23 ottobre 2012

Bomba da disinnescare: la soluzione c’è, perché la si lascia esplodere?



L’Espresso parla di un’Italia sotto sfratto, parla di una bomba sociale che sta esplodendo. Si chiama “morosità incolpevole” perché la colpa non è di chi viene sfrattato e che comunque ne subisce le conseguenze, ma dello stipendio che non arriva, e quando arriva è troppo tardi. La colpa è dell’abbassamento del reddito, delle aziende che chiudono  e lasciano gli operai senza lavoro e si deve ritenere fortunato chi può ancora contare sulla cassa integrazione.
E allora io mi chiedo se ancora si possa chiamare Stato quello che toglie un diritto primario, che non dà nessun tipo di garanzia ai suoi cittadini nemmeno quando è così evidente la sua responsabilità: si tagliano i fondi destinati all’emergenza abitativa e non si fa nulla per bloccare gli sfratti. 
Estendere le tutele a chi ha difficoltà a pagare un mutuo o l’affitto di casa dovrebbe  essere un atto obbligato quando questo succede in una situazione di crisi provocata da logiche economico-finanziarie che nulla hanno a che fare con la sopravvivenza quotidiana delle persone che da questo Stato dipendono.
Tempo fa si era parlato di questo: il reddito minimo garantito. Una misura per contrastare il rischio marginalità, garantire la dignità delle persone (inoccupati, disoccupati, precariamente occupati) e favorire la cittadinanza attraverso un sostegno economico.
Il reddito minimo garantito è una realtà nella quasi totalità dell'Unione Europea, in Italia riesce a entrare difficilmente nel dibattito politico, perché?
In diversi paesi europei esistono già da diversi anni (se non addirittura decenni!) varie forme di reddito di base che si accompagnano ad altri interventi di sostegno al reddito. Già nel 1992 l'Unione Europea aveva invitato gli stati membri ad adeguarsi a chi aveva già introdotto il reddito di base tra le proprie politiche di welfare e la raccomandazione di fatto impegnava gli stati ad adottare misure di garanzia di reddito. A questi inviti hanno aderito tutti mentre restano totalmente inadempienti soltanto Grecia, Ungheria e Italia! Perché?
Perché in Italia non esiste questo tipo di assistenza e si buttano famiglie con bambini in mezzo alle strade mentre si spendono miliardi per comprare dei cacciabombardieri?
Perché qui da noi una questione così importante viene valutata così superficialmente tanto da farlo sembrare un fatto marginale mentre è il fondamento del welfare state europeo, la base del cosiddetto “modello europeo”? Non è forse questo un diritto fondamentale  più di quanto non lo sia quello delle banche di rastrellare soldi pubblici o dei politici di avere stipendi altisonanti?
Perché si vuole tenere l’Italia dentro un isolamento medioevale se lo scopo è quello di fare un’Europa unita? Perché c’è bisogno di una raccolta firme a livello nazionale per chiedere ciò che l’Unione Europea da tempo ha ammesso e reso possibile nel resto del continente?
Negli altri Stati si interviene anche ad integrare il reddito di chi guadagna poco, noi siamo lasciati completamente soli, ci dobbiamo arrangiare…..e siamo liberi….. anche di ammazzarci se ci va!

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