18 aprile 2012

L'inquietante fascino dell'imperfezione.

Io sono una cultrice del difetto. Sto sempre dalla parte sbagliata. Tra due strade, due possibilità, imbocco sempre la più difficile, la meno sicura. Detesto la perfezione e al tempo stesso la inseguo, cercando di reinventarla adattandola a quello che sono. Inseguo un equilibrio difficile da immaginare e così cerco, frugo, annuso, a volte trovo. Allora scavo. Non mi faccio domande e non ne faccio. Lascio che le cose e le persone parlino da sole, che si esprimano, senza imbeccarle. E che mi si parino davanti, sorprendendomi. Con quel senso di attrazione che solo chi è capace di stridere un po’ con l’intorno sa darmi. Ma non come un gesso sulla lavagna. Come un dente rotto, un naso storto, un’occhio strabico, una ruvidità su di una pelle liscia, come un vestito di lino, bello davvero solo se sgualcito.

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