché come scrisse Bertolt Brecht nell’Opera da tre soldi “Che cos’è una rapina in banca paragonata alla fondazione di una banca?”. Il commissario si trova così a indagare sul passato del killer, scoprendo le sue ardite e non del tutto limpide operazioni finanziarie, ed il suo spietato modo di condurre gli affari e soffocare i debitori. Le cose si complicano quando verranno ritrovati altri cadaveri di uomini legati al mondo della finanza, delle agenzie di rating e di recupero crediti, tutti  uccisi con la medesima tecnica mentre la città viene riempita di volantini che invitano la popolazione a non pagare i debiti verso le banche. I greci, prostrati dalle misure anti crisi e insofferenti verso le banche, sembrano parteggiare per il Partigiano antibanche, come viene soprannominato il misterioso diffusore degli appelli, e l’intero ordine sociale sembra vacillare. Le indagini si orientano a cercare il colpevole verso qualcuno che, essendo stato rovinato dalle banche, nutre sentimenti di forte rancore, ma è come cercare un ago nel pagliaio, ormai sono moltissimi i greci che hanno visto precipitare la loro condizione economica.
Romanzo inquietante anche per noi italiani che vediamo le mani lunghe e rapaci della crisi incombere sulla nostra vita e avvicinarsi lo spettro di una deriva greca della società del nostro paese. Infatti Markaris ci infila anche il nostro Paese: “In questo momento spagnoli e portoghesi sono in cattive acque, come noi. Siamo i PIGS – Portogallo, Italia, Grecia, Spagna – i maiali. Tra maiali, insomma, bisogna aiutarsi e non correre dietro agli squali. Abbiamo cercato di vivere come squali ma siamo affogati, perché in quanto maiali non sappiamo nuotare.

Tutto vero. E mai come ora mal comune NON è mezzo gaudio.

Ne parlano anche Libre e Rivista Anarchica Online.

Credo che lo comprerò.

2 commenti:

  1. La rivoluzione che vorrei.
    ricambio di tutta la classe politica. con l'obbligo di fare un periodo di 24 mesi di apprendistato.
    come esame ? un lavoro da operaio con lo stipendio di euro 1200 al mese.
    senza altri introiti pena l'esclusione da qualsiasi incarico politico.
    Cosi quando dovranno fare nuove leggi e qualsiasi altra riforma
    riguardante la classe operaia come pensioni ecc.
    saranno più equi nel varare le riforme.
    In quanto alla durata del mandato un massimo di due legislature
    con stipendi pari a tre volte lo stipendio di un operaio

    gli stipendi a fine mandato per quanto riguarda la pensione
    dovrebbero essere cumulati come quelli di un cittadino
    che nella vita ha svolto più lavori
    PS.
    Annullamento della riforma DINI Legge porcata che cambiò la loro pensione in vitalizio
    una volta eliminati i papponi e le loro lobby
    con giovani onesti potremmo risollevarci
    e fare si che i costi della politica si ridimensionino al costo reale
    CHE A TUTT'OGGI È MINIMO DIECI VOLTE PIÙ ALTO.
    RIPRISTINANDO COSI LA DEMOCRAZIA . VITTORIO

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    1. Come sempre mi trovi d'accordo. E' da una vita che penso che la classe politica non abbia (o non voglia avere) nessuna percezione della realtà che dice di voler governare, e proprio per questo non la può governare.
      Ciao Vittorio, grazie.

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