19 aprile 2012

Antipolitica? No, grazie.

Stamattina, fra letti da rifare e fornelli da pulire (e non chiedetemi com'ero messa perchè sennò vi confesso che avevo pure i bigodini in testa!), seguivo anche Agorà. Le tematiche sono state diverse, due erano l'antipolitica grilliana e il beauty contest sull’assegnazione delle frequenze televisive.
Il pensiero mi è venuto spontaneo: questi qui parlano di aria fritta mentre io mi sto arrabattando per cercare fra i volantini dei supermercati quello con le offerte più vantaggiose! 
Parlano di assegnazioni delle frequenze Tv e dello spauracchio di Grillo, e non parlano (ma soprattutto non agiscono) per rimediare alla sempre più drammatica situazione di un popolo sempre più povero e sempre più incazzato con i politici trastulloni. Niente. Se la prendono con l’antipolitica del comico, quasi che la colpa del successo di Grillo sia causata dal suo appeal politico e non già allo scarso appeal della politica nostrana. Questi bellimbusti non hanno capito che se l’antipolitica cavalca la crisi è perché la politica non sta facendo quello che il popolo gli chiede: tagli ai privilegi, tagli alla spesa pubblica e abbassamento delle tasse. Non è questione di antipolitica, anzi, è voglia di politica, voglia di idee, di cambiamento vero e non volto all’aggressione della civiltà e dei diritti. Pensiamoci, ogni giorno sappiamo qualcosa di nuovo riguardo all’uso demenziale che la politica fa del suo potere, ogni giorno abbiamo la prova che noi cittadini non abbiamo nessun mezzo per partecipare alla vita pubblica come prescriverebbe la Costituzione, anzi, ne rimaniamo completamente esclusi! Ogni giorno abbiamo la prova che le formazioni politiche non intendono rinunciare a nessuno, e dico NESSUNO, dei loro privilegi. Invocano ipocritamente controlli stringenti, ma ciò che propongono è addirittura più nauseante della vecchia normativa con i suoi spaghetti al caviale, i suoi diamanti, le lauree, le fondazioni, le clientele. In compenso non ci viene concesso di sapere assolutamente niente delle idee e prospettive che i partiti intendono esprimere, non emerge la minima traccia  di politica. Tutte le loro parolone non hanno niente che porti a pensare a qualcosa di concreto, sono solo convoluzioni politicanti, descritte per giunta con paraplegica incertezza. Discorsi che non hanno senso in un momento nel quale la capacità di immaginare il futuro e un futuro diverso è ridotta a zero!
Io non so davvero da che parte stia l'antipolitica e, sinceramente, me ne fotto. Voglio solo sentire parole certe sul futuro del paese, sulla sua società, parole in grado di esprimere delle speranze, parole che non sento da nessuna parte. Ho solo l'impressione molto reale che l’antipolitica la stiano facendo proprio loro: i partiti e tutti i loro apparati autoreferenziali. 
L’antipolitica è frutto della carenza di politica, e ormai in questo paese c’è n’è una devastante carestia.

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