26 ottobre 2012

L’unica guerra in corso: quella istituzionale per mantenere indebiti privilegi.



Mentre ancora in Parlamento stanno cercando di sottomettere i giornalisti con la minaccia di risarcimenti colossali o morte professionale, con la scusa di eliminare il carcere per la diffamazione a mezzo stampa (ovvia ritorsione per aver portato alla luce le loro malefatte), sta naturalmente succedendo altro.
Ricordate all’inizio di ottobre, quando sono cominciati a venir fuori tutti gli scandali delle Regioni? In quei giorni Monti, senza scalfire più di tanto il suo aplomb da mummia risorta, ci raccontò questa bella favoletta:
L'opinione pubblica è sgomenta di fronte a fatti che minano gravemente la fiducia e la reputazione del Paese e la sua credibilità. Gli scandali rischiano di vanificare lo sforzo che stiamo tutti facendo perché il ruolo dell'Italia, paese civile e democratico, venga pienamente riconosciuto a livello internazionale. Possiamo immaginare quale effetto può avere sull'immagine dell'Italia quando si verificano episodi di evasione fiscale o corruzione. Che può pensare un cittadino straniero quando vede scorrere certe immagini di festini inqualificabili alla televisione? Per l'Italia è un danno incalcolabile. Il decreto sulla trasparenza sui costi degli apparati politici è una misura richiesta dagli stessi presidenti delle Regioni e dai cittadini, che dopo i fatti inqualificabili che sono successi, sono indignati che a loro si richiedano sacrifici anche pesanti mentre mondo politica sembra essere esentato". Parlò anche del ddl sulla corruzione: "Temi come la lotta alla corruzione dovrebbero far parte del DNA di ogni partito e spero che si raggiunga presto un accordo perché tassello essenziale per il Paese".
E il consiglio dei ministri approvò il decreto legge che prevedeva anche tagli ai vitalizi, alle indennità e al numero di seggi.
Bene, si dirà! È finalmente arrivato il momento in cui anche “loro” si sono resi conto che i cittadini non possono sopportare oltre.
E invece no, poveri illusi!
Cosa vuol dire questo? Che le regioni hanno eretto una barricata per stroncare il disegno governativo di taglio delle province, pasticciato fin che si vuole, ma sempre meglio che niente. Si sono appellati al Tar, hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, di tutto e di più insomma!
In parole povere, si sono ribellati!!
I politici locali si sono associati a quelli nazionali contro la popolazione per difendere se stessi!!
Loro sì, mica noi che stiamo ancora qui a sperare che qualcosa cambi e ci mangiamo il fegato per l’impotenza di opporci in qualche modo alla mancanza di spessore di questo governo, capace solo di massacrare i cittadini con le tasse, ma senza forza, né coraggio quando si tratta di colpire gli interessi organizzati.  
In quest’Italia irreale si vede anche questo: una guerra istituzionale volta a mantenere indebiti privilegi!!
Se non possiamo fare altro, teniamoci almeno bene a mente tutte queste porcherie, e puniamo questa gente nel momento in cui ci chiederanno di andare al voto………… …………sempre che ce lo chiedano!

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