Ho seguito questa
discussione e quello che ne è venuto fuori è che, in mezzo a tanti pareri
diversi, il torto e la ragione sono concetti molto labili se ci si ferma
all’immediato. Naturalmente io so benissimo da che parte sto e credo si sia
capito ma, si sa, ognuno ha motivazioni diverse per ritenersi nel giusto. Non
voglio qui far da paciere, è un ruolo che non mi si addice, e non voglio
nemmeno dispensare consigli da ”vecchia saggia”, non mi ci sento e non sarò mai
saggia a sufficienza per questo. Vorrei solo dire a chi si lamenta dei disagi,
a chi pensa che i nostri ragazzi siano “ignoranti” di quanto gli succede
intorno, che approfittino di qualunque cosa pur di non studiare, che siano più
inclini alla violenza che alla riflessione che, se sono così e non tutti lo
sono, i motivi bisogna cercarli a monte.
Come bisogna cercare a monte i motivi per cui dei poliziotti
hanno comportamenti tali da accanirsi
sui loro stessi figli.
A monte sì, bisogna guardare in alto. Bisogna trovare
l’origine di tutto questo guardando oltre le cortine fumogene e gli striscioni,
oltre i disagi ovvi e palesi che uno sciopero o una manifestazione provocano a
chi si trova a subirlo, a farlo o a combatterlo.
E l’origine è là, arroccata nel suo castello, protetta e
distante. Tanto ben protetta e tanto distante quanto freddamente consapevole
della propria efficienza.
Efficienza nel taglieggiare e schiavizzare, nell’esasperare
e provocare.
Se nella scuola pubblica andasse tutto bene, se i giovani
fossero messi in condizione di poter studiare senza difficoltà continue, a
nessuno verrebbe in mente di protestare.
Se la gente comune, gli operai, gli imprenditori e tutti
coloro che fanno del lavoro il loro obiettivo di dignità di vita fossero nelle
condizioni di poterlo fare, a nessuno verrebbe in mente di protestare.
A questo punto nemmeno i poliziotti, che non prendono più di
un operaio, che hanno anche loro figli a cui vorrebbero dare un futuro,
avrebbero motivo di obbedire ciecamente a qualcuno che guadagna cento volte
tanto e li costringe, per amore o per forza, ad una guerra contro i loro stessi
simili.
È quello il colpevole: lo Stato.
Il colpevole è quello che
non dà il diritto allo studio, al lavoro e che non rispetta la dignità dei
cittadini, quello che studia a tavolino, usando le persone come pedine, i
metodi di repressione più subdola per nascondere le sue colpe.
"Organo e funzione sono termini inseparabili. Levate ad un
organo la sua funzione: o l'organo muore o la funzione si ricostituisce.
Mettete un esercito in un paese in cui non ci siano né ragioni né paure di
guerra interna o esterna, ed esso provocherà la guerra, o, se non ci riesce, si
disfarà. Una polizia dove non ci siano delitti da scoprire e delinquenti da
arrestare, inventerà i delitti e delinquenti, o cesserà di esistere."
Errico Malatesta
Rileggete anche questo se vi va.
Nessun commento:
Posta un commento
Una tua opinione è sempre gradita...o anche un semplice saluto. ;)