22 ottobre 2012

“Progetto Ohana” di Carlos Catucci. “Un fiocco di neve è leggero come una piuma, un miliardo di fiocchi di neve sono una slavina. Da soli non contiamo nulla. Tutti insieme possiamo cambiare le cose.”



Il post precedente sul cohousing ha aperto una discussione qui e qui, dalla quale è venuto fuori una positiva propensione a valutare quel tipo di proposta, con i dovuti dubbi di concreta realizzazione che scaturiscono, ovviamente, dalla scarsa propensione al vivere sociale comune che abbiamo sviluppato in secoli di individualismo dominante. 
Ma, cosa più importante, Carlos Catucci ci ha parlato di un suo progetto a cui ha dato un nome stupendo e molto significativo:  “Progetto Ohana”, che nella lingua dei nativi della Hawaii significa "Famiglia" e anche "Nessuno verrà mai abbandonato".
L’ho trovato entusiasmante, molto ben definito nei dettagli e nella concreta possibilità di realizzazione.
Lo introduco con le sue parole che trovo efficacissime:
Da anni ho una idea in testa. Una associazione no profit, che potrebbe aiutarci a far cose buone, a rimettere in carreggiata il mondo. Beh se non il mondo almeno il paese in cui viviamo.
Vi spiego subito prima di tutto perché' penso che il solo modo di colpirli (senza offrire loro il destro a poterci criminalizzare in quanto terroristi, anarco-insurrezionalisti, e quant'altro) nel solo punto dove sono sensibili e indifesi.
Dietro tutti i problemi che stiamo vivendo c’è, come sappiamo tutti, il grande capitale, inteso come istituti di credito, ovvero le banche. Per salvare il sedere di questi organismi inutili e probabilmente dannosi, che hanno fatto una serie di errori macroscopici giocando con il futuro dell’umanità, ci dicono che dobbiamo tirare la cinghia (ancora?) e fare sacrifici lacrime e sangue per uscire dalla crisi.
Una crisi tutta finanziaria, perché' l'economia, quella vera, sana, non quella che ci obbliga a produrre per poter consumare così da incentivare la produzione in una spirale negativa, ma quella che ci permette di cercare di rendere migliore la vita per tutti, quella è sana.
E soprattutto una serie di errori che non pagano (l'Islanda è un caso a parte) i colpevoli ma bensì il popolo. Allora dobbiamo fare in modo che i grandi capitali e i loro complici e accoliti non riescano a dominarci ancora.
L'idea di base è, intanto, creare una rete sociale. Se non si raggiunge questo risultato, il resto conterà ben poco.
Per raggiungere questo fine il mezzo è l'associazione con i suoi servizi. In pratica usando i servizi e aiutando a prestarli, gli associati finiscono con il conoscere meglio altri associati e con il capire concetti chiave come la cooperazione e il reale valore (non quello di mercato, ma quello legato alla necessità dell'individuo) di beni e servizi.
Inoltre. come vedremo, potranno apprezzare la partecipazione a progetti di cose comuni, anche vigilando sulla correttezza delle procedure (senso civico).
I mezzi inizialmente identificati sono quattro, e più precisamente:
Gruppo di acquisto solidale (o GAS), Micro credito, Banca del tempo e Mercati del baratto.
Vediamo i dettagli.
-Per prima cosa chiariamo che l'associazione deve essere no-profit. No profit significa che non deve avere fini di lucro, gli associati NON ricevono alcun dividendo. Non vuol dire che non possa maneggiare denaro, ne che non possa pagare stipendi a persone che lavorano per finalità dell'associazione stessa. Stipendi nella media, nessun ruolo dirigenziale viene compensato, solo ruoli realmente produttivi. Vedremo più avanti come si potranno creare tali ruoli.
-Il secondo punto è che deve essere una associazione completamente democratica e partecipativa, del tipo una testa, un voto. Tutto va deciso dagli associati. Si possono delegare solo le incombenze di routine a singoli gruppi. Ma si deve trattare di cose appunto di routine che non prevedano decisioni. Tutto il resto lo decide l'assemblea dei soci (anche qui, in seguito verrà descritto il metodo per fare ciò con una associazione che parte con l'idea di essere spalmata (come minimo) su tutto il territorio nazionale e che deve contare (per perseguire i suoi scopi) su centinaia di migliaia di associati).
-Al terzo posto troviamo il fatto che chiunque potrà associarsi senza dover spendere nulla e che potrà (ancora più importante) disassociarsi con una semplice comunicazione scritta. E' importante questo punto perché' non avendo una quota associativa (andrà specificato nello statuto e nell'atto costitutivo) chiunque si può associare e se non usufruisce di nessun servizio comunque non avrà avuto alcun costo. In questo modo si invogliano le persone ad unirsi all'associazione. E non li si spaventa, potendo, se credono, dissociarsi in qualsiasi momento.
-Come quarto punto parliamo del GAS, o Gruppo di Acquisto Solidale. In pratica, una maniera di risparmiare tagliando gli intermediari. In pratica sappiamo bene come un prodotto agricolo, che viene pagato al produttore meno di 50 centesimi di Euro, lo troviamo sullo scaffale a parecchi euro. Ora dobbiamo considerare che chi espone (supermercato, negozio di generi alimentari o ortofrutticolo o simili) ha dei costi, affitto, corrente, tasse, etc. Ed è legittimo che voglia applicare un ricarico. Ma comunque la differenza di prezzi, tra il prezzo di acquisto al produttore, che spesso si trova anche a non riuscire a starci dentro, e quello di vendita al consumatore finale, rimane troppo grande. Posto che non vogliamo accusare chi vende di essere un ladro approfittatore, dobbiamo cercare la soluzione al mistero altrove.
Bene un tempo il mercante partiva dalla sua zona di residenza per recarsi, con viaggi disagevoli e pericolosi, in un paese lontano, dove acquistava, anticipando di tasca sua, merci che vendeva una volta tornato a casa, se riusciva a portarle indietro senza problemi, con un giusto ricarico.
Oggi questo lavoro lo svolgono degli intermediari; questi compongono la cosiddetta "catena distributiva". Un accentratore o incettatore acquista grandi quantità di merci dai produttori. A sua volta ne distribuisce parti in varie zone del paese a dei grossisti dopo avere eseguito una maggiorazione del prezzo. Questi applicano a loro volta un ricarico per distribuire ad esempio ai rivenditori che operano nei mercati all'ingrosso della zona. Questi ultimi, applicando anch'essi un ricarico, vendono ai dettaglianti, che vendono, con il loro ricarico, ai consumatori. A tutti questi ricarichi dobbiamo sommare le spese di trasporto e stoccaggio dei beni.
Chiaramente un produttore fatica a raggiungere direttamente un numero di consumatori tale da esaurire la quantità di beni che egli offre. Per cui è costretto a rivolgersi alla catena distributiva.
Se però un gruppo di consumatori sufficientemente ampio, si coalizza per acquistare tutta la produzione (o comunque una parte sufficientemente grande da valere la pena per il produttore) e organizzare la spedizione raggruppata per aree (ad esempio città), bene si crea il paradosso che il produttore possa vendere ad un prezzo raddoppiato ed i consumatori pagare un prezzo dimezzato. Quindi benefici per ambo le parti.
Il problema viene nel momento in cui il produttore dovesse eseguire spedizioni singole per ogni consumatore. Sarebbe richiesto un effort troppo grande, e i costi inevitabilmente salirebbero. Ma se potesse spedire, a blocchi, ad esempio 300 forme di caciotta a Milano, e 200 a Bologna, non sarebbe per lui un gran problema. Basterà poi che degli associati di Milano e di Bologna si prendano il "disturbo" di ospitare le caciotte e di distribuirle alle persone che hanno fatto l'ordinativo, quando vanno a prendersele, a casa dei "distributori".
Se in ciascuna città ci sono diversi distributori, per i vari beni, e dovendo, i soci, recarsi a quello a loro più vicino per farsi consegnare i beni, si crea una rete sociale di conoscenze.
Gli ordini per ovviare a problemi dovranno necessariamente essere gestiti con un apposito software che permette di inserire gli ordinativi e che poi suddivide in base ai singoli beni ordinati ed alla zona di consegna, gli ordini stessi. Mi spiego meglio con un esempio.
Se io ordino una caciotta, 3 kg di pasta, due panetti di burro e due saponette, l'applicazione provvede a suddividere l'ordine, raggruppando la caciotta ed i due panetti di burro in un ordine (assieme a quelli di altri) per il caseificio più vicino alla mia zona (consumo locale, evitiamo di consumare beni, reperibili localmente, prodotti chissà dove). Nello stesso tempo i produttori si trovano ad avere una serie di ordini raggruppati per zone, quindi più facili da gestire.
Ovvio che ci sono fasce di popolazione che per tanti motivi (incapacità ad usare lo strumento informatico ad esempio) che non potrebbero fare gli ordini direttamente. Ecco la seconda figura volontaria, l'Accentratore, che è un associato che si fa carico di ricevere ordini fatti da altri associati che non sanno inserirli da soli, e provvede a inserirli lui.
Anche qui si crea una rete sociale, che poi sarà il tessuto connettivo dell'associazione stessa.
Tra parentesi oltre ad eliminare i costi eliminiamo anche una serie di intermediari che non aggiungono alcun valore ai beni. Anzi spesso questi spostano beni per migliaia di km solo perché' possono strappare, in un luogo lontano, prezzi più competitivi. Nel costo globale teniamo conto anche quello ecologico. Si muovono, spesso su gomma, ma a volte anche in aereo, innumerevoli masse di beni di consumo, che potrebbero essere prodotti localmente, evitando così inquinamento e traffico.
L'associazione chiede, per il servizio, il 2% del costo dei beni acquistati. Si tratta alla fine di 2 euro ogni 100, e considerato l'ordine di risparmio possibile (si può arrivare anche al 50% rispetto ai prezzi degli scaffali, ma realisticamente si può pensare che in gran parte dei casi si parlerà di sconti nell'ordine del 20/30%) non è certo una cifra che cambia molto.
Altro punto importante è che qualsiasi associato ha il diritto (per accordo preso con il produttore) di visitare i luoghi di produzione (posto che ciò non comporti dei provati problemi, tipo accessi limitati per esempio per via di camere bianche) dei beni in qualsiasi momento. Idem per quanto riguarda la filiera produttiva. Deve essere sempre tracciabile (se il nostro fornitore di uova alleva le sue galline con mangimi vogliamo sapere da dove vengono e come sono composti).
Siccome la componente etica è importante, da statuto sono esclusi prodotti testati su animali (notoriamente test inutili), che abbiano componenti OGM (non diciamo che fanno male, ma fino a che non è provato che siano innocui, meglio evitare) o che si ottengano da situazioni di stress per animali o piante (esempio galline non allevate a terra).
-Il quinto punto invece tocca il micro credito. Prima di addentrarci in come operare, vediamo da dove arrivano i fondi. Abbiamo detto nel punto precedente come (e si tratta ad ora del solo servizio su cui l'associazione imponga un ricarico di tipo monetario) il GAS produca degli introiti. Si tratta di cifre in se risibili (2 euro ogni 100 di spesa), ma che se moltiplicati per il numero di operazioni eseguite mensilmente da un elevato numero di associati, potrà in breve ad avere una mole di denaro che supera le spese nell'ordine di diverse grandezze. Di conseguenza questo denaro va reimpiegato, e non per produrne altro, ma solamente per offrire altri servizi agli associati (e sia chiaro solo agli associati, non essendoci limiti di età tranne che siano maggiorenni, di sesso, razza, religione, fede politica o quant'altro).
Tra questi uno potrebbe essere quello del micro credito, ovvero piccoli prestiti, a tasso zero (mi prestano 100 euro e io ne restituisco 100), con cadenze del tutto libere (restituzione in base alle mie possibilità, senza alcun sollecito o tentativo di recupero del credito), con la sola limitazione che per poter accedere ad un prestito non si debbano avere debiti pendenti (con l'associazione ovviamente). Non sono richieste garanzie di alcun tipo (nell'ipotesi peggiore, visto anche che si parla di piccoli importi, massimo un migliaio di euro, si possono considerare a fondo perduto, però in tal caso l'associato non potrà più beneficiare di tale servizio).
-Il sesto punto invece parla di banca del tempo. In pratica ciascun associato può offrire del tempo per svolgere operazioni, che possono essere specialistiche (esempio un idraulico che cambi le guarnizioni dei rubinetti) oppure generiche (qualcuno che annaffi il giardino durante i 15 giorni di assenza per ferie). Ogni ora (o frazione, minimo 15 min.) impiegata per svolgere un servizio (nel caso il servizio richieda, come nell'esempio dell'idraulico di cui sopra, dei costi di materiale, questi andranno pagati a parte, ma senza che il prestatore di opera ci faccia su un ricarico) si acquisiscono crediti per pari importo temporale. Questi crediti vengono addebitati sul conto del prestatore e sottratti dal conto di chi lo ha richiesto. Per permettere al meccanismo di partire, ad ogni associato viene fornito un prestito iniziale di x ore, che dovrà restituire (nell'ordine di 1/4 del totale, ad esempio se mi concedono 3 ore di prestito iniziale, ogni 4 ore guadagnate, la 4ta verrà spesa per ridurre il debito iniziale, quindi dopo 12 ore guadagnate il mio debito sarà azzerato). Da notare che l’unità di misura è il tempo. Non conta che tipo di servizio venga prestato, un'ora di cambio gomme sarà uguale ad un'ora di cane a passeggio oppure ad un'ora di ripetizioni di fisica quantistica.
In questa maniera nessuno potrà comunque mai speculare, ne arricchirsi a dismisura.
-Il settimo punto invece parla di mercatino del baratto. Scambiare oggetti per noi superflui o oramai inutili, con oggetti per noi utili è un ottimo modo di combattere il consumismo selvaggio, oltre che risparmiare.
Il baratto è antico quanto il possesso di beni. E' stato abbandonato in favore del sistema di scambio basato sul denaro, ma teniamo presente che all'origine si avevano beni materiali che fungevano da moneta (pezzi di metalli preziosi). man mano per semplificare lo scambio tali pezzi di metallo sono diventati standardizzati (monete coniate). Essendo comunque pesanti ed ingombranti, sono state virtualizzate dalle lettere di credito (una "azienda finanziaria" che aveva uffici in più luoghi, poteva incamerare un certo numero di monete in un posto e fornire una lettera che permetteva al possessore di riottenere indietro lo stesso numero di monete dello stesso tipo una volta giunto a destinazione). Il servizio aveva un costo ed ecco nascere le banche. A seguire si decise di scambiarsi solo i pezzi di carta (lettere di credito) tanto il possessore poteva recarsi presso un agente di cambio e cambiarle in monete di metallo in qualsiasi momento (il numero di pezzi di metallo nelle casse della "banca" doveva per forza essere almeno pari a quelli indicati dalle lettere di credito emesse). Oggi la cartamoneta, che ha valore solo perché' per convenzione tutti la accettano (non è vero, stanno nascendo diversi casi di scambio di beni e servizi senza monetizzazione, soprattutto all'interno di piccole comunità) come se avesse ancora un controvalore in oro depositato presso le banche centrali (cosa non più vera dal 1974).
Quando io vado al supermercato troverò dei prezzi che sono stati imposti dal produttore (e dalla filiera distributiva). Ma non è detto che rispecchino i miei reali bisogni. Faccio un esempio. Il tostapane per me può essere molto importante (si è bruciato il vecchio e la mattina adoro mangiare due fette di pane tostato) e quindi può avere un valore molto più alto (nella mia personale scala di valori) di un forno a gas abbastanza grande da arrostire un agnello. Però il prezzo del secondo (per mia fortuna in questo caso) è nettamente superiore a quello del primo. In altri casi però un bene può avere un prezzo davvero troppo esagerato rispetto alle mie reali necessità. Con l'economia di mercato che ci troviamo, troveremo che lo stesso bene difficilmente potrà costare in un negozio la metà di un altro (salvo casi particolari quali sconti ed offerte speciali). Quindi io avrò difficoltà ad ottenerlo ad un prezzo differente da quello imposto dalla catena distributiva.
Ma se io avessi necessità del tostapane, e il mio amico Luigi avesse invece estrema necessità, che so di un paio di forbici, potrebbe essere uno scambio equo il suo tostapane inutilizzato per le mie forbici di scorta. Questo perché' son le necessità che generano il mercato reale.
Ecco che se decidessimo di supportare appunto il baratto, magari unendolo alla banca del tempo (baratto le forbici per un tostapane oppure sono disposto a pagare il bene 4 ore di credito) potremmo avere un mercato che rispecchia le reali necessità delle persone, e non dover ricorrere allo scambio di cartamoneta.
Non stiamo certo distruggendo il sistema monetario (per poterlo sostituire con qualcos'altro di più efficiente serviranno tempi lunghi e idee chiare, che personalmente non ho ancora maturato di certo), ma possiamo comunque renderci meno dipendenti da esso.
Tenete presente che i governi, non potendo applicare tassazione sui baratti tra privati (chiaramente le aziende non possono partecipare) potrebbe non gradire, ma non ha maniera di proibirlo o renderlo illegale.
Ricordate che ricco non è chi possiede tanti beni e denaro, ma chi possiede qualcosa in più dei suoi reali bisogni (se a me il Ferrari testarossa non serve, non sarò ricco perché' ne possiedo uno, mentre posso esserlo se avendo fame in dispensa ho il doppio del cibo che mi serve per il mio pasto, sempre).
Abbiamo fino a qui elencato quelle che sono, almeno inizialmente, le attività dell'associazione. Vediamo ora come gestire un gruppo he nelle intenzioni dovrà contare su di centinaia di migliaia di associati sparsi geograficamente su tutto il territorio nazionale. Si so che parlare di centinaia di migliaia di associati (che essendo poi spesso famiglie aumentano il numero di potenziali utilizzatori dei servizi a cifre 3 o 4 volte maggiori) ma se non si raggiungono cifre di quel calibro, il progetto in se non potrà raggiungere i suoi scopi finali. Scopi che poi sono quelli di creare una rete sociale di persone che si riconoscono, avendo toccato con mano, nei valori di cooperazione, associazione, mutuo soccorso. Quelle stesse persone che potrebbero essere il nucleo che potrebbe cambiare le cose.
Bene abbiamo indicato come si debba avere una associazione dove ogni decisione sia demandata all'assemblea. Questo con la logica di una testa, un voto. Però indire una assemblea plenaria di una associazione sparsa sul territorio nazionale, e che conta centinaia di migliaia di persone, insomma, neppure riunendosi in uno stadio (posto che la cosa fosse possibile) si potrebbe pensare di riuscire a tenere una assemblea.
Si rende necessario quindi tenere tantissime micro assemblee. Ciascun avrà lo stesso Ordine del Giorno, e potrà votare gli stessi identici quesiti. Il problema è doppio a questo punto. Perché' non è pensabile che tutte le micro assemblee abbiano luogo nello stesso momento e nello stesso luogo. Ed inoltre si devono aprire le urne, ed eseguire lo spoglio dei voti, solo dopo che tutte le assemblee sono state tenute da tutte le "sezioni" (passatemi il termine) e tutte le votazioni sono state eseguite.
Si possono si tenere le assemblee all'interno di un dato range di date (ad esempio nella prima 15na del mese venturo), e poi eseguire lo spoglio solo una volta che tutte le "sezioni" avranno terminato le operazioni. Ma questo presenta il rischio che nel frattempo qualcuno possa avere alterato le schede delle votazioni, o quanto meno lascia adito al legittimo sospetto che la cosa sia potuta avvenire. D'altra parte procedere allo spoglio immediato rende pubblico il risultato della votazione, cosa che potrebbe influenzare, se nota, votazioni successive.
Il problema è stato risolto con l'idea di adottare un sistema di votazione che, sebbene mantenga l'anonimato del votante, permetta al contempo allo stesso votante di verificare che il voto da lui espresso non sia stato alterato.
In pratica ogni scheda di votazione ha sopra un codice casuale ed è composta da due fogli (carta chimica auto copiativa), con il secondo (copia che rimane a chi ha votato) leggermente più corta dell'altra scheda e con un timbro a secco che copra in parte entrambe le schede ed in parte la sola scheda che verrà imbucata (più lunga).
Una volta preparate le schede con su i codici casuali (ma tutti differenti tra loro) queste verranno chiuse in buste anonime e quindi consegnate ai votanti (o meglio ancora pescate dai votanti stessi). Verranno stampate inoltre schede in numero di gran lunga maggiore dei votanti, rendendo così ancora più complesso l'eventuale tentativo di manomissione/falsificazione.
Ciascun votante dopo avere indicato le preferenze imbuca nell'una, che verrà sigillata, la prima scheda e trattiene la copia. A fine votazione le urne vengono sigillate. Dopo che è stata eseguita anche l'ultima votazione, le urne verranno aperte e scrutinate. I risultati verranno pubblicati tanto come voci totali (totale di voti favorevoli/astenuti/contrari alla proposta XXXXX), tanto come singoli voti espressi dalle singole schede, di cui verranno pubblicati i codici. Ogni votante potrà quindi controllare che i voti della scheda che ha il suo codice siano effettivamente corrispondenti a quanto da lui espresso.
Uno degli scopi del procedimento è di rendere partecipi del procedimento di voto e di scrutinio gli associati. Se ci si abitua a dare peso al voto, anche andando a controllare che non ci siano stati errori (fossero anche di mera trascrizione, senza alcun intento di dolo) rende più consci di quanto sia importante partecipare attivamente alle cose comuni. Questa mancanza di senso civico ha permesso che le cose derivassero in questo paese, come e accaduto.
All'inizio abbiamo parlato di stipendi per ruoli produttivi. E' giunto il momento di spiegare in cosa consistano.
Ci sono diverse figure che potrebbero svolgere servizi chiave per l'associazione, o comunque si potrebbero creare dei posti di lavoro. Ci sono figure come ad esempio Concentratori, Distributori, membri dei circoli di coordinamento delle sezioni (in pratica l'equivalente dei consigli direttivi, ma privi di poteri, il solo scopo è quello di coordinare le attività, come indire le assemblee ad esempio) che non percepiscono compensi in quanto sono compiti su base puramente volontaria.
Ci saranno altri tipi di compiti che potrebbero essere invece resi dietro compenso o comunque retribuiti, per il semplice motivo che non possono essere affidati alla disponibilità (potenzialmente limitata) di tempo dei volontari.
Inoltre l'associazione stessa potrebbe creare dei posti di lavoro. Ad esempio, i prodotti che si acquistano tramite il Gas andranno poi trasportati (con la logica del meno possibile, dove si può si prenderà il bene sempre dal produttore più vicino al luogo di consegna). Inizialmente ci si dovrà affidare a dei corrieri. Ma se in seguito ci sono i fondi perché' non procurarsi i mezzi ed assumere degli associati disoccupati come corrieri per eseguire i trasporti dei beni del G.A.S.?
Ed è solamente una delle possibilità. Pensiamo anche a chi gestisce i conti della banca del tempo. I conti devono essere sempre esatti, errori di contabilità generano sfiducia nel sistema. Ed un volontario potrebbe non riuscire a seguire le cose. Impiegare delle persone nella tenuta e gestione dei conti è importante. E dovrebbero essere compensate.
La cosa importante è che, se credete che questo progetto possa essere interessante, lo diffondiate, facciate proseliti. Solo se saremo tanti possiamo contare e valere. Si tratta di dare una spallata al consumismo e allo strapotere di banche e grandi capitali. Un fiocco di neve è leggero come una piuma, un miliardo di fiocchi di neve sono una slavina. Da soli non contiamo nulla. Tutti assieme possiamo cambiare le cose.
Critiche costruttive (con relative proposte concrete di modifiche e aggiunte) sono ben gradite.
Critiche tanto per parlare, frasi che iniziano con "si dovrebbe", verranno ignorate.
Ci servono persone che vogliono fare sul serio. Chi vuole solo criticare o fare chiacchiere da bar sport, vada altrove.

1 commento:

  1. Condivido tutte la critiche a un sistema sociale con alla base il "mercato" e il potere delle banche... ma non ho suggerimenti seri da dare, e quindi non scrivo per Carlos Catucci, ma per dire due parole qui nel blog...
    Alla fine mi pare esattamente la "stessa cosa" della società in cui vivo già: ma gestita senza lucro! Una sola obiezione: se è la "stessa cosa"...senza lucro non funziona. Lo dimastrano anche solo le "acrobazie" per rendere "vere" le votazioni: a livelli di massa le gestioni virtuose.... sono una pia illusione. Ci vuole il controllo. E il controllo è potere, e il potere...siamo da capo!!!
    Ma ci sto, io mi associo, limitatamente al mio rione, dove abito, può funzionare il.... baratto. Non servirà a molto, ma la virtuosità c'è.
    Speriamo bene.....

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