Mentre ancora in Parlamento stanno
cercando di sottomettere i giornalisti con la minaccia di risarcimenti
colossali o morte professionale, con la scusa di eliminare il carcere per la
diffamazione a mezzo stampa (ovvia ritorsione per aver portato alla luce le
loro malefatte), sta naturalmente succedendo altro.
Ricordate all’inizio di ottobre, quando sono cominciati a
venir fuori tutti gli scandali delle Regioni? In quei giorni Monti, senza
scalfire più di tanto il suo aplomb da mummia risorta, ci raccontò questa bella
favoletta:
“L'opinione pubblica è sgomenta di fronte a fatti che minano
gravemente la fiducia e la reputazione del Paese e la sua credibilità. Gli
scandali rischiano di vanificare lo sforzo che stiamo tutti facendo perché il
ruolo dell'Italia, paese civile e democratico, venga pienamente riconosciuto a
livello internazionale. Possiamo immaginare quale effetto può avere
sull'immagine dell'Italia quando si verificano episodi di evasione fiscale o
corruzione. Che può pensare un cittadino straniero quando vede scorrere certe
immagini di festini inqualificabili alla televisione? Per l'Italia è un danno
incalcolabile. Il decreto sulla trasparenza sui costi degli apparati politici è
una misura richiesta dagli stessi presidenti delle Regioni e dai cittadini, che
dopo i fatti inqualificabili che sono successi, sono indignati che a loro si
richiedano sacrifici anche pesanti mentre mondo politica sembra essere
esentato". Parlò anche del ddl sulla corruzione: "Temi come la lotta
alla corruzione dovrebbero far parte del DNA di ogni partito e spero che si
raggiunga presto un accordo perché tassello essenziale per il Paese".
E il consiglio dei ministri approvò il decreto
legge che prevedeva anche tagli ai vitalizi, alle indennità e al numero di
seggi.
Bene, si dirà! È finalmente arrivato il momento in cui anche
“loro” si sono resi conto che i cittadini non possono sopportare oltre.
E invece no, poveri illusi!
Cosa vuol dire questo? Che le regioni hanno eretto una
barricata per stroncare il disegno governativo di taglio delle province,
pasticciato fin che si vuole, ma sempre meglio che niente. Si sono appellati al
Tar, hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, di tutto e di più
insomma!
In parole povere, si sono ribellati!!
I politici locali si sono associati a quelli nazionali contro
la popolazione per difendere se stessi!!
Loro sì, mica noi che stiamo ancora qui a sperare che
qualcosa cambi e ci mangiamo il fegato per l’impotenza di opporci in qualche
modo alla mancanza di spessore di questo governo, capace solo di massacrare i
cittadini con le tasse, ma senza forza, né coraggio quando si tratta di colpire
gli interessi organizzati.
In quest’Italia irreale si vede anche questo: una guerra
istituzionale volta a mantenere indebiti privilegi!!
Se non possiamo fare altro, teniamoci almeno bene a mente tutte
queste porcherie, e puniamo questa gente nel momento in cui ci chiederanno di
andare al voto………… …………sempre che ce lo chiedano!
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